Autore Topic: lettera di una terremotata  (Letto 3239 volte)

Quieteaccesa

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lettera di una terremotata
« il: 17 Luglio 2010, 00:44:23 »
E' la prima volta che vi scrivo e come potete leggere dal titolo sono una terremotata. E' passato più di un anno ormai da quel 6 aprile, da allora non ho più un lavoro e una casa. Questi due fattori hanno contribuito a prendere una decisione che maturava da tempo: andar via, ricominciare altrove... ma dove? Non ero originaria di L'Aquila, ma con gli anni avevo imparato a sentirla mia, avevo trovato un lavoro e con l'aiuto dei miei ero, dopo vari sacrifici, riuscita a comprarmi un bilocale che per me era il mio nido, la mia indipendenza e c'erano riposti tutti quei sogni di una qualunque persona: la speranza di una più cospicua remunerazione, la possibilità di renderla più carina o  una casa vera... ma col tempo la situazione lavorativa andava scemando fino a quella notte che ha messo in discussione ogni precarietà. Sin dal giorno dopo ho avuto il desiderio di non fermarmi, di non lasciarmi sconvolgere da un evento così disastroso che entra nel quotidiano, e di non aspettare aiuti esterni, ma non ho ottenuto risultati. Il mio curriculum è arrivato a oltre 500 mail e le risposte si contano sulle dita di una mano... sempre la stessa: al momento non abbiamo la possibilità, ci spiace... C'è la crisi. Io vorrei solo riconquistare quella quotidianità tanto odiata, entrare in una casa che posso sentir mia, riavere un gruppo di amici, sorridere in compagnia. Ma i miei amici sono dispersi, tra chi ha ottenuto una casa, chi vive ancora negli alberghi e chi come me non ha avuto nulla. Al momento vivo dai miei parenti in un paesino che non dà né possibilità di lavoro, né una vita sociale... mi sento agli arresti domiciliari senza aver combinato alcunché di errato. Ma è un serpente che si morde la coda: senza un lavoro non posso permettermi l'affitto di una stanza o un monolocale, senza una residenza sicura, molti non ti danno lavoro. L'idea di andar via da L'Aquila purtroppo l'avevo già da prima del terremoto, la città stava vivendo grandi disagi, il terremoto ha orribilmente accelerato la partenza. Non ho idea di dove cominciare. Qualcuno mi dice che a nord forse c'è ancora qualche possibilità di lavoro, in città come Milano... altri mi dicono che gli affitti sono impossibili. Io non ho conoscenze, ne amici che mi possono aiutare, essendo anch'essi in difficoltà...e molti aspettano fiduciosi una manna. Inutile convincerli a partire insieme... in due o più si ci dà una mano, ci si fa coraggio, ma nulla...  Mi sembra di galleggiare attaccata ad una zattera in cerca di un orizzonte.... ma mi guardo intorno e non vedo luogo dove approdare: è tutto un “cerchi di capire con la crisi...”, “gli affitti sono cari...” “ si deve aver pazienza”e un insieme di frasi scoraggianti che non aiutano a rialzarsi. In questo caos generale non so neanche più quali sono i sogni, le ambizioni... forse le ho volute dimenticare di fronte ad una realtà in cui finisci, se ci riesci, dopo estenuanti selezioni e raccomandazioni, a tirare avanti lavorando a provvigioni in un luogo dove sei sfruttato 24 ore al giorno.... Ma sorrido, non pensate che non lo faccia... però è difficile.... mi sento rigettata nel quotidiano senza averlo, senza una bussola.... e soprattutto vuota, tolta della dignità di cittadina: senza un lavoro, senza una casa, senza amici e il periodo ha voluto, senza neanche un partner... Io e la mia valigia, dentro treni affollati di gente che va in vacanza, di famiglie che sgridano i capricci dei loro bambini e ti guardano con impazienza perchè hai con te una valigia ingombrante, senza sapere che li dentro c'è gran parte di quello che ti è rimasto, di avere davanti non una villeggiante ma una persona che come una vagabonda con i pochi soldi che le sono rimasti, sta girando per le città nell'utopistica ricerca di un lavoro, un lavoro che rappresenta la partenza per altre cose: l'inizio in una nuova città, nuove conoscenze, e soprattutto che possa garantirle la possibilità di tornare ad essere una persona. E' difficile rendere a parole cosa si prova. A volte penso di partire per l'estero, poi ci ripenso, ma mi guardo intorno e non mi rispecchio in questa Italia dove non si fa altro che licenziare e mettere in cassa integrazione e  non c'è posto per i nuovi.
La crisi è dappertutto dicono... ma allora come si ricomincia? Come ricominciano le persone che hanno perso i punti di riferimento basiliari? Da fuori è facile dire di aspettare o non avere risposte... ma viverla è un'altra cosa. Non so davvero quale possa essere quella città dove poter dire... si riparte, dove poter indirizzare un sorriso, dove ti senti una pacca sulla spalla che ti dice: dai ce la puoi fare... Ho provato anche a scegliermi una città lanciando una monetina, o pescandola tra i biglietti... ma è un modo infantile di agire, confidando che nel caso ci possa essere una risposta. Così passo i giorni, con la voglia di andare ma confusa sulla destinazione, impaurita dalla solitudine, tutto a un tratto mi sembra di essere un personaggio dickensiano, un personaggio di un libro: solo con la sua sacca in giro per il mondo, fin quando i piedi e i soldi lo permettono... ci fantastico sù... sorrido pensando se fosse una sceneggiatura... lì ci sarebbe un regista che prima o poi farebbe incontrare le persone giuste, nei luoghi giusti.... poi torno alla realtà e mi ricordo che quella persona sono io e che non c'è nessun regista di aiuto.... che a natale guardavo le vetrine, guardavo le persone comprare regali, le luci accese delle finestre delle loro case, le voci e i rumori delle posate a cena, mentre sul letto di un modesto bed and breackfast cercavo di immaginarmi in una casa mia, con i suoi odori, gli oggetti cari e i sorrisi delle persone amate.
Devo solo farmi coraggio e continuare il mio vagabondare solitario, ma mi sembra di non arrivare mai e allora mi diventa difficile continuare a mantenere il sorriso. Se lanciassi una monetina ora, quale città pensate vi sarebbe raffigurata?

gianni50

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Re: lettera di una terremotata
« Risposta #1 il: 17 Luglio 2010, 01:11:49 »
Ciao , preparati quella famosa valigia...raccimola piu che puoi ...e vieni in uruguay, sto a venezuela e primi di agosto spreo gia di stare la ..insieme  apriremo qualcosa e avanti con tranquillita,, non cerco ne compagna ne amori meno altre cose,,solo amica  e una persona con cui posso avre fiducia..sei e rimarrai sempre libera di decidere fdella tua vita.. mi raggiungera un amico dalal germania fine settembre per mettersi in societa con me...non ti manchera vitto alloggio e stipendio..  o anche parte di societa  come vuoi e ti senti..importante che esci da quel incubo   di vita  che non è..o passato brutti momenti per questo ti capisco..quindi qualsiasi cosa o decisione contattami  al messnger dagiccs@live.it   ciao  e  forza  vedrai che tutto si risolve..e sorridi...bye

pinco pallino

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Re: lettera di una terremotata
« Risposta #2 il: 17 Luglio 2010, 01:53:53 »
ciao Quieteaccesa.
hai visto! domanda e ti sara' dato.
scrivi che non cerchi un compagno, forse dovresti considerare anche questa possibilita'
perche' non si sa mai.
Questa tua brutta esperienza potrebbe essere la svolta che ti porta non solo ad una tua casa
ma anche alla tua famiglia.
dai su con la vita, vedrai che si aggiusta tutto.
ciao
un caro abbraccio.

alegreen

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Re: lettera di una terremotata
« Risposta #3 il: 17 Luglio 2010, 19:16:35 »
non terminare i tuoi soldi in cerca del vano in italia.vai al'estero dopo le prime difficolta' fra un po' scriverai su questo post come cambia il mondo fuori confine. io sono all'estero non sara' il paradiso ma sicuramente non l'inferno italiano.in bocca al lupo

pinco pallino

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Re: lettera di una terremotata
« Risposta #4 il: 20 Luglio 2010, 12:49:10 »
Citazione da: Quieteaccesa
Se lanciassi una monetina ora, quale città pensate vi sarebbe raffigurata?
io abito in australia da 27 anni. conosco abbastanza bene la politica australiana.
per quanto ne so, (non prenderlo come un dato di fatto) l'ausralia e' molto aperta ad aiutare persone che come te, hanno avuto la sfortuna di essere vittime di una catastrofe naturale.
ti consiglio di metterti in contatto con l'ambasciata ausraliana a roma e spegare la tua situazione e  che hai bisogno di aiuto. vedi cosa ti dicono.
comunque devo avvertitrti, vivere in terra straniera non e' facile, specialmente se non parli l'inglese.
buona fortuna.