Per me siamo su un pedalo' che sta affondando in mezzo ad una tempesta.
Uhuuuu come sei tragico.
NO, non siete su un pedalo', non ancora, e questo perche' i fondamentali italiani sono solidi.
Cosa sono i fondamentali?
Vengono indicati come Fondamentali una serie di fattori economici e macroeconomici che in realta' tutti conoscono.
Essi sono in realta' degli indicatori dello stato di salute e della performance dell’economia nel suo complesso.
Si tratta di quelle variabili economiche a cui bisogna guardare per valutare se l'economia in questione "va bene" oppure "va male".
Queste variabili sono:
1. PIL (prodotto interno lordo): indica sia il reddito di una nazione che la spesa in un’economia in un dato periodo di tempo. E' anche una misura standard della produzione di un sistema economico nazionale.
PIL = consumi + investimenti + spesa pubblica + (esportazioni - importazioni)
2. Inflazione: aumento del livello generale dei prezzi.
3. Disoccupazione: percentuale di popolazione involontariamente non occupata.
Passiamo ad alcune considerazioni di carattere generale con un occhio attento alla situazione italiana. Intanto, i conti pubblici rispetto all’inizio dell’anno 2011 non hanno subito drammatici peggioramenti. Se e' vero che il debito di Stato supera i 1900 miliardi di euro e ha una quota nel 2012 in scadenza, compreso il disavanzo, che si aggira intorno al 23,5% dell’ammontare, superiore a quella di ogni altro Paese dell’euroarea, Grecia compresa (che e' al 16,5%), e' pur vero che la durata media del debito italiano e' la più alta (7,2 anni) e la quota in mani straniere la piu' bassa (investiamo solo noi), solo al 42%. Poi, per quanto possa sembrare un inutile mantra, il fatto che i fondamentali economici italiani siano solidi e' innegabile; del resto, siamo la prima economia europea per vocazione manufatturiera la seconda per volumi di export. Inoltre, la quota di risparmio privato nelle mani degli italiani e' la più alta del mondo, un dato che ci distingue da sempre e che sbattiamo volentieri in faccia a quanti ci accusano di essere un popolo di cicale: l’italiano e' formica, caso mai cicale si sono dimostrati i nostri politici negli ultimi 30 anni. Il fatto che li abbiamo votati noi non ci esime da colpe, ma il risultato e' che il debito lo hanno fatto loro e quanti come loro hanno ricoperto posizioni istituzionali e amministrative di alto livello: il fatto che vogliano ripianarlo mettendo le mani nelle nostre tasche prima che nelle proprie, e' solo un estremo atto di codardia intellettuale. La bolla spazio-temporale, nella quale l’Italia aveva cercato di circoscrivere la propria crisi politica (con le dimissioni di Berlusconi) non ha ancora dimostrato di poter reggere la prova dei mercati, per il momento e' gia' scoppiata apprendo il baratro sotto i piedi dell’Italia, degli imprenditori, dei lavoratori e degli investitori istituzionali e non. La questione dello spread, ovvero il differenziale tra Bund e Btp decennali, ha superato quota 500 schizzando nel giro di qualche ora oltre 570 punti base. E, cosa ancora piu' preoccupante, sul mercato secondario il rendimento dei Btp a due anni ha sfondato la soglia psicologica del 7%. Un segnale inequivocabile di come il mercato giudichi insufficienti le misure prese per arginare la crisi ed il dopo Berlusconi, segno che forse tutto il male non era attribuibile al suo governo (anche se sappiamo benissimo quanto ci mangiassero sopra), soprattutto, di come tema che i tormenti politici romani con lunghe ed estenuanti trattative politiche o un ricorso alle urne allungherebbero i tempi per l’approvazione e l’implementazione delle riforme.