Che cos’è l’ascolto attivo? 

di Emma Lerro

Psicologa, membro del team di Unobravo – Servizio di psicologia online

La capacità di ascoltare in psicologia è considerata una competenza comunicativa fondamentale, essenziale per instaurare relazioni soddisfacenti con gli altri. Non può esserci dialogo, infatti, senza un impegno reciproco a comprendere quanto l’altro vuole comunicarci.

Nell’ascolto sono coinvolti sempre tre processi:

  1. Ricezione del messaggio
  2. Elaborazione del messaggio
  3. Risposta al messaggio

Che cos’è l’ascolto attivo?

Si può far risalire lo studio sistematico dell’ascolto attivo in psicologia alla corrente della Psicologia Umanistica, i cui principi furono identificati da Carl Rogers e Abraham Maslow.

Iniziamo a parlare di ascolto attivo dandone una definizione: l’ascolto attivo è un atto intenzionale, nel quale siamo impegnati a cogliere sia ciò che l’altro ci riferisce in modo esplicito che quello che viene comunicato in maniera implicita.

La definizione di Carl Rogers

Per comprendere cos’è l’ascolto attivo, la definizione di Rogers può essere utile.

Nel suo libro, “Terapia Centrata Sul Cliente, leggiamo che per Carl Rogers l’ascolto attivo può essere descritto attraverso i seguenti momenti:

1. Osservare e ascoltare il messaggio verbale dell’altro;

2. Fare una ipotesi sulle emozioni dell’altro;

3. Comunicare la propria impressione, assumendo un atteggiamento empatico;

4. Aspettare la conferma o la correzione da parte dell’altro.

L’ascolto attivo per Rogers permette di indurre un cambiamento nella persona con cui interagiamo, predisponendola a uno scambio positivo. Ciò avviene grazie alla circolarità della comunicazione, per cui alla rabbia si risponde con rabbia, all’aggressività con l’aggressività e così via. Al contrario, se a un atteggiamento qualsiasi rispondiamo con l’ascolto attivo, è probabile che ciò susciti anche nell’altro una reazione di ascolto.

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I 4 momenti della comunicazione efficace per Thomas Gordon

Ascolto attivo e comunicazione efficace vanno quindi a braccetto. Secondo lo psicologo Thomas Gordon (allievo di Rogers) la comunicazione efficace si realizza in 4 momenti:

  1. Ascolto passivo
  2. Messaggi di accoglimento
  3. Invito ad approfondire
  4. Ascolto attivo

Cosa si intende dunque per ascolto attivo? Per Thomas Gordon l’ascolto attivo è un processo a due vie, che implica sia l’atto dell’ascoltare che una continua comunicazione dell’ascolto, diretta al proprio interlocutore.

Ascolto attivo VS ascolto passivo

L’ascolto attivo e passivo in psicologia sono considerate due diverse componenti della capacità di ascolto.

L’ascolto passivo per definizione permette di comprendere il messaggio dell’altro, lasciando nel dubbio la reale accettazione e comprensione del messaggio. Chi parla non può sapere se l’ascoltatore ha realmente capito ciò che si sta dicendo. Elementi essenziali dell’ascolto passivo sono:

  • Silenzio
  • Attenzione
  • Cenni di conferma

Ascolto attivo e passivo sono entrambi necessari per poter comunicare. Ciò nonostante, l’ascolto passivo da solo non basta per comunicare efficacemente. È necessario infatti che ad esso si aggiunga l’ascolto attivo, grazie al quale la persona che parla ha la prova di essere stata ascoltata, capita e accettata.

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Ascolto attivo ed empatia

L’ascolto attivo richiede la capacità di mettersi nei panni dell’altro, cercando di cogliere i suoi pensieri e sentimenti, oltre che l’espressione di quanto compreso con calore e accettazione. In altre parole, saper ascoltare significa ascoltare con empatia.

L’ascolto empatico per definizione permette di concentrarci consapevolmente non solo sul contenuto del messaggio, ma anche sullo stato emotivo dell’emittente. Empatia e ascolto attivo sono quindi particolarmente utili soprattutto quando si è in presenza di un conflitto o un problema da risolvere.

L’ascolto empatico ha significato nel momento in cui la persona che lo realizza non solo comprende ciò che l’altro sta provando, ma è capace anche di rimandare a chi ha di fronte questa comprensione.

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Consigli ed esercizi per allenare l’ascolto empatico

Il rispecchiamento empatico è una delle tecniche più utilizzate per connettersi in maniera autentica col proprio interlocutore. Ecco 4 suggerimenti per allenare l’ascolto attivo empatico:

  1. Ripetere le parole dell’interlocutore, utilizzando formule come “stai dicendo che…”, “in altre parole…”, “così secondo te…”;
  2. Rispecchiare le emozioni dell’altro: a partire dai segnali che provengono dalla comunicazione non verbale e che segnalano lo stato emotivo dell’interlocutore, è possibile mostrarne comprensione con frasi del tipo “mi sembra di percepire una tua preoccupazione”, “ti vedo un po’ arrabbiato”;
  3. Chiedere spiegazioni: fare domande che sottolineano un genuino interesse per le parole dell’altro aiuta a esprimere il nostro coinvolgimento, oltre che a chiarire alcuni punti fondamentali del discorso.
  4. Formulare considerazioni: esprimere il proprio pensiero, chiarendo in modo esplicito che si tratta del proprio punto di vista. Può essere utile l’utilizzo di frasi quali “secondo me”, “io sostengo che”, “per come la vedo io”.

Tra gli esercizi sull’ascolto empatico, ecco anche alcuni esempi di domande da porvi quando ascoltate qualcuno:

  • Quali emozioni mi sta comunicando l’altro?
  • Cosa mi sta comunicando il suo non verbale?
  • Come mi fanno sentire le sue parole?

Per approfondire l’argomento “empatia e ascolto attivo” consigliamo la lettura del libro di Daniele Trevisani “Ascolto attivo ed empatia: I segreti di una comunicazione efficace

Tecniche di ascolto attivo

Come imparare l’ascolto attivo? Per migliorare la tua capacità di ascolto attivo, esercizi e tecniche specifiche possono essere d’aiuto. Di seguito alcuni esempi tratti dal lavoro di Rogers e Gordon.

Gordon e i messaggi-io

Molto famoso è il metodo Gordon per l’ascolto attivo e la gestione dei conflitti. Gordon suggeriva di utilizzare l’ormai famosissima tecnica del messaggio-io, composta di 4 fasi:

  1. Parlare di sé: descrivere le proprie emozioni negative a partire da sé, utilizzando le formule “IO credo…”, “IO mi sento…”, “IO penso…”
  2. Descrivere dettagliatamente il comportamento dell’altro che ci crea disagio;
  3. Motivare perché il comportamento dell’altro ci crea disagio;
  4. Esprimere all’altro la propria richiesta.

Ecco un esempio: “Mi sento arrabbiato quando tu urli, perché mi impedisci di parlare. Pertanto ti chiedo di abbassare la voce e ascoltarmi”.

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La tartaruga di Carl Rogers

Tra gli esercizi pratici di ascolto attivo, Carl Rogers proponeva quello della tartaruga.

La prossima volta che avrete una discussione con una persona, fermatevi e ponete questa regola: ognuno non può esprimere la propria argomentazione, se non dopo aver riesposto le idee e le sensazioni dell’interlocutore con esattezza e con la conferma di quest’ultimo.

Per approfondire le tecniche di ascolto attivo, consigliamo la lettura del libro di Jim Dugger “Le tecniche d’ascolto. Come gestire più efficacemente la vostra comunicazione e le relazioni sul lavoro, con gli amici, in famiglia”.

I vantaggi dell’ascolto attivo nella comunicazione

L’ascolto attivo permette di consolidare il rapporto tra chi comunica, incrementando il reciproco rispetto e accettazione.

Ecco alcuni esempi di vantaggi dell’ascolto attivo:

  • accettare come naturali ed umani i propri sentimenti;
  • abbassare le tensioni emotive, il senso di minaccia e l’ansia;
  • facilitare la percezione dei problemi e la loro risoluzione.

Sono tantissime anche le applicazioni specifiche dell’ascolto attivo in diversi settori. Vediamo quali sono le principali.

L’ascolto attivo nelle professioni di aiuto

Negli ultimi anni è stata messa sempre più in evidenza l’importanza di comunicare efficacemente con chi vive in una situazione di disagio. Per questo motivo sono sempre più numerosi i corsi di formazione sull’ascolto attivo destinati a chi svolge una professione d’aiuto (infermieri, oss, medici, insegnanti, ecc.) Esercitazioni sull’ascolto attivo, come giochi di gruppo e role playing, sono frequentemente proposti dai formatori.

Imparare l’ascolto attivo per un infermiere, ad esempio, è utile per instaurare una relazione positiva con il malato, coadiuvando il processo di cura.

Secondo Carl Rogers, affinché una persona in difficoltà si senta aiutata, devono essere presenti alcune specifiche condizioni. La persona che offre il proprio aiuto, deve assumere una posizione comunicativa:

  1. Accettante: lascia che la persona si mostri per quella che è, con il proprio modo di ragionare, le proprie emozioni e comportamenti. In altre parole: non chiede all’altro di cambiare ciò che prova o ciò che pensa.
  2. Empatica: si immedesima in maniera autentica con i sentimenti dell’altro, facendogli capire che lo sta ascoltando con attenzione e interesse.
  3. Autentica: si mostra in maniera genuina, anteponendo la sincerità e l’onestà all’assunzione di un ruolo.

L’ascolto attivo a scuola

Leggendo le raccomandazioni sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente dell’UE, emerge in maniera evidente l’importanza di educare all’ascolto attivo i bambini.

Allenare all’ascolto attivo fin dalla scuola primaria si è rivelato utile per favorire lo sviluppo di alcune competenze sociali di fondamentale importanza per agire da cittadini responsabili e partecipare pienamente alla vita civica e sociale. Ai bambini può essere particolarmente utile presentare giochi di gruppo sull’ascolto attivo ed esercizi di ascolto empatico da svolgere in classe.

L’ascolto attivo è un prerequisito importante per sviluppare le capacità di risolvere i problemi e gestire i conflitti.

Carl Rogers sosteneva che “coloro che sono stati ascoltati “attivamente” maturano sotto il profilo emotivo, si aprono all’esperienza, stanno meno sulla difensiva, diventano più accettanti e meno autoritari”.

Quando i genitori si sostituiscono al bambino nella risoluzione dei problemi che incontra nella vita quotidiana, il bambino fatica a sviluppare la propria indipendenza. Partire dall’ascolto attivo del bambino aiuta a fare in modo che quest’ultimo riesca nell’espressione chiara del problema e nella sua risoluzione con mezzi propri.

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Esercizi di ascolto attivo

Quanto sai ascoltare? È possibile riflettere sulle proprie capacità di ascolto utilizzando anche dei test di autovalutazione.

Per migliorare le proprie capacità invece, vi consigliamo 3 semplici esercizi da fare per imparare l’ascolto attivo:

  1. Allenare l’ascolto attivo con un film: togliere l’audio e focalizzarsi solo sulla comunicazione non verbale. Analizzate gesti, postura, posizione nello spazio di chi sta parlando.
  2. Concentrare l’attenzione sulle idee: quando qualcuno parla pensate unicamente alle idee che espone, senza soffermarvi su altri dettagli (come il suo aspetto o la sua personalità). Iniziate a pensare che tutto quello che l’altro sta dicendo può sempre essere utile e arricchente.
  3. Riassumere il messaggio: provate a riformulare, sintetizzandolo, il messaggio dell’altro. Ciò è particolarmente utile quando la comunicazione è particolarmente ampia e si desidera passare a un altro argomento.

Altri libri sull’ascolto attivo

Per concludere, ti lasciamo una lista di libri sull’ascolto attivo ed empatico, da leggere se vuoi approfondire ulteriormente queste tematiche: