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Berna (Svizzera): piccola, curata e tradizionalista

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Berna (Svizzera): piccola, curata e tradizionalista

Siete disposti a perdere una fetta di libertà in cambio di: mezzi di trasporto efficienti, elevata qualità della vita e dell’aria, un contatto continuo con la natura, condizioni di lavoro più che dignitose, multiculturalità? Berna fa per voi!Lo dice Terry Mussoni, nata nell’82 a Rimini, che vive in Svizzera da qualche anno. “Dopo la laurea-racconta- ho mandato la candidatura per un posto messo a concorso e pubblicizzato sulla bacheca della mia Facoltà. Sono stata selezionata e dal settembre 2008 lavoro e vivo qui”. Si occupa di traduzioni e la sua vita è cambiata parecchio. Sì, perché chi decide di trasferirsi nella capitale della Confederazione svizzera, deve perdere un po’ di flessibilità made in Italy.

Che vuole dire?

I cittadini sono precisi, puntuali, hanno un grande senso civico. E poi, sono silenziosi. E’ surreale il silenzio al mercato! Sono sportivi, magri, atletici, lavoratori, rispettosi. Offrono e pretendono rispetto delle code alla posta, del parcheggio, degli orari.

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Fin qui niente di male! Ma gli italiani sono accolti bene?

C’è un Paese nel mondo che accolga bene gli italiani? Abbiamo una fama ben poco invidiabile. Sì, siamo accolti meglio  degli immigrati africani, ma peggio di tedeschi e francesi. Agli italiani vengono associati la buona cucina e il bel tempo, non certo l’affidabilità e il rispetto.

Anche le donne sono rigide?

Le donne svizzere sono per alcuni aspetti migliori di quelle italiane. Non sono mammone, non sono assillanti, sono più autorevoli, ma forse meno affettuose. Non hanno il gusto per la moda, sono in grado di accozzare colori come fossero daltoniche, sono sportive, impavide. Alludo alle mamme che portano i bimbi all’asilo in bicicletta e con ogni condizione meteorologica. Vanno in pensione a 60 anni senza lamentarsi.

Insomma, siamo completamente diversi?

Noi siamo rumorosi, fissati per il calcio e  le auto, spendaccioni, pur avendo meno denaro. Loro tirchissimi, e mai attaccati al telefonino come noi italiani (anzi ti guardano malissimo se lo fai). Poco espansivi, molto metodici, si lasciano andare solo con molto alcool e non fanno nulla, se non viene organizzato con grande anticipo.

Berna riflette il carattere dei suoi abitanti?

E’ piccola, ben curata, tradizionalista e attorniata da un panorama naturale attraente. Si rivela molto accogliente al primo impatto. È una città a misura di uomo: poco traffico, mezzi pubblici efficienti che permettono di raggiungere subito ogni angolo della città. Berna é silenziosa, pulita, ordinata. Chi non la consiglierebbe agli italiani, a chi è stressato dalle grandi città o alle famiglie con figli piccoli? Però, molto dipende da cosa si cerca.

Cioè?

I negozi chiudono alle 18, il sabato addirittura alle 17 La domenica sono tutti chiusi, a parte il supermercato della stazione. Gli orari sono molto insoliti per gli italiani. La sera d’inverno la città è vuota, si popola d’estate con i mille tavolini dei locali che si affacciano sulle piazze. Le cucine dei ristoranti il sabato chiudono alle 22 e la domenica alle 21.

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Come città che fa parte del Patrimonio Unesco, Berna è ben tutelata?

Sì, d’estate tutti gli edifici del centro partecipano a un concorso per il davanzale di gerani più curato. I fiori sono rigorosamente rossi e bianchi. La pulizia è quasi maniacale. Le fontane hanno acqua potabile e sempre pulita, anche d’inverno. Nessuna costruzione a impatto ambientale violento, almeno nel centro. Nei quartieri più esterni e a maggior concentrazione di immigrati, ci sono edifici di dubbio gusto.

Berna ricorda altre città italiane?

Nessuna che io conosca, o forse qualche comune di montagna in Trentino Alto Adige.

Come si vive a Berna?

Per me gli orari sono soffocanti. Il rigore delle biciclette in fila nei parcheggi mi dà la nausea, i negozi chiusi alle 18 mi fanno innervosire, il silenzio della domenica mi fa angoscia, l’eccessivo rispetto mi sembra ottusità. Per il resto, a parte le tasse più alte della Svizzera, è una città molto vivibile.

La notte c’è vita?

Il giovedì fino alle 21, perché ci sono i negozi aperti, d’inverno solo il sabato, d’estate anche durante la settimana, ma mai fino a tardi.

Com’è il clima?

Rigido d’inverno, molto piovoso. D’estate mite.

Ci sono abitudini strane?

Gli orari sono strani, per noi italiani. Inizio della scuola o del lavoro alle 7.30, la pausa caffè alle 9, il pranzo due ore e mezzo dopo. Si finisce di lavorare alle 16. La cena è alle 18. Si va a letto alle 20.
Gli spettacoli serali iniziano alle 19.30, ai concerti si va con i tappi nelle orecchie. Gli svizzeri non si salutano e ti guardano in modo strano se fai le buffe ai bambini.

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Altro?

Beh, ci sono altre abitudini strane. Come: tenere un paio di ciabatte in ufficio da usare durante la giornata. Trovo terribili le Birkenstock con i calzettoni! Poi, camminare scalzi sul marciapiede o sulla moquette negli uffici, portare i bambini a fare il bagno in costume sulla piazza davanti al Palazzo Federale, condire qualsiasi piatto con la panna da cucina più liquida della nostra, fare grigliate ogni giorno in estate.

Tradizioni particolari?

L’Eiertutsch, lo sbattimento di uova, prima di Pasqua. Si preparano grandi quantità di uova sode e, a turno, ci si sfida in coppia. Vince chi non le rompe, sbattendole contro quelle dell’avversario. Il Brunch in fattoria per la festa nazionale del 1° agosto. E’ sentito il Carnevale, per cui ci si veste in maschera e si sfila per la città. Ci si ubriaca nelle feste che seguono.

E quali sono i piatti tipici?

Berner Platte, (crauti, patate, salsiccia, speck e fagioli). Fonduta di formaggi o raclette (formaggio fuso su pane, patate, sottolio), Rösti (patate e formaggio in padella).

Cambiamo argomento. C’è lavoro e in quali settori?

C’è occupazione per i giovani con alta qualifica, in quanto la percentuale di studenti universitari in Svizzera non è molto elevata. Parlo di medici, ingegneri, ricercatori.

Ci sono posti belli da vedere, dove è conveniente anche vivere?

Berna è situata in uno dei più grandi cantoni, che offre ogni tipo di paesaggio: dai laghi al fiume, alle montagne. Le montagne intorno sono bellissime d’inverno per gli sport invernali e d’estate per le passeggiate. Sono facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici.
Berna si trova nel centro della Svizzera ed è a un’ora di treno dalle altre principali città ad eccezione di Ginevra. Che si trova a due ore. Il cantone è tra i più cari per le tasse. In centro a Berna gli affitti sono molto elevati. Fuori, sono più bassi. A dieci minuti da Berna si è già in campagna con pascoli e mucche intorno. Nelle città o cantoni più popolosi le tasse e la vita costano di più. Molti ricchi spostano la residenza in qualche cantone piccolino, tipo Zugo. Nella Svizzera francese, per non dire proprio nel Ticino, si sta meglio. Lì, le persone sono meno rigide di quelle della Svizzera tedesca.

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Come sono i collegamenti con l’Italia?

In treno dalle principali città svizzere (Basilea, Berna, Zurigo, Ginevra) partono treni diretti per Milano o Venezia con offerte interessanti. Si deve prenotare con tanto anticipo. Da dicembre scorso i treni italiani, poco affidabili, hanno fatto sì che venisse soppresso il collegamento notturno con Roma.
In aereo, il collegamento da Basilea e Ginevra è assicurato da compagnie low cost e da Zurigo da quelle di bandiera. C’è anche un volo da Berna verso Olbia, ma solo l’estate.

In sintesi, lati positivi e negativi della vita in Svizzera?

Stipendio considerevole, mezzi di trasporto efficienti, qualità della vita e dell’aria elevata, contatto con la natura, condizioni di lavoro più che dignitose, multiculturalità. Negativi: rigidità, difficoltà a stringere amicizia con persone del posto, spese mediche alte rispetto alla scarsa professionalità.

Cosa le manca dell’Italia?

Il vociare per le strade, le persone espansive che in treno ti raccontano la loro vita senza conoscerti, il sole d’inverno, il gusto nelle vetrine dei negozi, i parrucchieri, che sanno fare il loro lavoro.

Consigli a chi voglia venire a vivere in Svizzera?

Conoscere almeno una lingua che non sia l’ italiano, portare solo il meglio dell’Italia, perché il peggio lo conoscono già, non fare i confronti con l’Italia.

A cura di Cinzia Ficco

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