Autore Topic: l'isola maledetta  (Letto 4292 volte)

pinco pallino

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l'isola maledetta
« il: 12 Gennaio 2011, 13:08:59 »
Auguri di buon anno a tutti voi
Sono a casa per qualche tempo perche' come saprete, in questi mesi, da qeste parti del mondo, (Australia tropicale),  piove a dirotto e se non piove il sole e' caldo, forte abbastanza da spaccare le pitre. Quindi niente barca a vela ma solo lavoro a casa.

Mi e' stato chiesto di raccontare qualch' cosa a riguardo la mia vita da queste parti del mondo e  cosi' ho pensato che vi possa far piacere leggere della mia ultima avventura.
Si tratta di un'esperienza del tutto singolare che il destino a voluto che vivessi.
ho veleggiato per 5 settimane e ho visto posti fuori mano che non havrei mai pensato di andare a vedere. e' stata un'esperienza molto interessante e ho scoperto dei posti molto belli.
Ecco qui:

Il vento era forte e fischiava tra il sartiame.
Il mare  agitato ruggiva assaltando con violenza lo scafo della piccola barca sballottandola come un insignificante guscio di noce.
Fulmini illuminavano la notte nera senza stelle e i tuoni litigavano minacciosi.
Nell' abbagiante luce intermittente si poteva vedere le creste spumose dell'oceano arrabiato e nelle ombre losche, non era difficile immaginare i mostri marini che i marinai del passato  hanno abbondantemente descritto con timore.
Avevo ammainato le vele e issato la tormentina. Quel solo fiocchetto era abbastanza da tirare la barca alla velocita' massima dello scafo. (8 nodi)
Avevo bisogno di trovare un ancoraggio al piu presto, il tempo non prometteva niente di buono. La bariera corallina era tutt'attorno e non potevo mettermi alla cappa e lasciarmi andare alla deriva per prendermi un po di riposo.
Ero stanco, non avevo dormito bene per alcuni giorni.
Sottocoperta, alla luce fioca di una lampada da minatore, guardavo la carta nautica.
C'era un isola sola nei dintorni, con una baia profonda abbastanza da dar sufficente protezione dal mal tempo, solo quell'isola e nint'altro.
Erano le 3 del mattino e avrei potuto ragguingerla in circa 6 ore.
Non potei trattenere qualche bestemmia. Perche' proprio quell'isola?,
Mi era stato consigliato di starmene bene alla larga. Accidenti, perche' proprio quella maledetta isola?
Era una riserva aborigena dove i bianchi dovevano ottenere un permesso speciale per poterci andare e io non ce l'avevo e anche con un permesso, gli aborigeni non sono contenti di avere dei bianchi tra i piedi.
Questo tipo di informazioni girano con il tum tum nella yachtie's fraternity.

Allle 10 di mattina, calai l'ancora nella baia, guardai attorno per cercare di vedere che tipo di posto poteva essere quello la. A prima vista era piacevole: un paio di colline ricoperte di vegetazione rigogliante circondate dal mare e un piccolo villaggio seminascosto tra le palme da cocco appena dietro la spiaggia, ma non avevo energia per restare in coperta a guardare, avevo bisogno immediato di un buon riposo.e me ne andai in cuccetta.
Per trenta ore di fila avevo veleggiato senza dormire bene, andando in coperta ogni quarto d'ora per guardarmi attorno per evitare collisioni con le navi e i pescherecci che passavano vicino, costretti dalla strettezza del passaggio tra i coralli.
Ero stanco ma non riuscii a dormire, i pensieri mi tormentavano.
Ero in territotio aborigeno, senza permesso, il tempo era pessimo e il rollio all'ancora era spiacevolmente forte.

Quella crocera non era certo la piu desiderabile, ma non  potevo fare altrimenti.
Andare contro gli alisei, che da queste parti del mondo  soffiano per il 98% del tempo da sud-est, vuol dire aspettare  i temporali estivi. Non avevo alternative, dovevo andare a sud... ma perche' diavolo mi trovavo in quella situazione?
Tutto era cominciato a Innisfail.
Ero all'ancora  lavorando senza troppa fretta per preparare la mia barca per la prossima crocera,
all'ancora vicino a me c'era un amico yachtie che conaoscevo da qualche anno. Era di passaggio, arrivava da Makay e stava andando a Darwin ma la sua crocera era stata interrotta da un'inaspettata malattia.
Il tipo mi aveva  detto che per motivi di salute doveva essere ricoverato d'urgenza in ospedale per un'operazione e per quella ragione mi aveva chiesto se per favore potevo aiutarlo a portare la sua barca al porto vicino a casa sua, intanto che lui si riprendeva di forze. Mi sono messo nei suio panni e ho pensato che se qualcosa del genere capitasse a me e se nessuno mi aiutasse, rischierei di perdere la mia barca. La stagione dei cicloni e delle alluvioni era alle porte e una barca abbandonata a se stessa in condizioni avverse come avrebbero potuto verificarsi, non avrebbe avuto molte possibilita' di salvezza. Cosi' mi presi l'incarico e mi ritrovai con le chiavi in mano e 5 settimane di duro lavoro. Andare contro vento.

 Ancora non lo sapevo ma il mal tempo  mi avrebbe fatto rimanere in quell'isola per piu' di 2 settimane.
Dopo qualche giorno di attesa sempre confinato alla barca, il tempo non dava segni di migliorare e per forza di cose, dovetti andare a terra per cercare viveri e acqua. Con trepidazione mista ad ansieta', remai il dingy verso la riva, pensando al peggio delle cose che mi potesse capitare, come essere assaltato da gente che mi voleva derubare, insultare, o picchiare. Remai  molto lentamente, cercando di vedere che tipo di attivita' si stava svilupando a riva. Stavano aspettandomi con bastoni tra le mani dietro le piante?
Arrivai a terra e camminai per una breve distanza e alla prima persona che incontrai  chiesi se per cortesia, mi era permasso visitare l'isola. Con la piu granse sorpresa scoprii che parlavamo in modo al quanto diverso, al punto tale da avere delle difficolta' a capire e comunicare.
In ogni modo presto mi resi conto che la gente era molto cordiale e gentile, di natura pacifica e generosa, mi aiutarono di tutto cuore e piu o meno tutti mi davano il benvenuto.
i bambini erano gioiosi e mi chiesero se potevano giocare con il dingy, date le circostanze non potei rifiutare. In men che non si dica, dozzine di bambini erano in acqua a nuotrare con vigore inesauribile per contendersi tra risate di gioia, un posto a bordo.
Nel fratttempo, una dozzina di ragazzine tra i 13 e 15 anni decisero di impegnarsi in un altro tipo di passatempo. mi seguivano d'ovunque andavo, tenendisi a debita distanza, certo incuriosite dal mio aspetto esotico e dal mio modo di parlare che per loro, date le risate, era senza dubbio uno spasso da non perdersi.
I giorni che  passai la, furono i piu belli di tutti i 27 anni che sono qui in australia.
quando il vento poi  divento' favorevole salpai l'ancora con tristezza perche' la', a vivere con gli aborigeni, avrei voluto rimanere per il resto dei miei giorni.
« Ultima modifica: 23 Maggio 2011, 03:42:23 da Marrone »

miserste

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Re: l'isola maledetta
« Risposta #1 il: 16 Gennaio 2011, 12:01:05 »
Ciao Pinco
come procedono i lavori... mi piacerebbe molto venire a darti una mano, ma da quanto leggo sei ubicato in una zona distante dal mare. La mia sistemazione ideale potrebbe essere; sole, mare temperatura 25/30° tutto l'anno e vento, condizione per poter praticare kitesurf, sport di cui sono appassionato.

In zona...c'è questa possibilità.
Ciao, grazie

David