Agostino: la ricerca di me stesso mi ha portato in Scandinavia
A cura di Maricla Pannocchia
Non ha ancora 30 anni, Agostino, ma già ha intrapreso un percorso di crescita personale molto arricchente.
Un ruolo cruciale è stato giocato dalla sua esperienza ad Ananda Gaorii, una community dove le persone possono praticare lo yoga ma, più che altro, dov’è possibile vivere in armonia con sé stessi, con gli altri e con la natura.
Adesso Agostino vive in Danimarca, un Paese “con le tasse molto alte ma i servizi perfetti e in cui il costo della vita è elevato ma lo sono anche gli stipendi”, a mezz’ora da Legoland, proprio lui che, da bambino, amava da impazzire i famosi mattoncini.
E, anche se la Danimarca è per Agostino un “ottimo punto di partenza”, egli ha ancora in mente tanti progetti per il futuro, dal trascorrere le feste natalizie in Italia con la famiglia a continuare a viaggiare.
Ciao Agostino, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Mi chiamo Agostino Dimasi, ho 29 anni e sono cresciuto nella provincia di Vicenza sebbene mio papà sia calabrese e mia mamma francese. Ho frequentato l’università di Padova fino ai 27 anni e mi sono laureato in Storia dell’arte.
Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?
Principalmente la voglia di viaggiare e di esplorare. Il Veneto mi è sempre stato un po’ stretto, benché sia bellissimo, pieno di arte e di bei posti naturali. Sono sempre stato abituato a viaggiare da Nord a Sud per andare a trovare i miei parenti, gran parte della mia famiglia è migratrice quindi penso che la mia necessità di viaggiare fino a posti lontani sia nel mio sangue.
Come ti sei avvicinato allo yoga?
Mamma e papà sono sempre stati orientati verso la filosofia orientale ma da bambino ed adolescente me ne sono tenuto lontano. Ho cominciato a praticare yoga nel 2017in seguito a una caduta sul ghiaccio in Polonia, che mi ha causato un gran male alla schiena. Sono andato ad una lezione di yin yoga per avere sollievo ed è stata al contempo epifania e catartica: ho pianto tutte le mie lacrime e il dolore è scomparso. Che cosa mi piace dello yoga? Direi tutto. Yoga significa “Unione”, quindi di fatto mi piace ogni suo aspetto, da quello spirituale a quello fisico o di crescita personale.
Come sei arrivato proprio ad Ananda Gaorii?
Sono arrivato in Ananda Gaorii come EVS (Volontario Europeo) e per me è stata un’esperienza incredibile: ho vissuto circondato da persone provenienti da tutti gli angoli del mondo, che hanno fatto della crescita spirituale e della salvaguardia della natura il loro scopo. In Ananda Gaorii si vive in armonia con le persone, nella natura, in modo il più sostenibile possibile e si cerca di affrontare i conflitti affinché siano momenti di crescita. È un posto magico: ogni persona che incontri e ogni cosa che ti succede sembrano accaderti nell’esatto momento in cui ti servono. È difficile da spiegare.
Che consigli daresti a chi vuole vivere un percorso simile?
La prima cosa che mi viene in mente è l’Accettazione di come siamo fatti, sia internamente che fisicamente. Come seconda cosa direi la necessità di essere costanti. Ed infine il non identificarsi: non siamo solo le nostre emozioni, non siamo solo i nostri pensieri, non siamo solo il nostro corpo. Quindi cosa siamo?
Quali sono i primi passi per iniziare?
Direi principalmente due cose per cominciare: avere una dieta vegana o almeno vegetariana, per eliminare il più possibile la violenza dalla nostra vita, e il selezionare in maniera accurata le persone con cui condividiamo la nostra quotidianità. In altre parole, smetterla di circondarsi di persone che non ci arricchiscono e che noi non possiamo arricchire. Con ciò non voglio dire diventare snob, perché la gentilezza dovrebbe essere alla base di tutto, né di vivere con le difese alzate. Intendo dire di diventare consapevoli del modo in cui ci nutriamo, sia fisicamente sia emotivamente.
Com’è la tua vita quotidiana?
Per scelta non lavoro più di 25/30 ore alla settimana quindi ho giornate in cui lavoro sia in palestra sia al ristorante, e arrivo a nove ore al giorno, ma ho anche molte giornate in cui ho anche tanto tempo libero che mi serve per ricaricarmi e coltivare altre passioni o andare nella natura. Per il momento tengo botta e credo di avere un buon equilibrio fra lavoro e tempo personale.
Come mai hai scelto proprio la Scandinavia?
Sono sempre stato attratto dalla Scandinavia, c’è qualcosa che mi ha sempre chiamato, quasi a livello ancestrale. Le leggende nordiche, il folklore, la natura, la musica, i tratti delle persone. Inoltre da bambino la mia passione erano i Lego e ora abito a mezz’ora da Legoland, ma è capitato anche casualmente perché sono venuto qui perché qui c’è Ananda Gaorii. Ora, se metto insieme i puntini, mi rendo conto che era destino.
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Come sei stato accolto dai locali?
Generalmente sono persone molto cordiali e gentili. Sono più riservate degli italiani e a volte sono buffe nei loro modi di fare. Sotto alcuni aspetti mi ricordano gli Hobbit.
Quali sono i punti in comune e le differenze fra i danesi e gli italiani?
A entrambi piacciono tanto il cibo e l’alcool, soprattutto se confronti i danesi con i veneti. Ma i danesi sono persone generalmente rilassate e sportive, soprattutto a Copenhagen, cosa che non ti aspetteresti essendo la capitale. Sono in genere molto onesti e attentissimi alle regole, pure troppo. Sono meno attaccati alla famiglia ed è più semplice trovare aiuto in un italiano che in un danese, perché se qui hai un problema al 99% è lo Stato che te lo risolve, non ci si deve affidare ad amici o parenti. A molti piace l’ananas sulla pizza, cosa che da italiani sappiamo bene quanto sia blasfemo.
Com’è il rapporto costo/qualità della vita?
La vita è cara ma gli stipendi sono molto alti, le tasse sono alte ma i servizi perfetti. Pensate che in aperta campagna puoi fermare l’autobus con l’autostop e ne hai uno ogni ora. Quindi direi che c’è un buon equilibrio.
Quali sono i settori in cui gli italiani possono trovare più facilmente lavoro?
Sicuramente la ristorazione, ma penso anche i cantieri, e in generale ho amici che lavorano in Siemens oppure in altre aziende. Dipende! Ma in generale adorano gli italiani. Noi italiani abbiamo una buona fama: non grazie ai nostri governi ma a tutti gli artisti e scienziati che ci hanno preceduto, al nostro cibo e alle nostre bellezze.
Quali sono le difficoltà principali che devi affrontare e come le superi?
La mia più grande difficoltà qui è la carenza di luce in inverno e l’enorme quantità di luce in estate e primavera. In inverno prendo la vitamina D e in estate utilizzo le tende sulle finestre, cosa che spesso i danesi non hanno.
Quali sono i ricordi più belli accumulati finora?
Sicuramente i 10 mesi in Ananda Gaorii, i viaggi con gli altri volontari e lo yoga teacher training. Poi ho vissuto per qualche mese in un’altra eco comunità/B&b nello Jutland dove il mio migliore amico è venuto a trovarmi dall’Italia. La natura qui è bellissima,i boschi e le spiagge in particolare. Sono esperienze che non posso dimenticare.
E qual è stata l’esperienza “migliore” di tutte?
Potrei dirne tante ma una su tutti, quella con Dada Krsnasevananda, il monaco a capo di Ananda Gaorii. Una persona molto saggia, che mi ha trattato come un figlio e fratello.
Cosa diresti a chi si avvicina, o vorrebbe avvicinarsi, allo yoga?
A chi si avvicina al mondo dello yoga direi: non credete solo a ciò che vedete sui social. Lo yoga non è perfezione ed é adatto a tutti, non importa se siete alti, bassi, grassi, magri, flessibili o no. È lo yoga che si adatta ai corpi e non viceversa. Mi rivolgo soprattutto agli uomini, perché per loro è davvero difficile avvicinarsi a questo mondo. Ai futuri insegnanti: fatelo solo se davvero sentite la chiamata nel diventare insegnanti. Non perché fa figo o perché va di moda. E tuttavia fatelo, perché è un’esperienza bellissima nella quale si capisce che saremo sempre studenti di qualcuno e insegnanti di qualcun altro.
Che consigli daresti a chi vorrebbe cambiare vita?
Sfondarsi di serie tv e libri ed imparare bene l’inglese. Dopodiché chiedersi “che cosa voglio?” “e perché voglio proprio quella cosa, quali sono le ragioni profonde?” e “quali sono i passi per ottenere ciò che voglio?”
Ti piacerebbe rimanere lì “per sempre”?
Sì, è una buona base ma torno spesso in Italia e voglio continuare a viaggiare.
Progetti per il futuro?
Tornare a casa dai miei per Natale, andare all’Ikea e comprare le polpette vegane che ho finito e visitare Legoland che, anche se è mezz’ora di distanza, non ho ancora avuto modo di godermi. Poi, chissà, per prepararmi psicologicamente ai 30 anni l’anno prossimo vorrei fare un viaggio in Islanda… vedremo.
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