daniel, probabilmente tu non molli perché alla fine dei conti preferisci queste certezze che fare il grande balzo, e poi la tua donna approverebbe un salto nel buio?
io non credo. Raramente una donna la si sente dire che vorrebbe mollare tutto, che non gli va più giù il caos urbano, anzi, le donne apprezzano molto il caos, la "gente", i posti promiscui e affollati, credo sia una componente genetica, un uomo solo spesso è sereno, per una donna la solitudine è indice di grave sofferenza. Ma si sa, un pelo di f... tira, e gli uomini, a milioni, si adeguano ad una vita disgraziata, di cui farebbero volentieri a meno, un esempio banalissimo è il ragazzo che preferirebbe rimanersene a casa il sabato (se esce è perché va a caccia di ragazze), con la sua bella a guardare film o giocare ai videogiochi, mentre lei esige di uscire, vedere gente, sentire musica, sballarsi, non concepisce il piacere maschile della tranquilla e serena solitudine.
Quindi ritengo che il tuo primo passo se vuoi rinunziare a lavoro e pagamento del mutuo sia parlarne con la tua compagna, che non ne sarà molto felice, io penso...
Una piccola chiosa su chi si vantava di aver fatto studiare i figli ecc. ecc. Io sono laureato (V.O.), sto prendendo una seconda laurea in storia antica, la mia passione dopo anni d'inferno passati a lavorare da dipendente e in cui mi sono licenziato, ma vista l'aria che tira potrei benissimo fare il magazziniere. lavoro che già ho fatto in passato e continuo a fare saltuariamente, con due lauree, anzi è sicuramente assai più probabile che fare il ricercatore.
E' il lavoro che vorrei fare? certamente no, ma il punto è un altro, secondo me.
Se non si riesce a fare un lavoro che piaccia, che non ci tormenti la mattina al risveglio e la sera prima di andare a dormire, se non si riesce a ritirarsi in campagna e fanculizzare una società frenetica ed assurda che mette al primo posto la produzione massificata piuttosto che il benessere, ed anzi, per colpo della sfrontatezza esige anche la gratitudine per questo cappio al collo all'unica vita che abbiamo, almeno bisognerebbe non accettare un lavoro a tempo indeterminato, che ti costringa ogni santissimo giorno della tua vita sana e utile di buttare 8-10 o più ore di quella giornata per cose che detesti.
Lo si fa, per campare, certo, ma lavorando pochi mesi all'anno, per il resto ci si sacrifica, come se si stesse in campagna.
Ma la cultura, quella vera, è un'altra cosa, e di certo non è corrispondente al lavoro che si svolge, ho incontrato gente con mansioni direttive che non sa nulla della tradizione letteraria, umanistica, che non sa neppure che cosa siano i casi delle declinazioni, per dire. Per carità, non c'è un obbligo, ma non venitemi a dire che sta gente è acculturata solo perché ha un titolo di studio ed ha ottenuto un posto di qualche potere.