Cambiare vita a 40 anni – Erick Canale
Cambiare vita a 40 anni. Riappropriarsi dei propri tempi. Vivere la vita che si desidera, anche a costo di lasciare un posto da lavoratore dipendente. Un passo importante. Impegnativo. E’ quel che ha fatto Erick Canale, ingegnere con una carriera professionale avviata in una prestigiosa multinazionale italiana. Un bel giorno si è reso conto che quel che aveva non lo rendeva felice, così ha deciso di appendere definitivamente al chiodo le scarpette del lavoratore dipendente e di mettersi in proprio avviando un’attività imprenditoriale a Barcellona. Attualmente Erick è consulente in Sviluppo di Strategie di Comunicazione e Marketing Online ed è responsabile di una piccola agenzia di comunicazione, attraverso la quale aiuta piccole e medie imprese a crescere, creando opportunità di lavoro per altri professionisti.
Chi era Erick prima del 2011 e chi è oggi?
Prima del 2011 ero un ingegnere con una carriera professionale avviata, un lavoro davvero molto interessante in una prestigiosa multinazionale italiana, a cui sarò eternamente grato per tutto quello che mi ha insegnato. Un giorno però mi sono reso conto che, nonostante avessi una carriera stabile e in crescita, praticamente il sogno di molti giovani una volta terminata la carriera universitaria, questo non era abbastanza per rendermi felice. Man mano che passavano i giorni maturava in me la necessità di dare una svolta radicale al mio futuro professionale. Fu in occasione di un corso di formazione al quale ho partecipato insieme ai miei colleghi, che iniziò a farsi strada in me questo desiderio. Il formatore fece una riflessione sull’importanza di essere coerenti e “allineati” tanto nel lavoro come nella nostra vita privata. Affermò che una vita professionale felice senza questo necessario equilibrio era una chimera difficile da raggiungere. Così nel 2011 decisi di fare il grande salto, esattamente nel momento in cui la mia azienda decise di premiare il mio impegno con una promozione e mentre in Spagna (e in tutta Europa) stavamo vivendo il culmine di una delle crisi economiche più dure della storia. Il passaggio non è stato facile, ma oggi posso dire che sono davvero felice e orgoglioso di lavorare per un progetto tutto mio, circondato da meravigliosi professionisti sparsi fra l’Italia e la Spagna con i quali, oltre a un rapporto professionale, condivido amicizia e stima reciproca.
Sei mai stato assalito da dubbi sulla decisione presa?
Tutti i giorni nascono in me dubbi su quello che sto facendo. Credo sia impossibile vivere una vita (personale e professionale) senza avere dubbi, non se la si vuole vivere al 100%. I dubbi in sé sono positivi perché permettono di approfondire, migliorare e crescere. La cosa davvero importante è che i dubbi non diventino una scusa per abbandonare i propri progetti. Quando si affrontano grandi cambiamenti, come quello che ho vissuto io, è necessario lavorare continuamente su se stessi. Rendersi conto di tutte le risorse che si hanno a disposizione per “vincere la guerra”, ma anche di tutte le lacune che bisogna colmare per arrivare il più velocemente possibile alla meta.
Cosa significa rimettersi in gioco a 40 anni?
Non penso sia una questione di età, se non di attitudine nei confronti del cambiamento. A scuola non ci insegnano a gestire i cambiamenti. La nostra cultura ci porta ad avere paura del fallimento (cosa diranno gli altri?) ed è per questo che molte volte siamo reticenti a lanciarci in nuove avventure e cambiare la nostra vita. Molte persone sono disposte a lavorare in un posto che non gli appartiene vivendo silenziosamente un fallimento personale, piuttosto che decidere di prendere il comando della propria vita e iniziare a fare qualcosa che sentono davvero stimolante e in grado di renderli felici. Certo c’è il rischio di sbagliare, ma meglio farlo alla luce del sole.
Perché hai scelto di trasferirti a Barcellona?
Sono venuto a Barcellona nel 2004. L’azienda per cui lavoravo mi aveva proposto il trasferimento per occuparmi di un progetto interessante che mi avrebbe aiutato (come di fatto é stato) a continuare a fare esperienza e crescere professionalmente.
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Di cosa ti occupi?
Oggi sono consulente in Sviluppo di Strategie di Comunicazione e Marketing Online. Sono responsabile di una piccola agenzia di comunicazione con sede a Barcellona con altri due uffici dislocati a Tenerife e Madrid. Offriamo servizi a piccole e medie imprese come a liberi professionisti, affinché possano ottenere una visibilità nel mondo online che sia efficiente. Parallelamente mi dedico anche a fare conferenze in Spagna, in America Latina e in Italia. Sto ultimando la stesura di un libro che sarà pubblicato prossimamente in Spagna e il prossimo anno anche in Italia. In questo libro racconto appunto la mia storia professionale degli ultimi 5 anni, quando sono passato dall’essere un lavoratore dipendente a diventare un piccolo imprenditore. Sono alla ricerca di una fondazione alla quale destinare il 100% dei ricavi delle vendite del mio libro. Sono assolutamente cosciente della fortuna che ho avuto fino ad oggi nella mia vita, credo molto nella gratitudine e per questo voglio a mia volta, per quanto le mie possibilità me lo permettano, iniziare a restituire parte di questa fortuna e buona energia anche agli altri.
Quanto è importante seguire le proprie aspirazioni? E cosa si prova?
È fondamentale. C’é un detto in Spagna che dice: “La vida son dos dias” (la vita dura due giorni), tutto passa velocissimo, non dobbiamo lasciar scorrere gli anni in modo passivo. Invito sempre i miei clienti a vedere oltre l’obiettivo del proprio business. Perche creiamo un’azienda? Perchè la vogliamo far crescere? Perchè vogliamo generare ricchezza? È fondamentale cercare di scoprire qual è il vero motivo per cui tutte le mattine ci svegliamo e decidiamo di dedicare otto o nove ore del nostro tempo a lavorare. Tutti hanno un motivo valido, che va oltre la necessità oggettiva di guadagnarsi il pane di tutti i giorni. Questa è l’attitudine che fa davvero la differenza. Ne ho la prova. Quando riusciamo a creare un vincolo empatico con un proposito reale, tutto si incastra perfettamente, tanto da sembrarci quasi accada per magia. A me é successo e continua a succedere e quando aiuto i miei clienti a fare questo passo importante i risultati sono incredibili e la felicità smette di essere un momento difficile da mantenere vivo e si trasforma in un vero e proprio stile di vita.
Hai mai pensato ad un eventuale rientro in Italia?
In questo momento le probabilità di tornare in Italia sono per me le stesse che ho di rimanere a Barcellona o di trasferirmi in un qualsiasi altro Paese del mondo, dove magari non sono ancora stato. Aldilà di questo, uno dei miei sogni è quello di vivere tra qualche anno a cavallo tra Barcellona e Roma.
Come è cambiata la tua vita in questi cinque anni?
Un beneficio non indifferente è stato quello di non perdere più ore bloccato nel traffico. Inizio a lavorare molto presto al mattino da casa e non organizzo mai nessuna riunione prima delle 10:30. Sono tornato a essere padrone del mio tempo. Organizzo il lavoro di giorno in giorno a seconda di come desidero, se non ho riunioni in programma posso decidere di lavorare da casa oppure andare in ufficio. È un cambio di vita radicale, me ne rendo conto. Sto vivendo esattamente la vita che avrei voluto vivere quel giorno in cui ho appeso definitivamente al chiodo le scarpette del lavoratore dipendente. La più grande esperienza della mia vita, senza la quale oggi probabilmente le cose sarebbero diverse…
A cura di Nicole Cascione