Andrea, “Vivo a Melbourne, Australia, dove ho un mio business per produrre gnocchi

Andrea, originario di Vicenza, si è formato nella cucina del ristorante di famiglia, imparando dallo zio e dal nonno e quando, dopo aver frequentato un corso professionale a Brescia, ha cercato un lavoro, ha ricevuto solo proposte “all’italiana”, come le definisce lui. E così, il ragazzo ha cominciato a guardarsi intorno.

Ora Andrea, 30enne, vive a Melbourne, in Australia, ed è arrivato lì come fanno molti giovani, ovvero, grazie al Working Holiday Visa (un tipo di visto, con determinate regole, disponibile solo per chi ha fra i 18 e i 35 anni). Successivamente, l’uomo ha ottenuto uno Student Visa e, poi, il Partner Visa perchè, nel frattempo, ha trovato una compagna australiana.

Lavorativamente parlando, dopo tante esperienze Andrea ha fondato il suo business, “Gnocchi by Rico”, che, come s’intuisce dal nome, si focalizza sulla produzione di gnocchi. Il suo sogno, per il futuro prossimo, è quello di espanderlo, aprendo anche dei ristoranti, e di spostarsi nella zona nord dell’Australia, con un clima quasi sempre estivo e uno stile di vita meno frenetico.

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Andrea Rigodanza

Ciao Andrea, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao! Mi chiamo Andrea, sono un cuoco da Vicenza, ho 30 anni e da 8 anni vivo in Australia. Ho iniziato la mia carriera lavorando in cucina nel ristorante di famiglia, “Il Cursore”, con mio zio e mio nonno. È stato lì che ho imparato le basi della cucina. Ho lavorato in vari posti qui a Melbourne e ora ho la mia attività che si occupa esclusivamente di gnocchi, chiamata “Gnocchi by Rigo”.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Dopo aver lavorato per un anno nel ristorante di famiglia decisi di fare un corso professionale a Brescia presso la Cast Alimenti, una volta terminato quello, a inizio 2016, mi misi a cercare un lavoro ma le opzioni che avevo trovato erano le classiche italianate del mondo della ristorazione (doppi turni, 6 giorni a settimana, 55-60 ore e paga di 1200 Euro il mese). Sapevo di essere appena agli inizi della mia carriera ma questo non vuol dire dover essere sfruttati, quindi, iniziai a guardare fuori dal confine italiano e a fare domanda per lavori in giro per il mondo.

Come mai hai scelto di andare proprio in Australia?

La risposta più semplice è perché era il luogo che pagava più di tutti. Avevo ricevuto offerte da vari posti in giro per l’ Europa e in Asia ma quella ricevuta dall’Australia era quella che più mi attirava. In più, volevo migliorare il mio inglese, quindi, la scelta era fra Australia e Inghilterra.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Tutti erano molto sorpresi, non se lo aspettavano, non avevo mai parlato di andare via dall’Italia e, soprattutto, non mi era mai passato per la mente di venire in Australia. Non sono mai stato un tipo da prendere decisioni così, quindi, è stato ancora più inaspettato, per loro, soprattutto per i miei famigliari.

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Come ti sei organizzato prima della partenza?

Tra quando ricevetti l’offerta di lavoro e la mia partenza passarono solo due settimane e non m’informai e preparai correttamente. Le uniche cose che feci furono il visto e il biglietto aereo.

Posso consigliare d’informarsi bene sulla città dove si vuole andare e sul suo clima, in modo da portare l’abbigliamento corretto, iscriversi ai vari gruppi Facebook che aiutano nel trovare alloggio e lavoro (Italiani a Melbourne, per esempio) e portarsi un po’ di soldi nel caso in cui all’inizio si faccia fatica a trovare un impiego.

Quali tipi di visto ci sono per vivere e lavorare lì e qual è il tuo?

Ci sono due visti principali, il Working Holiday Visa e lo Student Visa. Il primo è il più comune, ti dà diritto a lavorare full time per un massimo di 6 mesi con lo stesso datore di lavoro e dura 1 anno. Questo tipo di visto può essere rinnovato lavorando in zone rurali del Paese. Lo Student Visa, invece, è legato a un corso di studio e le ore in cui puoi lavorare sono limitate. Io, adesso, sono cittadino australiano ma ho iniziato con il Working Holiday Visa, poi ho avuto lo Student Visa e, infine, il Partner Visa.

Come valuteresti il processo burocratico?

Estremamente semplice. Essendo abituati all’Italia, ogni tipo di processo burocratico in Australia è una passeggiata. Per il visto si fa domanda online, si paga alla fine della domanda e si aspetta la risposta. Vengono richieste molte informazioni perché l’Australia è molto severa per quanto riguarda l’immigrazione ma il processo è semplice.

Sei lì da 8 anni, che cambiamenti hai visto (sia positivi sia negativi), in questo arco di tempo?

Ho visto molti cambiamenti, probabilmente i più evidenti sono nel mercato del lavoro, negli alloggi e nell’apprezzamento per il cibo.

Al momento non è semplice trovare lavoro. Quando sono arrivato era meno difficile trovare un impiego. Pensate che quando cercavo un lavapiatti, qualche anno fa, ho ricevuto 40-50 candidature. L’ultimo annuncio che ho messo di recente, ha ricevuto più di 600 candidature. Dopo il Covid-19 c’è stato un flusso d’immigrati veramente alto e il mercato del lavoro è saturo, soprattutto per chi viene senza esperienza lavorativa.

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Se non si ha un buon lavoro o non si è disposti a pagare un prezzo alto non è facile trovare un alloggio. Sempre per via della recente, elevata ondata d’immigrazione, i prezzi degli affitti sono saliti alle stelle.

Visto che lavoro nella ristorazione ho notato un grande cambiamento per quanto riguarda il cibo. Quando sono arrivato era difficile trovare ingredienti più particolari e, soprattutto, gli australiani non li conoscevano. Adesso si trovano burrate al supermercato, cosa impensabile 8 anni fa. Facendo l’esempio delle burrate, ora metà dei ristoranti a Melbourne le ha sul menù, 8 anni fa solo quelli di lusso Italiani le avevano. Lo stesso vale con altri ingredienti!

Hai raccontato di aver lavorato un po’ ovunque. Ti va di parlarci meglio di alcune di queste esperienze?

Visto che quando arrivai ero ancora all’inizio della mia carriera per me era importante imparare il più possibile, per questo, per i miei primi 6 anni, ho cambiato lavoro ogni 8-10 mesi. Ho lavorato in posti molto diversi, come nei classici ristoranti-pizzeria italiani, dove facevamo molti coperti. Questi mi sono serviti per velocizzarmi e ho anche imparato a fare la pizza. Nel 2019 ho lavorato come capo cuoco in un ristorante fine dining italiano, esperienza abbastanza pesante ma molto utile per imparare a gestire una brigata e, soprattutto, dove ho migliorato le mie skills con la pasta fresca. L’ultimo lavoro che ho fatto è stato un po’ insolito, ero capo cuoco del ristorante privato dei giudici e magistrati di fianco alla Corte Suprema, lavoro perfetto per avere uno stile di vita bilanciato, visto che era dal lunedì al venerdì e solo a pranzo. Anche se era un buon lavoro è stato veramente difficile avere a che fare con clienti di un certo livello, spesso con aspettative irreali.

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Andrea Rigodanza

Che consigli daresti ad altri italiani che vorrebbero andare in Australia per cercare lavoro?

Venite ma non fate come tanti che vengono senza aver mai lavorato prima. Imparate un lavoro e poi venite qui, che sia cuoco, cameriere, pittore o piastrellista, se venite qui sapendo già una professione l’esperienza sarà molto più piacevole e sarà anche molto più facile trovare lavoro sin da subito. Anche se siete contenti in Italia, fatelo comunque, perché è un’esperienza che vi apre la mente e avere un po’ di conoscenza dell’inglese può solo aiutarvi.

Pensi che sia indispensabile parlare bene l’inglese sin da subito?

Non è indispensabile ma, ovviamente, è importante. Non dico serva parlarlo perfettamente ma un minimo per poter comprendere e comunicare le cose basilari. Vendo tanti italiani che arrivano senza sapere cose basilari come chiedere indicazioni o presentarsi, con le difficoltà che ci sono al momento nel trovare lavoro, una persona che parla inglese passa davanti a tutti quelli che non lo parlano. Anche una persona senza esperienza lavorativa passa davanti a una con esperienza ma che non sa parlare l’inglese.

Un anno fa hai aperto la tua azienda che produce gnocchi e rifornisce i ristoranti di Melbourne. Come hai fatto a passare dal sogno alla realtà?

La mia compagna ed io ne parlavamo da parecchio tempo. Mentre lavoravo per i giudici avevo molto tempo libero e iniziai a usare la loro cucina per produrre gnocchi per un piccolo deli che me lo aveva chiesto. Da lì, poi, altri ristoranti hanno iniziato a chiedermelo e sono passato da fare 5-10 chili di gnocchi a settimana a farne più di 100. Cinque mesi fa ho preso il mio laboratorio e ora mi occupo solo di quello, facendo anche lezioni ed eventi privati.

Come ti sei mosso/ti stai muovendo per farla conoscere?

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La mia ragazza si occupa di tutto il marketing, essendo la sua professione, principalmente con i social media e il passaparola tra ristoratori. Adesso che ho più tempo da dedicargli ho anche due rappresentanti che mi stanno aiutando a trovare nuovi clienti in tutto il Victoria.

Come funziona per aprire una propria attività in Australia?

È molto semplice, puoi farlo aprendo l’ABN (che ò la nostra Partita Iva) oppure aprendo una compagnia. L’ABN è gratuito ed è ottimo per iniziare, visto che non ha nemmeno costi di gestione. La compagnia, invece, costa circa 1800 dollari e la puoi aprire da solo o può farlo il tuo commercialista. Entrambi i procedimenti sono molto veloci. L’ABN si apre in qualche minuto mentre per la compagnia s’impiega qualche giorno.

Andrea Rigodanza

Parliamo di Melbourne. Quali sono i costi medi degli alloggi?

Melbourne è grandissima, è una delle città-capitali più estese. Per un piccolo appartamento si parte dai 350 dollari australiani a settimana per le zone fuori città mentre i costi sono a partire dai 500 dollari australiani in città. La media, comunque, è di 550 dollari australiani a settimana, che sono 330 Euro a settimana.

Come hai fatto a trovare l’abitazione in cui risiedi?

La casa dove vivo l’ho comprata l’anno scorso usando il sito www.realestate.com.au. Se si vuole comprare casa, quello è il sito migliore per cercare e trovare qualcosa.

Se si è in cerca di un posto in affitto consiglio di cercare sui numerosi gruppi Facebook d’italiani in Australia, Flatmates, Realestate oppure su Gumtree. Senza un lavoro full time è difficile prendere un posto tutto per sè in Australia, nel caso lavoriate casual o part time provate a trovare una casa in condivisione.

Ci sono delle zone in cui, secondo te, si vive bene spendendo il giusto?

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Secondo me un po’ dappertutto. Se si fa una vita normale, senza spendere e strafare, qui in Australia si vive ancora benissimo con un lavoro normale, come cuoco o cameriere. Le cose base non costano troppo, la benzina costa decisamente meno che in Italia, le bollette sono molto più basse, gli affitti sono piu’ alti ma basta non voler vivere nei quartieri più ricchi e si trovano posti convenienti. Lo stesso vale per il mangiar fuori, se non cucini a casa e vai sempre fuori i soldi finiscono presto. Una pizza costa tra i 25 e 30 dollari australiani, uno spritz aperol parte dai 18 dollari australiani. Alcool e tabacco costano tantissimo, se fumi è meglio se smetti prima di venire. Un pacchetto costa sui 50 dollari australiani.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Noi Italiani siamo fortunati, ogni australiano è innamorato dell’Italia, quindi, veniamo accolti molto bene, anche se ci sono sempre i casi isolati di razzismo e di persone con mentalità chiusa ma sono casi e non la regola. In genere, poi, gli australiani sono persone molto gentili. All’inizio per me era stranissimo venir salutato da tutti ogni volta che andavo a fare una passeggiata.

Come descriveresti le loro vite?

Visto che è molto facile trovare lavoro dopo aver completato gli studi, la maggior parte delle persone si focalizza sulla carriera e le dedica molto tempo, iniziando a programmarla anche prima di completare le scuole superiori. La maggior parte delle persone non ha interesse a imparare a cucinare e preferisce mangiar fuori o prendere dei take away (ogni ristorante qui ha un menu take away quindi c’è molta scelta).

Inoltre, gli australiani non socializzano molto durante la settimana rispetto a noi italiani, non esiste farsi un aperitivo dopo lavoro di martedì. Invece, preferiscono passare più tempo a casa e fare sport. Nel week-end escono e fanno più attività.

Com’è una tua giornata tipo?

Al momento è molto incentrata sul lavoro.

Sveglia alle 5.30, colazione e passeggiata con il cane. Cerco d’iniziare a lavorare prima delle 7, faccio gli impasti e preparo tutti gli gnocchi. All’una mi concedo un pranzo veloce e finisco a porzionare gli gnocchi, poi parto per fare le consegne in giro e, con il traffico che c’è qui, torno a casa per le 18 e ceno presto, alle 18-19. Niente di emozionante al momento, di solito mi tengo il week-end libero e cerco di fare sempre qualcosa di diverso con la mia compagna.

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Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

La lingua senza dubbio, c’è voluto molto tempo prima che potessi comunicare e capire senza problemi in inglese. Da quando ho incontrato la mia compagna, nel 2017, ho avuto un miglioramente continuo e adesso mi viene più facile comunicare in inglese piuttosto che in italiano. Un’altra difficoltà è stata che sono arrivato da solo, senza conoscere nessuno. Finché non mi sono creato la mia cerchia di amici, è stata un po’ dura, soprattutto quando non lavoravo. Per questo motivo, all’inizio, avevo due lavori.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Sicuramente l’aver trovato la mia compagna, Makayla, che poi è stata la ragione per cui ho deciso di restare qui. Grazie a questo Paese sono riuscito a tagliare traguardi in tempi molto più brevi rispetto a quello che avrei fatto in Italia. In questi anni abbiamo comprato due case, abbiamo entrambi un nostro business e non abbiamo mai avuto un problema finanziario, e questo con me lavorando come cuoco.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Qui ci sono tantissimi italiani, soprattutto a Melbourne. Ci sono vari clubs frequentati principalmente dai primi italiani, arrivati 50-60 anni, fa dove vengono organizzati eventi e cene a tema. La maggior parte dei club sono specifici per regione e hanno una squadra di calcio.

Io non ne faccio parte perché ho poco tempo libero ma, quando posso, faccio collaborazioni ed eventi con i clubs.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Consiglierei di fare assolutamente questa esperienza ma ricordate che è un altro Paese e non siamo in Italia. Venite con una mente aperta, tante cose sono diverse e magari all’inizio vi sembrerà che non abbiano senso ma il tutto funziona, altrimenti, non ci sarebbero così tante persone da ogni parte del mondo che lasciano tutto per trasferirsi qui.

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E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

L’Australia è molto vasta, i treni non sono molto efficienti, quindi, ci si muove in aereo. Informatevi bene sul clima e sul periodo migliore per visitare ogni posto, per esempio, non ha senso visitare il nord del Queensland a dicembre, che è piena stagione di uragani. Il cambio Euro-dollaro australiano è molto buono, quindi, può sembrare che tutto costi tanto ma non è poi così male.

Infine, non trascorrete troppo tempo nelle città, bastano due giorni, passate deltempo fuori dalle città, magari noleggiando una macchina e visitando tutte le bellissime attrazioni che ci sono.

Quali sono, secondo te, i pregiudizi più diffusi sull’Australia?

Tutti pensano che ci siano animali pericolosi a ogni passo ma questo è scorretto. Ho vissuto qui per 8 anni e ho visto un solo serpente velenoso e qualche vedova nera. Gli animali pericolosi ci sono ma è molto più raro incontrarli di quanto non si pensi e, soprattutto, non si trovano nelle città. Lo stesso discorso vale per i canguri, non sono dappertutto, bisogna andarli a cercare fuori dalle città. Le città sono vere e proprie metropoli, quasi tutta l’Australia è disabitata ma le città sono molto più sviluppate e organizzate di quelle italiane.

Ogni quanto torni in Italia e cosa ti manca di più del tuo Paese?

Finora sono tornato in Italia ogni due anni. Adesso, con il business, sarà un po’ più difficile continuare a farlo con la stessa regolarità.

Ovviamente, mi manca la mia famiglia, anche se ora, con la tecnologia, è molto più semplice rimanere in contatto rispetto a quanto non lo fosse anni fa. Mi mancano anche lo stile di vita e, soprattutto, il cibo italiano, quello è imbattibile.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Sono abbastanza contento di com’è andata ma, se potessi cambiare qualcosa, sicuramente avrei aspettato a venire e avrei studiato meglio l’inglese. Questo avrebbe reso tutto più semplice all’inizio. Con il senno di poi, sarei andato all’università prima di venire qui. Avere una laurea qua è veramente importante e, se ce l’hai, hai il lavoro praticamente assicurato.

Progetti futuri?

Al momento sono molto focalizzato sul mio business. Nei prossimi anni ho intenzione di espandere la mia attività di gnocchi e aprire dei ristoranti, sempre legati a pasta fresca e gnocchi. Poi, tra qualche anno, mi piacerebbe trasferirmi nel nord dell’Australia. Lì è sempre estate e lo stile di vita è molto meno frenetico rispetto a quello di Melbourne.

Per seguire e contattare Andrea:

E-mail: byrigogroup@gmail.com

Sito web: www.byrigo.com.au

Social: instagram @gnocchibyrigo