Fanny, “Viaggiare da soli non è per tutti ma mi ha resa la persona che sono”

Fanny, 23enne che vive in Liguria ma di origine sarda, si sente ancora una neofita nel mondo dei viaggi, tuttavia, ha già visitato la Lapponia finlandese da sola e anche il Vietnam, dove ha dovuto contare solo sulle sue forze quando, ricoverata per un’intossicazione alimentare, l’ospedale evitava le chiamate della sua assicurazione.

Da marzo a novembre Fanny lavora in una gelateria in Liguria e, per arrotondare, fa le pulizie. Il resto dell’anno, viaggia a più non posso. “Ho deciso di partire da sola, per mettermi al primo posto, per dare ascolto ai miei bisogni, per prendermi i miei tempi e la libertà che mi erano tanto mancate” racconta la giovane donna, che è attiva anche su Instagram.

Il suo obiettivo, tuttavia, non è tanto diventare travel Influencer quanto organizzare viaggi di gruppo per la community che sta creando sui social. “Viaggiare in solitaria non è qualcosa per tutti, e va bene così”, dice Fanny, “Per questo, vorrei proporre alla mia community dei viaggi di gruppo. Sono rimasta sorpresa quando alcune persone hanno dimostrato interesse al riguardo.”

Per il futuro, Fanny presto partirà per un viaggio itinerante in Islanda mentre è scaramantica sui suoi progetti di vita, quindi, se siete curiosi al riguardo, dovrete seguirla su Instagram.

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Ciao Fanny, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, Sono Fanny, ho 23 anni e sono nata in Liguria, anche se le mie origini sono in Sardegna, sia da parte di mamma sia da parte di papà.

Da dove nasce la tua passione per il viaggio?

Ho sempre amato vedere posti nuovi ma ho sempre vissuto i viaggi in maniera completamente diversa da come li vivo ora.

La mia passione, così com’è oggi, è nata poco tempo fa, dopo la fine di una brutta relazione in cui mi sono sentita in trappola.

Dopo un’esperienza così avevo bisogno di ritrovare l’indipendenza che avevo perso e ricominciare da me stessa.

Per questo, ho deciso di partire per il viaggio che poi avrebbe cambiato tutto.

Sei una viaggiatrice solitaria. Come mai hai scelto di viaggiare proprio in questo modo?

È stata una scelta ovvia per me, era quasi l’unica possibile.

Per molto tempo ho cercato di assecondare gli altri e, alla fine, mi sono ritrovata a un bivio e ho dovuto scegliere fra continuare lungo la strada di quella che viveva per compiacere gli altri o imboccare la via che mi avrebbe portata a mettere me stessa e la mia felicità al primo posto. Perché, lo sappiamo, se non siamo felici noi, non possiamo far felici gli altri.

Per questo, ho deciso di partire da sola, per mettermi al primo posto, per dare ascolto ai miei bisogni, per prendermi i miei tempi e la libertà che mi era tanto mancata.

Qual è stato il tuo primo viaggio in solitaria e cosa puoi raccontarci di quell’esperienza?

Come primo viaggio ho scelto la Lapponia finlandese, perché il mio sogno era quello di vedere le aurore boreali. In più, è un Paese molto sicuro e tranquillo per un primo viaggio in solitaria.

Non potrei aver scelto meglio, e sì, ho visto l’aurora boreale.

L’ho vista una sera, insieme a Laura, un’incredibile ragazza spagnola che ho incontrato lì. Ho guidato come una matta per uscire dall’inquinamento luminoso della cittadina dove stavamo e, passata la luce dell’ultimo lampione, lei era lì, occupava tutto il cielo e si muoveva come se fosse stata fatta di nastri. Era infinitamente grande e infinitamente bella. Ho fermato la macchina e ho tirato fuori l’attrezzatura per la fotografia, sperando che quello spettacolo non finisse (le aurore hanno una durata estremamente variabile). Ho scattato la prima foto ed è comparsa sullo schermo della mia macchina fotografica. In quel momento, sapevo di aver catturato uno degli istanti più belli della mia vita.

Che consigli daresti a uomini e donne che sognano di partire da soli ma, magari, hanno delle paure o insicurezze?

Per iniziare servono una certa dose di pazzia, coraggio e voglia di cambiamento.

Viaggiare da soli non riguarda solo il Paese che si visita, il viaggio più grande sarà dentro noi stessi, perché io prima di partire mai avrei immaginato che, dentro di me, ci potesse essere la persona che sono adesso.

Ho gioito come mai ho fatto e ho anche sofferto tanto e, quando le cose si sono fatte complicate, ho dovuto tirare fuori forze che mai avrei creduto di avere. Dobbiamo ricordarci sempre che la paura non è una nemica, la paura è sana. Partire da soli è un salto nel vuoto e, se non avessimo nemmeno un po’ di paura, significherebbe che c’è qualcosa che non va.

Hai qualche suggerimento in più per le donne?

Come prima cosa non fatevi frenare dalla paura perché ogni luogo ha il suo grado di pericolosità e questo non significa che dobbiamo chiuderci in casa ad aspettare che la vita passi. Piuttosto, prendiamo qualche accorgimento, siamo consapevoli di dove siamo e delle nostre azioni. Non diamo mai troppa confidenza, non riveliamo mai informazioni personali e dati sensibili.

Io, per stare un po’ più tranquilla, porto con me un allarme personale che ho anche mostrato sul mio profilo social. È un portachiavi leggero, maneggevole, di facile attivazione e ha una piccola torcia integrata. Quando viaggio è sempre attaccato alla spallina del mio zaino.

Quali Paesi hai visitato finora e quali ti hanno colpita di più?

Sono solo all’inizio del mio percorso e per ora ho visto la Lapponia finlandese, un pezzettino della Lapponia norvegese e il Vietnam. Tuttavia, ci sono cose che mi hanno colpita molto in questi viaggi… la Lapponia finlandese ha solo due colori per la maggior parte del tempo – è bianca e nera – e l’unica cosa che divide il cielo dalla terra è una striscia nera di alberi ma la notte, se sei abbastanza fortunato e vedi l’aurora danzare, scopri la vera magia di quei luoghi. Il cielo è nero, pieno di stelle, come se si fosse rovesciato il contenitore del sale sul banco della cucina e, a illuminare il tutto, c’è uno spettacolo grigio-verdolino di nastri che non potrai mai dimenticare. Le persone del posto, inoltre, sono le più pulite e rispettose che abbia mai incontrato. La pulizia e i sorrisi non mancano mai.

Il Vietnam, invece ,è stato un duro colpo per me.

Durante il mio 14eimo giorno di viaggio sono stata ricoverata in ospedale per una brutta intossicazione alimentare.

Ho provato il razzismo sulla mia pelle, ho visto un Paese rovinato dell’Occidente, sia per la guerra sia per il consumismo. Ho visto molte cose belle e molte cose brutte e le porterò tutte con me, per non dimenticarle mai.

Fra questi, quali consiglieresti per un primo viaggio in solitaria?

Sicuramente la Finlandia, la tranquillità del posto e la disponibilità delle persone hanno reso il mio viaggio il più bello che potessi desiderare. All’arrivo, non c’è alcuno shock. Il cibo, a differenza di ciò che si dice, è buono, è facile adattarsi e i prezzi sono molto onesti, quando ci si allontana dalle trappole turistiche. Io alloggiavo in un monolocale vicino al fiume con posto auto e pagavo 50€ a notte, ho mangiato spesso nei musei, in cui di solito è presente la formula buffet, con cibo a volontà e due bevande incluse per soli 15€.

Di cosa ti occupi?

Da marzo a novembre lavoro in una gelateria in una città molto turistica in Liguria e, nel frattempo, faccio le pulizie negli appartamenti per avere un’entrata extra. Questo mi permette di viaggiare nei restanti mesi dell’anno e di mettere su le basi per il futuro che vorrei.

Ogni quanto riesci a viaggiare?

Il mio obiettivo è quello di viaggiare sempre di più nei mesi in cui non sono ferma a lavorare, che sia per tanti piccoli viaggi o per uno o due viaggi itineranti più lunghi.

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Hai anche una pagina Instagram con circa 1000 followers. Vorresti farla crescere? Se sì, come ti stai muovendo per riuscirci?

Certo, vorrei farla crescere per dare la mia conoscenza, seppur ancora limitata, a quante più persone possibile. Tante delle persone che mi seguono vogliono cominciare a viaggiare da sole e trovano nella mia pagina un aiuto per iniziare. Io so che tante volte la cosa più difficile da fare è il primo passo e ammetto che, in questo caso, il primo passo può essere decisamente spaventoso. Per questo, voglio creare uno spazio sicuro, dove la gente possa sentirsi libera di chiedere qualsiasi cosa, anche la più banale, che possa aiutarla a prendere coraggio e a fare il primo passo. Nulla è mai banale quando si comincia.

Per farla crescere sto facendo piccoli video con contenuti che reputo utili in diversi ambiti riguardanti i viaggi, dalle cose pratiche alle questioni emotive, ma posto anche riguardo le esperienze di viaggio, belle o brutte che siano, perché tutto è importante e nulla è inutile.

Qualcuno tra questi contenuti è andato virale, il che mi ha colta di sorpresa, ma anche questi piccoli momenti di fortuna hanno contribuito a portare visi nuovi sulla pagina e ne sono molto grata.

Ti piacerebbe mantenerti lavorando come travel Influencer?

Probabilmente preferirei creare dei viaggi di gruppo per portare in viaggio con me la community che ho creato sui social. Parecchie persone, con mia grande sorpresa, hanno mostrato interesse nella possibilità che un giorno io possa proporre questo tipo di viaggi.

Viaggiare da soli non è per tutti e, per quanto io pensi che sia un’esperienza utile e formante per chiunque, riconosco che non tutti lo vogliano fare e questo va bene, quindi, perché non portare queste persone in viaggio con me? Questo è il motivo dietro all’idea dei viaggi di gruppo. Allo stesso tempo, mi piacerebbe anche fare la travel creator e occuparmi di creare viaggi per altri ma le strade possibili sono così tante ed io sono solo all’inizio. Ho tempo per trovare la strada che più mi si addice.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro del viaggiare da sola?

Di sicuro il contro che spicca su tutti gli altri è il non poter avere un supporto emotivo al proprio fianco ma bisogna anche considerare che, per fortuna, abbiamo i telefoni, con cui rimanere sempre in contatto con i nostri cari.

Un altro contro è non poter fare affidamento su altri quando abbiamo bisogno. Dobbiamo fidarci di noi stessi e delle nostre capacità.

Onestamente, questi non sono sempre “contro”, certe volte non avere altra scelta se non fare affidamento su noi stessi si trasforma nel nostro più grande punto di forza.

Essere in grado di risolvere le difficoltà, di non lasciarsi abbattere dai momenti bui, rimettersi in piedi dopo ogni ostacolo, queste sono cose importanti che ho imparato soprattutto viaggiando da sola.

Ed eccoci ai pro:

  • Impari a cavartela da sola. Sempre.
  • Impari a superare sfide che sembravano impossibili.
  • Impari a fidarti del tuo istinto.
  • Impari a riconoscere il tuo valore.

Tutto questo per me non ha prezzo.

E poi, se ci pensiamo, ogni giorno affrontiamo qualcosa che ci fa paura ma lo facciamo lo stesso… viaggiare da soli è questo.

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Ti sei mai sentita in pericolo?

Solo in un determinato frangente ma ero così malata che non ho realizzato subito cosa stava succedendo.

Quando sono stata ricoverata in Vietnam per quella brutta intossicazione alimentare, ho contattato subito la mia assicurazione che ha proceduto a contattare l’ospedale in cui ero ricoverata ma non ha risposto nessuno.

L’ospedale ha evitato le comunicazioni con la mia assicurazione per 3 giorni. L’assicurazione non poteva fare nulla per aiutarmi senza un riscontro da parte dell’ospedale.

L’ospedale aveva tutti i miei effetti personali, a parte il mio telefono. Non ero più in possesso di nessun documento – passaporto, carta d’identità, patente – non avevo nemmeno una cartella clinica, avevano tutto loro, anche le mie scarpe.

Al terzo giorno di evitate comunicazioni senza sapere dove fosse tutta la mia roba, ho avuto le forze di alzarmi dal letto e ho insistito per potere avere un mio referto tradotto in inglese, così da poter attivare l’assicurazione e tornare a casa.

Con il senno di poi, lì ho avuto paura ma questa è stata mitigata dal fatto che ero da sola e non potevo farmi trascinare dalle emozioni. Se volevo tornare in Italia dai miei, avrei dovuto sbrigarmela da sola. Nessuno lo avrebbe fatto per me.

Puoi raccontarci di qualche incontro fatto in viaggio, sia con i locals sia con altri viaggiatori, che porterai per sempre nel cuore?

I due incontri più importanti sono stati con altri viaggiatori.

Il primo è stato con i miei angeli, una coppia di fiorentini che ho incontrato appena atterrata in Lapponia. Era notte, ero andata a ritirare la mia auto a noleggio e avevo scoperto che me ne era stata data una con il cambio automatico (non avevo mai guidato un’auto con il cambio automatico). Loro erano atterrati con me e non hanno esitato due secondi ad aiutarmi. Quella sera mi hanno scortata fino al mio alloggio e, di lì, abbiamo passato gran parte del viaggio insieme. Sono tra le persone più belle e genuine che abbia mai conosciuto e hanno reso quel viaggio indimenticabile, insieme a Laura, una giovane mamma spagnola in viaggio da sola, conosciuta la prima sera lì. Tutti e 4 abbiamo creato dei ricordi incredibili e indelebili, che rimarranno per sempre tra i miei preferiti.

Per quanto riguarda i locals, devo menzionare assolutamente Maria, la mia host lappone che è stata presente come una zia, prestandomi addirittura la tuta da neve di sua figlia da mettere sopra alla mia per farmi rimanere più calda mentre stavo fuori ad aspettare le aurore, e la famiglia che mi ha ospitata a Hoi An, in Vietnam, con la quale ho condiviso le tradizioni di famiglia e deliziosi piatti ogni giorno, senza avere una lingua in comune, se non con la figlia più grande.

Che tipo di viaggiatrice sei?

Si può dire che viaggio low budget perché cerco sempre l’offerta migliore, tuttavia, ci sono elementi che cerco di non trascurare mai, poiché anche quelli fanno parte della riuscita di un viaggio. Per esempio, se possibile evito gli ostelli perché il risposo, in viaggio, è importante quanto il tempo svegli, soprattutto in un viaggio in solitaria, in cui bisogna essere sempre vigili. Non vado necessariamente a mangiare dove costa meno, perché essere ben nutriti e sicuri di ciò che si mangia è importante, però, purtroppo, a volte le accortezze non bastano, come mi è capitato in Vietnam. C’è sempre un margine di errore, bisogna mettere in conto anche questo quando si parte da soli.

C’è stato un Paese che si è rivelato più costoso di quanto avevi programmato?

Sfortunatamente proprio il Vietnam, diciamo che le spese ospedaliere e quelle di rimpatrio di emergenza non erano state calcolate.

Al giorno d’oggi, i viaggi sono alla portata della maggior parte degli italiani. Cos’è che, secondo te, blocca tante persone dal viaggiare più spesso?

Beh, viaggiare non è per tutti e non è per tutte le tasche ma ci sono modi per adattare budget e viaggi, nel limite del possibile, a ogni esigenza.

Un limite di tanti può essere anche semplicemente il non conoscere le possibili mete. Ci sono infinite possibilità, oltre alle classiche destinazioni che tutti conosciamo e che inevitabilmente finiscono per essere le più costose proprio per questo motivo. Serve un po’ di tempo passato a leggere e informarsi sui luoghi che ci circondano.

Un altro motivo di blocco può essere l’incapacità di destreggiarsi tra siti e offerte per trovare quella che più fa al caso nostro, ed è del tutto comprensibile. Non è certo la parte più bella del viaggio ma ne fa parte, almeno per me.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

No, amo il mio percorso. Ho iniziato quando era giusto farlo. Se avessi cominciato prima sarebbe stato troppo presto.

Ho scelto il primo viaggio con la testa e responsabilmente, sapendo che avrei avuto tutta la vita per realizzare i miei sogni più pazzi.

Non cambierei nulla delle mie scelte e le rifarei di nuovo, dalla prima all’ultima.

Cos’hai imparato, fin’ora, dai tuoi viaggi?

Ho imparato che sono stati loro a permettermi di diventare la persona che desideravo essere.

Ho imparato che gli ostacoli possono essere sorpassati e che ho le forze e le capacità per farlo.

Ho imparato che il mio tempo con me stessa e i miei bisogni sono importantissimi per riuscire a dare alle persone che amo quello che meritano.

E ho imparato che nessun luogo è troppo lontano.

Progetti futuri?

L’Islanda itinerante a novembre ma non posso dire nulla, sono scaramantica per quanto riguarda i miei progetti. Se volete sapere come andrà, seguitemi su Instagram.

Per seguire e contattare Fanny:

E-ail: mariafanny.marci@gmail.com

Intagram: @fannyconla_a