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Auroville, India: dall’utopia alla realtà. Raccontata da un italiano che ci vive da sette anni

trasferirsi in India auroville

Un italiano ad Auroville (India)

Ad Auroville (www.auroville.org), si “è ripreso la vita”. Da sette anni, Manhoar Fedele, nato nel ’46, ad Ariano Irpino, nell’Avellinese, si è catapultato in un’avventura planetaria, abbandonando la vita comoda del Belpaese.

Vive in una casa molto semplice, un ambiente unico con pareti in mattoni al piano terra, ed una stanza da letto superiore con terrazzo e tetto di foglie di cocco. Bagno esterno, cucina in comune con altre abitazioni a breve distanza, energia fornita solo da pannelli solari, niente frigorifero, niente lavatrice o altri elettrodomestici di grande consumo energetico, ma collegamento ad Internet e continuo contatto con il mondo lontano.

Con lui vivono scoiattoli, gechi, rane, uccelli. E qualche volta gli si avvicinano topi di campagna, conigli, pavoni, serpenti di passaggio, cani, gatti, galline, capre, oltre alle mucche indiane. Quelle, sì, sono sempre presenti.

Alcuni anni fa ha lasciato l’Italia e la sua famiglia, che vede spesso. Era stanco di vivere in modo frenetico, schiacciato da egoismo e consumismo. Si è trasferito in India, perché credeva in un sogno, che sta realizzando con altre duemila persone. Creare in un angolo della Terra un luogo, di cui nessun Paese abbia il diritto di dire: “ E’ mio ”.

La redazione di Voglio Vivere Così l’ha intervistato.

Cominciamo dal nome. Che significa Manohar?

E’ uno dei nomi di Krishna, divinità Hindi spesso rappresentato mentre suona il flauto per le “gopi” (pastorelle). Letteralmente Manohar significa “la bellezza di Krishna mentre suona il flauto”. A dirmelo, è stato Bansidhar, un novantottenne ex-assistente di Sri Aurobindo, nel settembre 2005, quando, in occasione del mio compleanno, scelse per me questo nuovo nome spirituale.

Ogni abitante di Auroville ne ha uno?

Non tutti ad Auroville scelgono un nuovo nome, ma molti lo fanno come simbolo di una nuova vita. Io lo accettai anche per distinguermi da altri due italiani di nome Luigi, che vivono qui ad Auroville. Qui ci chiamiamo tutti solo per nome. Comunque, sono particolarmente lieto di avere un nome spirituale associato a Krishna, una divinità molto positiva e che per varie ragioni ha influenzato la mia vita, fin dagli anni ‘60.

Di cosa si occupava prima?

Ho cominciato a lavorare nella musica, a Londra, creando le “luci psichedeliche” per Krishna Lights. Preparavamo gli effetti speciali usati per gli spettacoli di gruppi come: i Pink Floyd, Curved Air, Shawn Phillips, per la Apple dei Beatles, perfino per il Lido di Parigi. Poi in Italia ho continuato nella musica, in varie case discografiche indipendenti, dalla Trident alla RIFI Record, all’Ariston, alla Discomagic. Ho creato una mia etichetta ed un’edizione musicale dal nome Bumshiva Music. Mi occupavo del business internazionale, acquisizioni e licenze, promozioni e tournée all’estero.

Ed ora ?

Ora ad Auroville la cosa più importante per me è partecipare all’elaborazione ed alla costruzione del progetto di una città internazionale, che sperimenta nuovi sistemi di vita collettiva, dal punto di vista ecologico, sociale, economico, artistico, sostenibile.

All’interno di questo progetto, gestisco la comunicazione, occupandomi del sito web di Auroville www.auroville.com, una sorta di finestra aperta al mondo, con cui presentiamo i nostri progetti. Documento tramite video i vari eventi che si svolgono qui, sia tramite DVD sia attraverso versioni brevi degli stessi video online su YouTube, Flickr, Facebook, Blip TV.

Mi dice qualcosa di Auroville, di questo grande eco villaggio?

E’ qualcosa di più di un ecovillaggio. Auroville è stata fondata quarantadue anni fa in una zona di tre km di diametro, completamente deserta a quei tempi, che è stata riforestata con una vegetazione lussureggiante. Il progetto prevedeva che intorno alla città ci fosse una “cintura verde” di foreste e fattorie, utile a proteggerla e a fornire agli abitanti frutta, verdura, riso.
Io ho scelto di vivere appunto in questa cintura verde, in un insediamento di nome Adventure.

Perché ha lasciato la vita “normale”?

Non credo di aver mai fatto una “vita normale”. Il mio principio è stato sempre seguire la mia ispirazione: partire in autostop per l’Inghilterra negli anni ‘60, laurearmi in letterature straniere per poter comunicare e conoscere l’altro, coniugare la mia passione per la musica con il mio desiderio di girare il mondo, “inventandomi” un mestiere ad hoc, prima international manager in case discografiche, poi editore e consulente “in proprio”. E tutto questo sempre “con i piedi per terra”.

In che senso?

Mettendo su famiglia, che ho sempre mantenuto in modo decoroso. Non ho mai cercato ansiosamente il denaro. Ma sono stato abbastanza fortunato da guadagnarne sempre in maniera più che sufficiente per il mio tenore di vita.

Cosa le mancava?

La mia generazione ha scoperto per prima che il nostro modello di sviluppo sta portando il pianeta terra alla catastrofe. Il nostro modo di mangiare, vivere, consumare, anche stare insieme, la nostra economia vanno allegramente verso il disastro. I politicanti sono miopi e guardano solo al proprio interesse momentaneo, senza alcuna prospettiva per il futuro. Quando ho scoperto che ad Auroville era in corso un esperimento planetario per cercare una inversione di tendenza, sono venuto a dare un’occhiata e ho deciso che questo sarebbe stato il mio posto.

Cosa ha trovato?

Vivo una vita sana, in mezzo agli alberi e alla natura giorno e notte, mi alimento in maniera vegetariana e spesso macrobiotica, mi sposto il più possibile in bicicletta, frequento corsi di yoga, tai-chi, reiki, watsu, lettura dell’aura ed altre discipline esoteriche.

Vivo un’attività culturale e sociale eccitante, in una cittadina di oltre 2000 abitanti, provenienti da oltre 40 Paesi del mondo, che convivono in modo pacifico, si autogestiscono e prendono decisioni assieme, offrono la propria cultura tramite il cinema, la musica, il teatro, ma anche il cibo, l’arte, la spiritualità.

La spiritualità ad Auroville, ce ne parli!

Sì, la spiritualità è un altro elemento basilare di Auroville, che mette al bando tutte le religioni e privilegia molto la spiritualità tramite la meditazione, individuale e collettiva, i momenti socializzanti di canti di mantra o di danze e musiche. La città venne fondata infatti sulle indicazioni del pensiero filosofico di Sri Aurobindo, filosofo del karma yoga, lo yoga integrale (lo yoga del “fare”), e dell’evoluzione della nostra specie che, come si è evoluta nel corso dei millenni , così sta continuando ad evolversi e noi vogliamo che avvenga in una direzione positiva e “divina”.

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Cosa significa divina?

Il termine “divino” viene usato qui in termini di ricerca spirituale ed evolutiva, tanto da essere accettato persino dall’ex URSS comunista che nel 1968 partecipò con altri 240 Paesi del mondo alla fondazione di Auroville, sponsorizzata e tutt’oggi caldamente supportata dall’UNESCO, dal Governo Indiano, dalla Ue.

Non le manca niente?

Quello che mi manca qui sono gli affetti familiari e qualche amico di lunga data. Talvolta la varietà e la gustosità dei cibi italiani, ma devo dire che, come gli oltre 100 italiani residenti qui, non soffro di rimpianti, non mi sento “esule”, né tantomeno “emigrante”.

Perché?

A parte l’esperienza di Auroville, l’India intorno ci offre tanti stimoli culturali, artistici, filosofici, sociali, storici di grande interesse, ancor più in questo momento in cui tutto il sub-continente Indiano sta vivendo una fase di boom economico e di sviluppo sociale senza precedenti.

Ci descrive come trascorre la giornata?

La mia sveglia suona alle sette e mezza, ma spesso mi svegliano prima gli animali che mi circondano o la musica che arriva da un vicino villaggio Tamil. Abluzioni mattutine, un pò di meditazione o yoga o tai chi, colazione all’italiana con caffelatte, pane marmellata e mela. Poi in bici vado in ufficio, che si trova nella zona amministrativa al centro di Auroville. Ci arrivo in 20 minuti, di solito intorno alle 10 e lavoro fino alle 12.30. Pranzo alla nostra mensa collettiva “Cucina solare”.

Perché questo nome?

Usa solo energia del sole. Posso mangiare anche in qualche ristorantino vicino al mio ufficio, se decido di restare al lavoro nel pomeriggio. Altrimenti mi preparo qualcosa a casa, e poi lavoro soprattutto all’editing di qualche documentario che ho girato di recente o qualche altro progetto fotografico o videografico.

Altri impegni?

Ci sono spesso dei “workshops” e laboratory di vario tipo, riunioni e assemblee o consigli dei residenti per prendere decisioni sui vari modi di procedere, qualche corso per imparare o insegnare, qualche altro lungo momento di lavoro o di godimento della natura, della foresta. Posso curare il giardino intorno alla mia casa, o fare una visita ai giardini del Matrimandir, che è un enorme edificio sferico, al centro geografico e spirituale della città, che ospita una camera di meditazione. La frequento un paio di volte la settimana.

Vive con altri in casa?

Vivo solo, ma in mezzo a tanti amici, fratelli e sorelle che condividono con me l’entusiasmo per questo progetto e l’impegno a rendere questo sogno una realtà. Sono molto legato ai miei figli in Italia, ed alla compagna dei miei ultimi 30 anni di vita che una volta l’anno viene a trovarmi per qualche settimana. Anch’io posso permettermi almeno un viaggio annuale in Italia per rivedere i miei affetti, amici e luoghi importanti della mia vita.

Come si procura il cibo ?

Oltre alle mense e ristorantini, in Auroville e nei dintorni, abbiamo una specie di piccolo supermercato, dove preleviamo i beni di prima necessità che ci servono: frutta, verdura, pane, formaggi rarissimi in India, ma non ad Auroville, dove li produciamo.

Paga per questo?

Viene versata una cifra fissa mensile, che fissiamo noi , dalla nostra “maintenance”, che è una specie di “stipendio”, uguale per tutti quelli che ne hanno bisogno e svolgono un “servizio” per Auroville. Chi può permetterselo, offre il proprio servizio gratuitamente o con un compenso minore, mentre tutti contribuiamo con una cifra fissa al mantenimento di Auroville.

Non è noioso vivere in una foresta?

Ma scherza? Noioso? Questa è la parola meno adatta a descrivere la mia vita qui. Avere la soddisfazione di vivere in mezzo alla natura, in maniera sostenibile, senza sottrarre nulla alle risorse del pianeta, compensa i piccoli sacrifici, come la mancanza di frigorifero. Noi abbiamo tante opportunità davvero rare.

Tipo?

Convivere con gli animali selvatici nel loro ambiente, vedere l’alba, il tramonto, le varie fasi della luna dal vivo e non in TV. E poi, godiamo della più grande soddisfazione e conquista: l’assenza della televisione e dei suoi imbonimenti.

Non mi dica che non ci sono altri aspetti negativi pesanti!

L’unico sacrificio un po’ difficile da sopportare è il clima, torrido ed equatoriale per quasi tutto l’anno. Una sauna continua, tranne nel periodo del monsone, in cui invece diluvia per giornate e settimane intere. Il clima facilita le infezioni, anche la più piccola ferita diventa preoccupante. Vivendo in mezzo alla natura con pochi abiti addosso e quasi sempre a piedi scalzi o con pianelle, viaggiando in bici o in moto, siamo sempre a rischio.

Usa Internet. Alla Rete non rinuncia, però! Dunque, un isolamento a metà.

Non penso di essere fuori dal mondo. Anzi penso di star facendo qualcosa per il mondo, di utile, importante, direi “storico”.

E non sono il solo. Tutti quanti qui partecipiamo alle vicende del mondo, siamo in collegamento con gli ecovillaggi e le altre esperienze che vanno in questa direzione, partecipiamo a tutti gli eventi internazionali a favore della pace, del futuro del pianeta, della comprensione tra popoli, culture e religioni.

Lo facciamo anche tramite le scuole e i centri sociali che abbiamo creato nei villaggi circostanti per l’emancipazione dei bambini, dei giovani, delle donne.

Cosa fate in particolare?

Li mettiamo in contatto con bimbi e ragazzi di altri Paesi lontani, li facciamo “viaggiare”. Li aiutiamo a conoscere il mondo e realtà diverse, utilizzando i vari media disponibili. L’altra sera abbiamo messo in contatto due studentesse, una locale ed una residente in Turchia, tramite Skype. Cantavano e si vedevano, che esperienza!

Cosa pensa di fare in futuro? Da anziani non è facile vivere lontani da ospedali, e in genere, senza strutture adeguate.

Il mio futuro è il mio presente: sono convinto e sempre più entusiasta di questa esperienza. Certo, la sfida è enorme, le difficoltà sono tante, dentro di noi, tra noi, e fuori di noi. Ma intanto viviamo il nostro sogno, cerchiamo di attuarlo per il benessere di tutti, e in fin dei conti, se pure questa fosse un’ utopia, non è comunque un grande privilegio vivere l’utopia ?

E le cure mediche?

Abbiamo quanto e più di quanto un normale villaggio di 2000 persone possa avere: due ambulatori locali, due laboratori dentistici ed una farmacia all’interno di Auroville. A breve distanza, ci sono ospedali molto attrezzati, cliniche universitarie, alcune specializzate e all’avanguardia a livello internazionale.

Vivere ad Auroville, ha detto, fa ammalare più facilmente. Vero?

Guardi, il tipo di vita sana che abbiamo scelto è il primo antidoto alle malattie, che vengono prevenute e all’occorrenza curate anche con altri tipi di medicina non convenzionale: ayurvedica, omeopatica, reiki, shiatzu, massaggi, watzu. Auroville è visitata e frequentata di continuo da persone alla ricerca di trattamenti “new age” , che oggi sono tanto di moda, carissimi in Occidente, e che qui sono alla portata di tutti e, per noi Auroviliani, completamente gratuiti.

Insomma, una vita nella foresta non è la scelta di persone un po’ masochiste?

Al contrario, credo che masochista sia chi continua a vivere la vita alienata di “pendolare” del lavoro, di “forzato” dell’ automobile o dei mezzi pubblici, di schiavo della TV e dell’informazione plagiante. Masochista è chi vota, ma turandosi il naso, che continua a sprecare le poche risorse rimaste, che non crea un futuro per i propri figli, ma “regala” loro un pianeta spremuto come un limone.

Quando torna in Italia cosa trova?

Mi guardo intorno e vedo solo tristezza, rassegnazione e sopportazione, se non folle subordinazione a un modello di vita fallimentare. Vedo un Paese che non ha più entusiasmi, in continuo declino, sempre meno all’altezza della propria storia culturale ed artistica, e anche del prestigio che ancora gode, di rendita, nel mondo.

Come considera chi non vive negli ecovillaggi?

Ognuno è in grado di costruirsi la propria vita, e questo lo so per esperienza personale: non è necessario vivere negli eco villaggi. Anzi, fioriscono dappertutto esperimenti di un tipo di vita e di organizzazione più naturali e collettive. Nonostante l’oscuramento informativo dei media, sempre più persone si stanno rendendo conto della realtà e stanno cambiando. Il successo di Obama negli USA e della sua politica ne è un chiaro esempio a livello internazionale. Per “carità di patria” non citerò la politica, la cultura, e la società italiana, ormai sempre più in basso del cosiddetto Terzo mondo. Il suo provincialismo è imbarazzante per noi che la vediamo dall’esterno, e comprendo la frustrazione dei tanti che in Italia non riescono a trovare una via d’uscita.

Allora tutti ad Auroville?

Prima di tutto non consiglio di emigrare in massa ad Auroville, non è questo nemmeno l’intento di questo esperimento. Meglio sarebbe prima rendersi conto che vivere in maniera diversa è possibile, anzi necessario.

Cosa si può fare subito?

Cominciare a liberarsi da tante esigenze imposte dal consumismo, da tante cattive abitudini alimentari, comportamentali. Dico che si può cominciare adesso, oggi, e soprattutto senza diventare schiavi, come i tanti che pagano a caro prezzo certe “alternative” , inutili se non si torna ad una vita più semplice, più sana. Intanto subito, eliminiamo la carne e più in generale tutto quanto è superfluo e dannoso per il futuro del pianeta.

Immagino che vivere come lei abbia meno costi.

Vivere in India, a livello economico, è molto meno costoso che in Italia e più in generale, nei Paesi occidentali. In questo momento, come dicevo prima, è in atto un fortissimo boom economico. Anche l’India si sta allineando ai prezzi e al livello di vita “occidentale”. Se guardate un qualsiasi film di Bhollywood vedrete come avanza l’occidentalizzazione, accompagnata anche dai suoi valori negativi, come la violenza, le bande armate, le mafie.

E allora?

Quello che però proviamo a vivere qui, e che comunque mi porto con me anche quando vengo in Italia, è un tipo di vita più semplice, con meno sovrastrutture superflue ed imposte dal consumismo. Uno degli slogan della mia generazione era “riprendiamoci la vita”. E sono convinto che qui ad Auroville si stia cercando di costruire una felice sintesi tra i valori filosofici indiani attualizzati da Sri Aurobindo ed i valori più positivi emersi dalla generazione del’68, dei “figli dei fiori”, degli “hippies”.

Auroville è nata infatti il 28 febbraio 1968, in piena stagione psichedelica, due mesi prima del “maggio francese”. Giusto?

Certo ed i primi “fondatori” arrivarono qui con autobus coloratissimi e le vecchie Renault. “Capelloni” idealisti e sognatori che, anziché affondare nelle droghe, vennero a realizzare la nuova società dei nostri sogni, prendendo possesso di una collinetta deserta per renderla in pochi anni una foresta ed un giardino lussureggiante.

Cinzia Ficco

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