Cristina: vivere in Repubblica Dominicana

A cura di Maricla Pannocchia

Nata e cresciuta a Pavia, dopo aver lavorato nella frenetica Milano, Cristina ha imparato ad adattarsi ai ritmi rilassati della Repubblica Domenicana, Paese in cui era già stata 6 volte, prima di decidere di trasferirvisi.

“Ho deciso di lasciare l’Italia per fare un anno sabbatico. La necessità è nata durante il periodo del lock-down per il Covid. Io la chiusura forzata l’ho vissuta bene perché, dopo tanto, ho avuto modo di dedicare del tempo a me stessa e ho scoperto che durante la giornata potevo fare tantissime cose” racconta Cristina, che adesso si occupa di promuovere la Repubblica Dominicana, nello specifico Puerto Plata, che si trova nel nord del Paese ed è sconosciuta alle rotte turistiche e ai tour operator italiani.

Sicuramente la vita in Repubblica Dominicana è diversa rispetto a quella in Italia, gli stipendi, per chi lavora da dipendente, sono bassi se comparati a quelli europei e il costo della vita è piuttosto caro. “A chi sogna di trasferirsi qui, suggerisco di viverci per almeno un mese, ma non in hotel. Naturalmente, un mese non è sufficiente per capire l’intero Paese ma è una buona base per farsi un’idea di come funziona la vita quotidiana qui.”

Cristina Calà

Ciao Cristina, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Cristina, sono nata e cresciuta a Pavia e ho sempre amato viaggiare. Da quando ero piccola, insieme ai miei genitori ho fatto tantissimi viaggi in camper tra Italia ed Europa. Successivamente, una volta raggiunta un’indipendenza economica, ho iniziato a viaggiare sola o con gli amici. Il viaggio è sempre stato una mia priorità e il mio unico “vizio”.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho deciso di lasciare l’Italia per fare un anno sabbatico. La necessità è nata durante il periodo del lock-down per il Covid. Io la chiusura forzata l’ho vissuta bene perché, dopo tanto, ho avuto modo di dedicare del tempo a me stessa e ho scoperto che durante la giornata potevo fare tantissime cose. Durante il lock-down ho letto, ho creato diari di viaggio, ho iniziato a fare yoga tutte le mattine, ho frequentato un corso di inglese e uno di ballo online… ho capito che, in un certo modo, nella mia vita di sempre, stavo sprecando il mio tempo.

Come mai hai scelto di trasferirti proprio in Repubblica Dominicana? C’eri già stata prima, magari in vacanza?

Prima di trasferirmi ero già stata in Repubblica Dominicana 6 volte, l’ho sempre sentita un po’ come una seconda casa. L’ospitalità delle persone, il clima caldo tutto l’anno, la musica (adoro ballare salsa e bachata) la rendono meravigliosa. Diciamo che, per uscire dalla zona di comfort, era un primo passo ma non così drastico e non verso l’ignoto.

Avevi già vissuto all’estero prima? Se sì, racconta brevemente quell’esperienza…

No, questa è la mia prima esperienza di vita fuori dall’Italia. Credo nel fatto che non sia mai troppo tardi, basta crederci. Solitamente l’anno sabbatico viene preso dopo gli studi, prima d’immergersi nel mondo del lavoro. Io penso che il tempo giusto per me fosse ora. Sicuramente anni fa sarebbe stata un’esperienza totalmente diversa.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

I miei cari hanno vissuto un misto di emozioni tra l’incredulità per la mia partenza e il dispiacere perché sarei stata così lontana ma, allo stesso tempo, tutte le persone a me vicine, dagli amici alla famiglia, mi hanno supportata nella mia nuova scelta di vita, anche perché credo che, quando tu sei il primo a credere in qualcosa, in un certo senso infondi sicurezza e serenità a chi ti sta intorno.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Prima della partenza ho chiuso tutta la mia vita dentro a delle scatole. Sono partita con 2 valige e con un’idea di quanto tante cose che compriamo siano superflue. Ho adottato uno stile di vita minimalista, compro solo ciò che realmente mi serve.

Di cosa ti occupi?

Mi occupo di promuovere la Repubblica Dominicana, nello specifico Puerto Plata, che si trova nel nord del Paese ed è sconosciuta alle rotte turistiche e ai tour operator italiani che propongono esclusivamente Bayahibe e Punta Cana. Propongo tour e un turismo di tipo esperienziale. Racconto della mia vita in Repubblica Dominicana su Internet.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Se si conoscono bene l’inglese e lo spagnolo si può lavorare nel settore alberghiero e in quello della ristorazione ma lo stipendio base è basso e le ore di lavoro settimanali vanno in media dalle 45 alle 54, a volte anche di più. Questo fa sì che un lavoro come dipendente per un europeo non sia una delle migliori scelte professionali.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Penso che la Repubblica Dominicana sia un Paese caro in cui vivere. Ci sono destinazioni in centro e Sud America dove il costo della vita è inferiore rispetto a quello che c’è qui. Essendo un’isola, tantissimi prodotti sono importati e i prezzi tendono a lievitare notevolmente per alcune categorie di beni come, ad esempio, quelli per la cura della persona. Normalmente, con uno stipendio base in Repubblica Dominicana hai soldi per mangiare e pagare l’affitto. La maggior parte delle persone con un lavoro come dipendente non si può permettere una vacanza o un viaggio.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Alcuni costi:

La benzina attualmente costa circa 1.30 Euro al litro

1 chilo di patate costa circa 1.50 Euro al mercato mentre quasi 2 Euro al supermercato

1 chilo di pomodori costa poco più di 1 Euro al mercato e 1.50 Euro al supermercato

Un tubo di dentifricio da 75 ml costa circa 4 Euro

Per il bagnoschiuma liquido c’è pochissima scelta, meglio optare per la saponetta solida, più economica

1 kg di caffè locale marca Santo Domingo costa circa 8 Euro

1kg di carne macinata di manzo al supermercato costa circa 10 Euro

4 banane piccole (guineito) costano 50 centesimi

1 avocado costa 1 Euro

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Attualmente stanno cambiando le regole, dato che a maggio ci sono le elezioni e, in base a quale governo sarà elett, le leggi sull’immigrazione potranno cambiare. Attualmente il visto turistico dura 3 mesi poi devi uscire dal Paese ma, essendo in fase di cambiamenti governativi, è possibile che tra un mese non sia più così.

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

Fortunatamente, avendo già viaggiato in Repubblica Dominicana e avendo amicizie locali, non ho dovuto preoccuparmi dell’alloggio perchè sono stata ospitata. Il costo delle case nelle zone turistiche è piuttosto alto. La mia seconda opzione sarebbe sicuramente stata quella di lavorare tramite una delle tante piattaforme tipo Workaway che, in cambio di qualche ora di lavoro il giorno, ti danno l’alloggio gratuito.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Le zone più care dove vivere in Repubblica Dominicano sono tutte quelle più turistiche. Penso che la zona più dispendiosa in assoluto, ma anche stupenda a livello paesaggistico, sia Las Terrenas, nella Penisola di Samanà, dove affittare le case, mangiare al ristorante e i costi dei servizi sono quasi al pari di quelli di alcune città italiane. Per esempio, il costo della luce ha 3 fasce, una per le zone più popolari, una media e una fascia alta dedicata a quartieri ricchi o alle zone turistiche. Las Terrenas rientra nella fascia più alta e, il costo per 10 giorni di luce, accendendo il condizionatore solamente 1 ora la sera prima di andare a dormire, è di circa 30 Euro (consumi effettivi controllati dal contatore). Bisogna calcolare che lo stipendio base in Repubblica Dominicana è di circa 200 Euro al mese, uno stipendio medio per un lavoro d’ufficio è di circa 350 Euro al mese e il servizio di fornitura luce è abbastanza “ballerino”.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

I dominicani sono un popolo solare e curioso verso gli stranieri. È molto facile, quindi, interagire con loro e conoscere le persone locali. Come in tutti i luoghi del mondo, devi essere aperto mentalmente ad accettare usi sconosciuti e una cultura differente dalla tua, anche se alcune cose ti possono sembrare assurde. Come bianco e/o straniero, sei sempre visto come turista ed è capitato che alcuni prezzi vennissero maggiorati, ma allo stesso tempo ti viene riservato un trattamento migliore.

Pensi che la Repubblica DomInicana sia pericolosa per le donne?

Penso che la Repubblica Dominicana non sia un Paese particolarmente pericoloso per le donne. Sia che tu sia uomo o donna, devi prestare le dovute attenzioni, come in qualsiasi altro Paese del mondo. Consiglio, ad esempio, di non andare mai soli in luoghi isolati, di non camminare per strada di notte (meglio utilizzare un Uber o un taxi), di non invitare estranei a casa/in hotel e, in generale, di non ostentare ricchezza con gioielli e orologi costosi.

Come la descriveresti a chi non c’è mai stato?

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La Repubblica Dominicana è da scoprire, il modo migliore per farlo è un viaggio itinerante. L’80% delle persone che visita la Repubblica Dominicana va a Bayahibe, un piccolo paese della costa sud, vicino all’areoporto e dove per strada è più facile sentire parlare italiano che spagnolo. Lì il mare è bellissimo ma sicuramente chi visita solo Bayahibe non può dire di aver visto la Repubblica Dominicana. Ci sono città coloniali, fiumi dal colore turchese, cascate immerse nella vegetazione, sorgenti d’acqua dolce che formano piscine naturali, la montagna più alta dei caraibi a oltre 3000 mt, sentieri per trekking, lingue di sabbia in mezzo al mare… come dicevo, è un Paese tutto da scoprire.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Le principali difficoltà consistono nell’adattarsi ad altri ritmi e a un’altra cultura. Avendo lavorato per anni a Milano, dove tutto è rapido, per adattarsi ai tempi abbastanza dilatati della Repubblica Dominicana devi per forza armarti di pazienza. Manca poi l’organizzazione in quasi tutti gli ambiti, nei quali è quasi impossibile programmare qualcosa a lungo termine. Un’altra cosa è il cibo, mi sembra sempre che ci siano poche opzioni e, soprattutto se si vuole mangiare qualcosa che non sia la cucina dominicana, venezuelana, hamburger, tacos o pizza, che sia veramente troppo caro.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Il fatto che ci sia il sole per più di 300 giorni l’anno e che la tempreratura minima registrata sia di 18 gradi per tutti i meteoropatici come me è un vero toccasana. Gli episodi di mal di testa, infatti, si sono notevolmente ridotti, forse semplicemente cambiando stile di vita e vivendo con meno stress.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

A chi vuole trasferirsi consiglio di fare una prova di almeno 1 mese, non vivendo in hotel ma affittando una casa e valutando i pro e contro del vivere qui. Ognuno ha le proprie esigenze, in un mese chiaramente non hai tempo di adattarti ma sicuramente hai modo di vedere come funzionano determinate cose della vita di tutti i giorni.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

A chi volesse fare una vacanza consiglio un on the road, oppure di trovare un punto strategico dove fare più cose differenti possibili. Conoscendo bene quasi tutta l’isola, creo itinerari di viaggio personalizzati, ottimizzando i tempi.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Se tornassi indietro sarei partita con un livello di inglese migliore. Ho sempre amato lo spagnolo fin dai tempi della scuola, mentre l’inglese non mi è mai piaciuto particolarmente e trovo difficoltoso affrontare una convesazione. Sto studiando, cerco sempre di parlare con i turisti (prima mi vergognavo) e guardo tanti film in inglese.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Abitando qui ho imparato a vivere di più il presente. Come dicevo prima, non essendoci organizzazione, impari a vivere nel “qui e ora” in ogni ambito della vita, mentre prima ero sempre proiettata verso il futuro, programmando il week-end o le ferie.

Progetti futuri?

Al momento voglio vivermi il presente, ovviamente nella mia testa ho progetti e piani B, C, D ma, per ora, sono chiusi in un armadio, insieme ai cappotti e ai maglioni di lana.

Per seguire e contattare Cristina:

E-mail: crical86@gmail.com

Sito web: pubblico articoli su tototravel.it

Instagram: cri.kal