Antonio Centonze: mi sono trasferito in Australia a 52 anni

La maggior parte delle persone intervistate, che si sono trasferite in Australia, ci sono arrivate grazie al Working Holiday Visa ma la storia di Antonio, 59enne originario di Matera, è diversa. Il Working Holiday Visa, infatti, è riservato ai ragazzi tra i 18 e i 36 anni e, quando si è trasferito, Antonio aveva già 52 anni.

“Mi trasferii in Australia all’età di 52 anni con uno student visa perché era l’unico visto che potevo ottenere, data la mia età. Dopo quasi 2 anni, ho conosciuto la mia attuale partner, che è australiana, e siamo diventati una coppia de facto, che qui in Australia ha gli stessi diritti di una coppia sposata. Viviamo insieme da oltre 5 anni. Dopo pochi mesi dal nostro incontro lei mi propose di sponsorizzarmi, in quanto mia partner. Avviai tutte le pratiche necessarie e, nel novembre del 2019, feci domanda per un partner visa” racconta l’uomo.

Da settembre del 2023 Antonio, che lavora nel settore del cinema, è cittadino australiano e questo gli permette anche di vivere e lavorare senza visto in Nuova Zelanda, altro Paese che lo affascina molto e nel quale pensa di vivere in futuro. A chi non ha più 20 anni e sogna un trasferimento, che sia in Australia o altrove, Antonio consiglia di organizzarsi e provarci, perché non bisogna mai mettere i propri sogni in un cassetto!

Antonio Centonze

Ciao Antonio, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Antonio, ho 59 anni e sono nato a Matera. Nel 1991 mi trasferii a Roma principalmente per lavoro, dato che opero nel mondo del cinema, ma anche perché è una città che ho sempre amato. Ci ho vissuto per 26 anni, tanti quanti ne ho vissuti a Matera. Ormai considero Roma come la mia seconda città.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Cominciai a pensare di trasferirmi all’estero almeno 8 anni fa, anche se non sapevo ancora dove, ma sicuramente non in Europa. Per vari motivi decisi che era ora di voltare pagina e provare a fare qualcosa di diverso perché la vita a Roma, ma direi in Italia in generale, mi stava stretta, mi sentivo soffocare e consideravo l’Italia – e la considero ancora – un Paese ormai in coma, forse irreversibile, divorato dalla burocrazia, dai mille problemi, da milioni di cose che non funzionano e da tanti altri fattori. Quando qualcuno mi chiede perché ho scelto di trasferirmi in Australia e qual è la differenza con l’Italia rispondo che in Italia ci sono troppe cose che non funzionano e in Australia troppe cose che funzionano.

Ora vivi a Sydney, in Australia. Come mai hai scelto di trasferirti proprio lì?

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Premetto che non ero mai stato in Australia prima del trasferimento e, quando decisi di andarci a vivere, scelsi Sydney perché è la città più grande, è meravigliosamente bella e, soprattutto, perché, per il mio lavoro, era la città che mi avrebbe offerto più possibilità.

Sei a Sydney da 7 anni. Quali cambiamenti hai visto, sia in positivo sia in negativo, da quando sei arrivato lì a ora?

Difficile dirlo, se parlo per me come persona direi che mai scelta fu più giusta perché ritengo di essere migliorato. Trasferirsi in un posto così lontano ha dei vantaggi e degli svantaggi. Fra gli aspetti positivi ci sono la scoperta di nuove culture, nuovi modi di pensare, la possibilità di crescita non solo professionale, il poter imparare una nuova lingua (dato che io non parlavo una parola d’inglese) e anche il rimettersi in gioco per chi, come me, cercava una nuova sfida.

Spesso raccontiamo storie di giovani che sono andati in Australia con il Working Holiday Visa ma tu ti sei trasferito a 52 anni. Cosa vuoi raccontarci in merito?

Mi trasferii in Australia all’età di 52 anni con uno student visa perché era l’unico visto che potevo ottenere, data la mia età. Dopo quasi 2 anni, ho conosciuto la mia attuale partner, che è australiana, e siamo diventati una coppia de facto, che qui in Australia ha gli stessi diritti di una coppia sposata. Viviamo insieme da oltre 5 anni. Dopo pochi mesi dal nostro incontro lei mi propose di sponsorizzarmi, in quanto mia partner. Avviai tutte le pratiche necessarie e, nel novembre del 2019, feci domanda per un partner visa. Nel Marzo del 2022 ottenni finalmente la residenza permanente e, nel settembre del 2023, sono diventato un cittadino australiano e ne sono orgoglioso, oltre che molto felice. Avere doppia cittadinanza e doppio passaporto ti fa vivere e assaporare la vita in modo diverso, difficile spiegarlo ma ci si sente “meglio”.

Cosa diresti alle persone che non hanno più 20 anni, che sognano di cambiare vita, ma non sanno da che parte cominciare?

Spostarsi e trasferirsi in posti molto lontani come l’Australia può fare comprensibilmente molta paura. Per questo motivo, soprattutto all’inizio, serve molta forza di volontà. Essere certi di voler fare il grande passo, essere pronti ad affrontare periodi difficili – perché ce ne saranno – ma, se si ha come obiettivo quello di stabilirsi definitivamente a Sydney o in qualsiasi altra parte del Paese, quest’obiettivo dev’essere la forza che spingerà ad affrontare e superare difficoltà e paure. Bisogna essere disposti a uscire dalla propria comfort zone e a rinunciare a molte cose, soprattutto all’inizio, perché senza rinunce non si ottiene nulla dalla vita. Se si è consapevoli di tutte queste cose appena elencate e se si è disposti a rimettersi in gioco per cambiare e, possibilmente, migliorare la propria vita, direi che è già un ottimo inizio.

Di cosa ti occupi?

Io lavoro nel mondo del cinema e della televisione da 42 anni, sono un senior colourist e mi occupo di fare la color correction di film, short films, commercial, documentari e altro. Spesso la gente pensa che io sia un parrucchiere, io mi divertito e rispondo che mio fratello è un parrucchiere mentre io mi occupo di tutt’altro! In sintesi, io creo il look visivo di un film. In collaborazione con il direttore della fotografia e con il regista, decidiamo insieme il look da dare a quel determinato progetto per far in modo che prenda vita sotto forma di “colore”.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Direi di sì, soprattutto i ragazzi hanno molte possibilità di trovare lavoro nella ristorazione, specialmente

all’inizio dell’avventura australiana. Per esempio, tanti italiani lavorano in pizzerie e ristoranti gestiti da loro connazionali, anche se devo dire che diversi italiani lavorano nell’ambito della ristorazione in locali a gestione australiana.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Come dicevo prima, è molto facile trovare lavoro nella ristorazione e nel settore della construction, che è uno dei più grossi.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Il costo della vita qui a Sydney è molto alto, così come a Melbourne e in qualche altra città ma, in compenso, i salari sono abbastanza alti. Direi che, in media, i salari sono più alti di almeno due o forse tre volte quelli italiani.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Parlando sempre di Sydney, che è la città dove vivo, la benzina oscilla fra $1,6 e $1.9 e certe volte arriva anche a $2 o poco più. Nelle zone rurali la si può trovare più cara e anche di molto. Il cibo nei supermercati è più caro ma non di molto paragonato ai prezzi di Roma. Le pizze costano decisamente tanto, mediamente $25/30. Gli affitti e, soprattutto, le case hanno dei prezzi spaventosamente alti ma se si ha un buon stipendio si compensa il tutto.

Antonio Centonze

Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?

Non saprei con precisione, sicuramente se si vuol far partire un qualche tipo di business è più facile farlo se si è residenti permanenti, altrimenti ci sarebbero molte difficoltà anche, per esempio, nel chiedere un semplice prestito in una banca. La burocrazia è infinitamente più snella di quella italiana, basta pensare che, per aprire un qualsiasi business, lo fai online, paghi circa $400 e in pochi minuti sei già operativo.

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Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Per venire in Australia serve un visto e, tranne quello turistico, tutti gli altri visti ti danno il diritto di vivere e lavorare con dei limiti dovuti al tipo di visto. Lo student visa è un visto che ti permette di lavorare fino a 24 ore settimanali, se non erro, ma si ha l’obbligo di frequentare una scuola e/o un corso professionale. Il Working Holiday Visa è molto gettonato dai ragazzi che hanno meno di 36 anni perché permette di lavorare senza limiti per un anno e, se si vuole rinnovarlo di un altro anno, si deve lavorare obbligatoriamente almeno 88 giorni in una farm nel territorio australiano. In alcune zone, lavorare nella ristorazione e in qualche altro settore vale anche per gli 88 giorni.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

All’inizio, quando mi trasferii, la mia scuola d’inglese mi propose un alloggio da condividere con i proprietari. Questo tipo di soluzione, che si chiama homestay, è molto comune fra gli studenti che si trasferiscono. Dopo tre mesi, affittai una mia stanza in altri alloggi fino a quando, quasi 5 anni fa, mi trasferii dalla mia attuale partner e viviamo in una zona non lontano dalla City, che è il cuore di Sydney.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Difficile dirlo perché Sydney è una città enorme, che si estende per circa 100Km, e ci sono diverse centinaia di quartieri che sono molto diversi fra loro. Un affitto medio in un appartamento in una zona centrale può costare mediamente $1000 a settimana. Gli affitti qui, generalmente, si pagano settimanalmente. Nella City, gli affitti possono arrivare anche a $10.000 o più a settimana, se si vuole vivere avendo di fronte l’Opera House. In molti altri quartieri, soprattutto nella parte ovest, i prezzi in genere sono più umani. Ovviamente, anche per quanto riguardo il cibo, l’abbigliamento, ecc. si seguono gli stessi parametri della zona in cui si vive. Questi prezzi possono spaventare ma, come dicevo prima, un reddito medio annuale si aggira intorno a $50/60.000 l’anno, per cui è quasi tutto proporzionato.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Molto bene. Qui a Sydney le persone sono molto cordiali e gentili nonché molto curiose di sapere tutto ciò che riguarda l’Italia. Gli australiani amano follemente il Bel Paese!

Come descriveresti le loro vite?

A differenza degli americani, che hanno come unica missione il guadagno economico, gli australiani hanno sì lo scopo di fare soldi ma perché vogliono usarli per divertirsi, rilassarsi e viaggiare. L’australiano tipo è colui/colei che si alza prestissimo la mattina per andare a fare surf nell’oceano, a prescindere dalle condizioni meteo, per poi andare a lavorare e, nel week-end, si rilassa in uno dei tantissimi e bellissimi parchi o facendo un barbecue nel proprio giardino di casa.

In che modo ti senti diverso dall’Antonio che eri quando vivevi in Italia?

Per tanti motivi, ora mi sento molto più a mio agio. Mi sento molto più realizzato professionalmente, dato che qui la meritocrazia è un fattore molto più importante che in Italia. A loro non interessa da dove vieni, il tuo orientamento sessuale o religioso o, ancora, se il tuo inglese non è eccellente, se sei bravo nel tuo lavoro, se sei qualificato e, soprattutto, affidabile, questo meraviglioso Paese potrebbe riservarti piacevolissime sorprese.

Ogni quanto torni nel tuo Paese natale? Cosa ti manca dell’Italia quando sei in Australia e viceversa?

In sette anni che sono qui sono tornato in Italia tre volte e sempre nel periodo natalizio, dato che è più facile incontrare un po’ tutti, familiari e amici. Purtroppo la distanza è enorme e, dopo il Covid, i prezzi dei voli sono aumentati molto, per cui bisogna programmare bene e diversi mesi prima un eventuale viaggio in Italia. Dell’Italia a volte mi mancano i miei amici più cari, non poter vedere la mia anziana madre e alcuni prodotti alimentari che qui faccio fatica a trovare, anche se devo dire che si trova quasi tutto e si mangia benissimo. Quando sono in Italia mi mancano la spensieratezza degli australiani e il loro modo di vivere e vedere la vita. Dopo due settimane che sono in Italia, comincio a sentire la mancanza di Sydney che, ripeto, è una città meravigliosa.

Com’è una tua giornata tipo?

Sono un freelancer e, dal Covid in poi, lavoro sempre da casa per cui la mia giornata tipo è questa: mi alzo, faccio colazione, pratico pilates a casa o faccio una lunga passeggiata in un parco vicino a casa, lavoro nel mio studio qui a casa, fino ad arrivare al momento di cenare, cena che viene preparata sempre da me, dato che me la cavo in cucina e la mia partner si fida ciecamente!!

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

All’inizio il trasferimento non è stato per niente facile per vari motivi, la mia età, l’obbligo di frequentare una scuola d’inglese, anche se mi è servito tantissimo perché non parlavo la lingua e questo mi ha ostacolato tantissimo, e, infine, il fatto di essermi trasferito completamente da solo, senza conoscere nessuno a parte un mio carissimo amico italiano che vive a Melbourne. All’inizio è dura e, anche per questo motivo, secondo me l’Australia non è un Paese per tutti, perché bisogna avere molta determinazione e forza di volontà se si decide di rimanere.

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E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Se si è audaci e abbastanza “pazzi”, come me, l’Australia potrebbe darti tantissime soddisfazioni! Una soddisfazione sicuramente è quella di rifarmi una carriera partendo praticamente da zero. Dopo 35 anni di lavoro in Italia, ho dovuto ricostruire tutto e lentamente ne sto traendo benefici. Ogni giorno continuo a ripetermi che sono solo all’inizio di un lungo percorso che non so ancora dove mi porterà.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Sì, ci sono tantissime comunità italiane, a Sydney e in tutta l’Australia. Il Paese è pieno d’italiani, anche di diverse generazioni, dato che i primi immigrati arrivarono circa un secolo fa o anche di più. Io ho diversi amici italiani, due dei quali sono i miei migliori amici. Faccio parte di alcune comunità virtuali su Facebook, più che altro mi piace dare dei consigli a quei ragazzi che arrivano e che hanno il desiderio o il sogno di trasferirsi qui e che come, lo ero io, sono pieni di dubbi e, comprensibilmente, hanno mille paure.

Antonio Centonze

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Consiglio di non aver paura di mettersi o rimettersi in gioco, di avere la voglia di scoprire un Paese diverso, magico e meraviglioso, di essere disposti a fare dei sacrifici e a farsi sorprendere dalle cose belle che la vita a volte ci può dare. Se una volta arrivati qui, scoprite che, per qualche motivo, l’Australia non fa per voi, comunque resterà una bellissima esperienza che vi avrà fatto crescere.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Suggerisco d’iniziare a pianificare il viaggio almeno qualche mese prima e di cercare di restarci almeno per tre settimane. L’Australia è un Paese immenso, dove spesso bisogna prendere un aereo per spostarsi da un posto all’altro, per cui bisogna calcolare anche i tempi richiesti da tali spostamenti.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che forse avrei dovuto trasferirmi prima! Scherzi a parte, sto imparando a vedere la vita in maniera diversa e con più leggerezza, lontano dai tanti problemi che, ahimè, abbiamo in Italia. Sto imparando che bisogna osare e cercare di raggiungere i propri desideri, non avendo paura di sbagliare o di non farcela. La vita è una ed è anche breve per cui bisogna cogliere tutte le occasioni che si presentano.

Progetti futuri?

Mi trovo benissimo qui ma non è detto che un giorno non decida di trasferirmi in Nuova Zelanda, che è un altro Paese che mi affascina tantissimo. Per fortuna, come cittadino australiano, potrei vivere e lavorare in Nuova Zelanda senza un visto per cui mai dire mai, soprattutto ai propri sogni.

Per seguire e contattare Antonio:

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