Non posso continuare a rispondere fra le righe, cosi' facciamo a chi meglio le tira (le ca**ate).
In termini finanziari la tua proposta, che non e' solo tua ma anche di una parte della popolazione delusa, di certi sindacati e di personaggi vari che di economia ne sanno come il cavolo a merenda... (e sono buono oggi) e' una emerita ca**ata perche oggi siamo in una fase di globalizzazione dei mercati in un processo senza ritorno. Da un punto di vista economico infatti, il processo di globalizzazione consiste nella formazione di un mercato integrato di dimensioni mondiali. Esso rappresenta un fenomeno nuovo, che e' difficile comprendere sulla base delle tradizionali teorie del commercio e della finanza internazionale. Tuttavia, bisogna osservare che il processo attuale di globalizzazione presenta alcune caratteristiche comuni con la fase che l'economia mondiale ha conosciuto verso la fine del diaciannovesimo secolo, grazie al gold standard e alla sempre piu' intensa libera circolazione dei capitali e delle persone (le grandi migrazioni transcontinentali). La globalizzazione e' un processo che si innesta su una fase precedente di sviluppo dell’economia mondiale.
Ti spiego con alcuni esempi.
L'Italia importa principalmente dai paesi europei (per una questione di convenienza e di qualita'), dalle Americhe e dall'Asia.
Se dovessimo decidere di fare da soli sparirebbe nella bilancia commerciale la compensazione, quello che una volta si chiamava baratto.
Io compro da te questo e tu compri da me quello - il baratto puro non comportava il pagamento, il baratto globale comporta un pagamento e quindi una compensazione di valori e non solo della merce di scambio - in mezzo a quello moderno ci sono le transazioni finanziiarie che sostengono gli stati e permettono alle economie di mantenersi.
Infatti il mercato dell'import export si chiama anche mercato degli scambi.
In questa pagina web si scarica un file leggibile con power point che spiega nel dettaglio il significato di quanto ho affermato.
SCAMBI COMMERCIALIQuando furono messi dei vincoli al Giappone, cioe' venne in parte sottoposto a embargo il suo mercato automobilistico (in parte lo e' ancora) era perche' il Giappone esportava i suoi prodotti ma non importava se non materie prime che all'Italia difettavano, per cui si mise una contingenzazzione ai loro prodotti per obbligarli a acquistare i nostri. Oggi come oggi in Giappone trovi quasi esclusivamente quei prodotti che rappresentano l'eccellenza del made in Italy, le Ferrari certamente, gli abiti e gli accessori di lusso, i prodotti alimentari, i vini e poco altro anche se questo rappresenta una buona compensazione in termini di valore netto che alla fine conviene.
Andando in autarchia, o in una sorta di auto embargo, gioco forza noi non importeremmo piu' i prodotti che gli altri vorrebbero venderci e di conseguenza gli altri -perche' non avviene piu' la compensazione dello scambio commerciale- non comprerebbero piu' le nostre merci.
Di fatto verremmo tagliati fuori dal mercato e automaticamente tu, come italiano medio, ti spari nei co****ni.
Negli anni 80 le miniere di oro in South Africa estraevano il doppio di quello che estraggono oggi.
Alla fine degli anni 90 la produzione crollo' bruscamente, fuori Johannesburg vedevi quando atterravi all'aeroporto le montagne di materiale di seconda scelta apparentemente abbandonate.
Chiesi il perche' e mi spiegarono che estrarre l'oro da quel materiale comportava una spesa maggiore in termini di impegno, macchinari, energia e non era giustificabile causa il prezzo basso dell'oro nel mercato mondiale a quel tempo.
Se vai a Johannesburg adesso le montagne non ci sono piu'. Non le hanno spostate, hanno semplicemente estratto il materiale utilizzando tecnologia e tecniche piu' sofisticate e quindi piu' costose e non necessariamente personale che invece si utilizza principalmente in fase di estrazione.
Pero' il prezzo dell'oro all'oncia e' aumentato paurosamente tale da giustificare aumenti di spese per la produzione e quindi mantenere nel tempo ricavi convenienti.
Vuoi un altro esempio? In Canada ci sono gli scisti oleosi. Cosa sono?
Sono anche dette sabbie bituminose anche se in effetti sono due prodotti leggermente diversi, in comune hanno alti costi per estrazione, oil sands in Inglese. Si trovano in Canada, un giacimento importante si trova a Fort McMurray a nord di Calgary (ci sono stato) ma anche in altre aree del pianeta. Sono rocce sedimentarie a carattere scistoso che contengono quantita' variabili di sostanze bituminose; oltre che nel succitato Canada si trovano in Venezuela, Scozia, Francia, Italia. In Italia giacimenti li trovi nelle Marche, Trentino, Campania e Friuli e quello piu' importante e' in Sicilia (ma solo di scisti oleosi). Come gli scisti oleosi anche per le sabbie sono notevoli le difficolta' di lavorazione che incidono fortemente sui costi (vi risparmio il processo), diventano convenienti solo se il prezzo del petrolio sale a livelli tali da giustificare l'investimento.
Le riserve mondiali di scisti oleosi sono di circa 400 miliardi di tonnellate, i giacimenti in Sicilia sono di circa 5 miliardi di tonnellate.
Perche' non si sfruttano o si sfruttano in minima parte?
Il giacimento di Fort McMurray e' stato aperto alla fine degli anno 90 causa alto costo del petrolio tradizionalmente estratto (anche qui ci sono delle differenze se in mare o a terra ma tralasciamo il discorso). Oggi lavorano si e no per il 55 della loro potenzialita'. Perche'?
Perche il prezzo di mercato, mercato globale, non permette a chi lo estrae un guadagno sufficiente e quindi se ne stanno li che tanto non se le porta via nessuno.
Il grosso problema dell'Italia sarebbe che andando in auto embargo i costi interni crollerebbero in un attimo, mancando la richiesta e in un periodo di crisi i risparmiatori italiani si vedrebbero sparire letteralmente la terra da sotto i piedi, terra rappresentata da occasioni di investimento e non solo di prodotti italiani ma globali.
Valli a convincere tu che la X6 non se la possono piu' comprare e nemmeno l'Harley, mi si obiettera' che sono beni di lusso, ok, dato e non concesso opteranno per prodotti italiani ma, se al posto della Bmw si comprano la Lancia o l'Alfa che ca**o si comprano al postto dell'Harley?
E non solo quei prodotti, i rasoi elettrici ormai sono solo Philips o Braun, gli elettrodomestici sono francesi o inglesi o giapponesi e mettiamoci anche i cinesi e bada che la Girmi e' fallita un paio di decenni fa, e questo discorso lo si adatta a milioni di altri prodotti di uso comune che da noi sono solo stranieri.
Il telefonino per esempio, l'iPad, che si fa?
Le tue proposte non stanno minimamente in piedi.
Non sono piu' convenienti perche' gli operai costano troppo ed i minatori non hanno voglia di rischiare la vita per due lire. Chi comprerebbe carbone o altri minerali dai cinesi, se i loro minatori iniziassero a prendere il doppio o il triplo?
Non sono convenienti perche' si stanno esaurendo tutti e le tecnologie per estrarre quello che e' rimasto costerebbe troppo rispetto al prezzo di vendita, ergo il guadagno non ci sarebbe piu'. Si vede che non conosci la Cina, nelle miniere ci lavorano principalmente quelli che hanno subito condanne, poi gli altri che non hanno altro da vivere, ergo poveracci morti di fame, tranquillo che non pretendono il doppio o il triplo e anche se lo facessero, l'incidenza della mano d'opera e' minima in quei paesi, il doppio di zero e' sempre zero!
Ok, d'accordo con te.... ma perche' siamo costretti a comprare latte dagli altri paesi europei? Non sarebbe meglio comprare e bere quello italiano? Perche' dobbiamo distruggere tonnellate di pomodori, aranci, mandarini, pesche ed essere costretti poi a comprare gli stessi prodotti dagli altri paesi? E' questo il punto dolente!
Perche' le quote europee le hanno decise per compensare le produzioni, se poi i nostri allevatori vogliono guadagnare di piu' e non investono in altri settori ecco che la produzione si deve buttare o trasformare in prodotti caseari o altro. E' tutta una questione di comprensione dei problemi e non mettersi sempre muro contro muro.
Io mi sento italiano e per questo me ne voglio andare. L'itaglia non e' il mio paese.
Io me ne sono andato, tu stai ancora li. Parli parli ma e' un anno che stai sul forum.
Un consiglio: anche se il tuo Paese te lo senti stretto addosso, anche se ti pesa, ricordati sempre che e' l'unico che ti accogliera' a braccia aperte, che tu sia povero o ricco.
Ci credo che si vive meglio! Non hai degli £$/&%& ç$°£$ !&&#òç°é (mi censuro da solo) che ti governano.
Li avete votati e mo ve li tenete, la volevate la bicicletta? E adesso pedalaaare!
Questo l'ho visto solo ora: http://it.finance.yahoo.com/notizie/gran-bretagna-addio-europa.html
Non credo mai alle notizie tipo "si dice che" oppure che "voci dicono che"...
Lasciano il tempo che trovano. In politica e negli affari valgono i fatti, e i fatti dicono ben altro.
Se tutto il mondo dovesse prendere per buone tutte le str***ate che vengono dette oggi in Italia, parlamento compreso, saremmo gia' stati abbandonati tutti su un isola deserta in balia delle onde... Su siamo seri. Mio padre mi ha insegnato che sui giornali si vada a leggere prima l'ultimo paragrafo di un articolo e poi il resto, in genere la verita' sta sempre sul fondo mentre le chiacchiere girano nell'aria.
La conferma di quanto affermo la puoi leggere direttamente in calce nella pagina da te inserita:
L’ipotesi che il premier Cameron possa rinegoziare con Bruxelles gli accordi di adesione, è ormai troppo lontana anche perché sarebbe quasi impossibile che Bruxelles possa concedere altri vantaggi all’Inghilterra senza ottenere nulla in cambio. “Il Regno Unito continuerà ad essere il più grande beneficiario del mercato unico”, scrive il Wall Street Journal, sottolineando come, in realtà, la Gran Bretagna ha fino ad oggi sfruttato anche i vantaggi economici offerti da Eurolandia. Se davvero Cameron volesse abbandonare l’Eurozona, dovrà fare i conti con un indebolimento inglese nei confronti degli ex-partner europei. Londra rischierebbe di diventare una succursale Usa nel Vecchio Continente, con l’inevitabile isolazionismo. In ballo ci sono gli interessi di una nazione e ma anche del mercato europeo. Prima di lasciare l’Unione, occorre fare bene i conti. Per conferma, chiedere a Grecia e Spagna.