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Post - Rotailater

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....e se in realtà il "fatidico trsferimento all'estero" fosse solo un traferimento all'estero?
Forse alcuni di noi (me compreso nonostante lo stia per fare fra meno di 2 mesi) tendono a enfatizzare e mitizzare troppo il pensiero di questa ipotesi??
Inoltre, ma solo di recente, ho sempre come l'impressione che chi "lascia" l'Italia deva quasi "sentirsi in colpa" da quello che leggo su questo forum...aiutatemi a chiarire l'impressione...magari mi sbaglio (spero).
Scusate le tante "" ma sono concetti non troppo concreti che però aono convinto voi capiate in quanto assidui frequentatori di questo forum...

Conclusione: A chi va di farlo e può farlo, lo faccia. Chi l'ha già fatto e non lo ha ancora raccontato, lo racconti in grande tranquillità, sia stata essa un'esperienza positiva ma anche nel caso di una negativa. (Anche quelle servono nella vita)

Siete d'accordo ??

Fabio

Ecco quando tu dici: ....e se in realtà il "fatidico trsferimento all'estero" fosse solo un traferimento all'estero?

Ti riferisci a una situazione in cui una persona non cambia radicalmente qualche aspetto della sua vita.

Dico questo per sottolineare QUANTO questo argomento possa essere "diverso" per ognuno di noi:

Se si parla del signor X che fa di lavoro il pizzaiolo a Milano e si trasferisce a Sydney a fare un lavoro simile, allora questo è un semplice cambio di città. Orari, stile di vita, ambiente cittadino, obbiettivi, consuetudini non cambiano di molto. L'uniche cose che cambiano è l'ambiente e la cultura in maniera comunque moderata. Il signor X si è trasferito, presumibilmente, per vivere in un ambiente migliore, in un contesto a lui più consono, ma non aveva intenzione di modificare radicalmente lo stile di vita.

Ecco che se invece si parla del signor Y che fa il pizzaiolo a Roma e decide di trasferirsi alle Maldive intenzionato a vivere su un'isoletta deserta, le cose cambiano. Cambiano abitudini, obbiettivi, stile di vita, società, ambiente, e tante altre cose. Non è come cambiare semplicemente paese e città. Significa abbandonare uno stile di vita e un ambiente in favore di uno totalmente nuovo.

Come si vede, entrambi si trasferiscono all'estero, ma non si può dire che il trasferimento abbia un uguale peso sia per il signor X che per il signor Y.
Con questo non voglio dire che una scelta sia più giusta di un'altra, ma che tutto dipende dal DOVE, dal COME, e dal cambiamento dello stile di vita.

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Concordo sul fatto che la ricetta per distinguere la luce dall'allucinazione non esiste, e l'unico metodo realmente efficace è quello di provare. Però, anche se io non ho mai vissuto stabilmente all'estero, penso che molte persone si lascino trasportare troppo dalla voglia del momento e dall'impulsività. Io sto analizzando la situazione da un punto di vista generale di una persona che non ha ancora fatto il grande passo (se così lo possiamo chiamare).

Poi è ovvio che non esiste una ricetta generale per tutti: C'è chi magari ha agito impulsivamente e non se ne è pentito, però questo dipende molto dalle circostanze e dalle prerogative di ognuno.

Elencando i punti che ho scritto, ho voluto "ricordare" alle persone quali sono le principali motivazioni del perché si parte, ma dopo spetta a ciascuno giudicare quanto ogni aspetto sta influenzando questa "voglia".
Poi concordo sul fatto che molti degli utenti di questo forum vengono qui per il semplice bisogno di sognare e di sfogarsi.

Brasile, mi piacerebbe sapere qualcosa di più sulla tua storia e sulla tua situazione, perché credo che ognuno sia un caso a parte e magari potremmo imparare tutti qualcosa dalla tua storia. Alla fine infatti penso che qualsiasi considerazione -come ho già detto- possa valere da 1 a 100 in base alle circostanze, agli obbiettivi e alle prerogative di ognuno.

C'è chi si vuole trasferire per cambiare stile di vita,
C'è chi si vuole trasferire per vivere in un contesto più semplice e tranquillo,
C'è chi si vuole trasferire per cogliere delle opportunità,
C'è chi si vuole trasferire anche solo perché nell'attuale situazione non riesce a crearsi un "quotidiano" adatto alle sue esigenze.


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Io sono d'accordo con Xenos, le motivazioni che ti portano lontano devono avere un fondamento sulla tua interiorità e non su quello che fanno gli altri.
Motivazioni del tipo "lascio il mio paese perché la politica italiana e la cultura italiana non mi piace" lasciano il tempo che trovano. Povertà, corruzione, ipocrisia, IGNORANZA, prevaricazione... cambiando paese queste cose non diminuiscono, anzi spesso aumentano.

Pensa più al tuo piccolo e alla tua quotidianità che alla vita degli altri. Inizia piuttosto a riprogrammare la tua vita nel luogo dove vivi, poi quando ci avrai provato e sarai comunque sereno, puoi anche vagliare l'ipotesi di trasferirti.

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Ciao a tutti, dal mio punto di vista (italiano all'estero da 6 anni) le motivazioni che hai descritto,  non sono altro che l'effetto di una situazione in cancrena che putroppo difficilmente verrà curata.

Sono tornato in Italia per 15 giorni e ti dico che ne ho avuto abbastanza, ho incontrato un'aria pesante che fondamentalmente riflette la sensazione della mancanza di prospettive per il futuro, sia per i giovani che per i vecchi.

Purtroppo è difficile per chi vive tutti i giorni in questa situazione vedere la "luce".

E' logico e sano che le persone sognino, è l'ultima valvola di sfogo che hanno rimasto, nessuno potrà impedire alla gente di sognare.

Saluti.

Spiegati meglio per favore... Se per te è davvero così, allora come pensi che ci si potrebbe "svegliare" senza correre il rischio di confondere la luce con un'allucinazione?

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Grazie Marcus, sono felice di vedere come questo thread si sta evolvendo. Il tuo contributo, come quello di chiunque altro voglia parteciparvi, è sempre apprezzato e gradito. Continuiamo così!

Più di un anno fa incappai in spiaggefilippine.com e grazie a Paolo venni a conoscenza di questo ricco e ancora non completamente sfruttato paese pieno di opportunità e bellezze. Io ho sempre avuto l'interesse per altre culture, altri paesi e altre "realtà". Sono sempre stato una di quelle persone che ragiona pensando che "c'è sempre qualcosa di meglio là fuori, basta cercarlo".
Nel mondo esistono tantissime realtà diverse, e ci vorrebbe una vita solo per "assaggiarle" tutte. A volte sembra che le possibilità siano anche troppo varie. Vi sono tantissimi paesi, tantissime città e tantissime realtà dove magari sarebbe bello vivere. Ogni luogo ha i suoi pro e i suoi contro. Ma devo essere sincero. In fondo quello che cambia tutto non è tanto il luogo dove si vive, ma la propria situazione, il proprio stile di vita.
Non è il luogo in cui vivi che ti rende più realizzato, è il tuo quotidiano. Si può essere depressi, tristi e sentirsi irrealizzati anche nel più meraviglioso dei paradisi.
Eppure si continua a leggere in giro di persone disposte a fare qualsiasi lavoro, qualsiasi sacrificio pur di vivere nel luogo prediletto. Lessi addirittura di una donna che si trasferì in polinesia francese, vero paradiso, per poi finire a lavorare giorno e notte facendo uno stile di vita indecente e assolutamente indesiderabile. Questo non va bene. Così non ha senso.

La cosa che mi colpì e mi colpisce di più delle Filippine è la possibilità di possedere e vivere un vero e proprio pezzo di paradiso senza enormi sacrifici (in senso relativo ovviamente). La bellezza delle sue spiagge è dovuta anche al fatto di essere luoghi meravigliosamente selvaggi, con tutti i pro e i contro che porta tutto ciò. L'accessibilità dei prezzi poi, rende tutto più realizzabile. E non è poco.
Insomma, alla fine quello che bisogna ricercare non è il luogo in sé, ma la libertà che comporta. Tutti ricerchiamo libertà. Io voglio libertà, voglio avere la possibilità di avere un mio angolo di paradiso, selvaggio e incontaminato, dove poter sentirmi libero e vivere a contatto con la natura.
Libertà... Contatto con la natura... tutte cose che nella vita, soprattutto nella vita occidentale si stanno perdendo sempre più.

Eppure non voglio dover sacrificare tutto il resto per questo. Non vorrei ritrovarmi catapultato dall'altra parte del mondo con uno stile di vita diverso ma solo con "difetti" diversi e non minori.
Ecco perché la mia proposta originaria era inizialmente quella di creare un gruppo ristretto di persone con l'interesse comune di acquistare il proprio piccolo pezzo di paradiso, da vivere poi come ognuno vuole. Insomma la mia idea era più vicina a una casa-vacanze/investimento che a un'idea di mollare la propria vita. Non dico che sarebbe irrealizzabile, ma sinceramente non credo che le cose sarebbero generalmente migliori, si avrebbero solo problemi diversi. Dovunque tu vada c'è bisogno di una buona disponibilità economica, altrimenti cambi luogo, cambi stile di vita, ma i problemi li avrai sempre. Le filippine offrono grandi opportunità, ma se non si hanno idee chiare e/o capitali non è possibile coglierle.

Io intravedo l'opportunità, il valore di tutto ciò. Ma non so come sfruttarlo, non so come coglierlo. Per farlo dovrei essere lì: Non ho esperienze sul campo, e non ho idea di come poter cogliere tutto ciò senza dover sacrificare molte altre cose.

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Ehi io sono ancora qui!

Anche se non intervengo più da un po' e altri impegni mi hanno portato ad accantonare per il momento questo piccolo sogno, io continuo a leggere questo thread con interesse.
Sono felice di vedere che c'è sempre più gente che si sta avvicinando a questa grande opportunità, che per molti di noi è quasi un sogno.

Marcus, io non ho ancora trovato quello che cercavo  ;D e credo ci vorrà un po' di tempo perché io possa davvero trovarlo  ;)

Comunque il tuo entusiasmo è lodevole... è qualcosa di molto importante. A volte alle persona capita di perdere l'entusiasmo, soprattutto quando ci si scontra con problemi che sembrano insormontabili...

Rimango sintonizzato...


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Ciao, cosa succede ? Dal 10 marzo non c'è più nessuno ? Spero di riprendere presto la conversazione. Buona giornata a tutti

Beh... se sei disposto sarebbe interessante sapere come pensi di tornare in quel paese che tanto desideri...  ;D

Quali progetti hai?

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Capisco benissimo quello che dici. Più si rimanda e più sarà difficile ricrearsi una vita in futuro in un altro posto.
Io sono "solo" un ventenne, ma mi rendo conto che sarebbe questo il momento giusto per queste decisioni... perché andando avanti non si va altro che attecchire sempre più in una realtà di partenza sbagliata. Se si aspetta tutto può diventare una scusa per non cambiare, e le cose si complicano molto.
Poi con la giovinezza c'è anche più entusiasmo, maggiore spirito di adattabilità e infine più voglia di fare esperienza. E se le cose vanno male, sai che in fondo ci hai provato e hai fatto un'esperienza di vita invidiabile.

E' da anni che, viaggiando, informandomi, tramite amici, sono venuto a conoscenza di altre realtà rispetto a quella italiana. Nel mondo ci sono così tante realtà diverse... ci sono più di 200 nazioni... luoghi con mentalità, leggi, società, economia, clima così diversi l'uno dall'altro...
Ho sempre avuto la convinzione che una persona prima di accettare qualcosa deve sapere quale sarebbe "l'alternativa". Per questo mi ripeto sempre che "c'è sempre qualcosa di diverso (o migliore) là fuori". Viaggiando, informandosi, uno scopre nuove culture e nuovi modi di vivere.
Molte persone non hanno la minima idea che -magari- la loro vita sarebbe notevolmente più felice/semplice/appagante se trascorsa in un altro contesto, ovvero in un altro paese. Argentina, USA, Australia, Spagna: questi sono solo alcuni dei paesi in cima alla mia lista, paesi dove ho trovato qualcosa che, per me, li pone al di sopra dell'Italia. Non dico che ci siano paesi di serie A o di serie B. Dico solo che ognuno può trovare il "suo" posto, con le caratteristiche ideali.
Io non disprezzo l'Italia. In fondo è un bel paese. Però non è la scelta più conveniente, per me. Già soltanto il costo della vita e il clima del nord sono due fattori che da soli bastano a ritenerlo, nella mia ottica, un paese non ideale in cui potrei vivere. Un clima come quello in cui vivo ora (freddo, grigio, deprimente) ha su di me un vero e proprio effetto debilitante, limita la mia serenità e modifica il mio approccio alle cose.

Quello che mi hai detto mi ha fatto riflettere. Attualmente non è però per me conveniente intraprendere una scelta simile. Nella vita di un uomo ci sono anche altri obbiettivi, e la scelta del posto in cui uno vive non deve essere un imperativo su tutto il resto. E' per questo che già da tempo mi sto informando e sto vagliando varie ipotesi, in attesa del momento giusto. Tuttavia, credo che la cosa fondamentale sia che uno non perda di vista i propri sogni. E' questo l'errore più comune. Molte, troppe persone quando pensano a un loro sogno, di difficile realizzazione, lo bollano direttamente come "irrealizzabile" e lo trascurano. E poi lasciano che lentamente gli eventi esteri li facciano dimenticare dei loro sogni. E non solo: a volte fanno in modo che siano gli altri a dire loro cosa devono desiderare...

Quasi come se la vita non fosse una sola!

Quando arriverà il momento favorevole, lo coglierò preparato e consapevole perché ogni giorno antecedente avrò coltivato questo sogno, ovvero obbiettivo, in modo da essere pronto. Se l'occasione giusta dovesse tardare, rifletterò e valuterò, ma sarò anche disposto a crearmela "l'occasione giusta".
La cosa importante è non arrendersi e non perdere di vista le proprie priorità. Comunque ti ringrazio per il tuo consiglio, credo che mi sarà molto utile tenerlo a mente, è il frutto di un'esperienza di vita particolare ma importante.
  

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Mi ricordo che ero su una barchetta alle isole Tonga dove ci rimasi piu' di sei mesi (non nella barchetta!),insieme a degli amici,era l'ora del tramonto e guardavamo l'isoletta di fronte e l'incendio di colori dentro e fuori di noi,incantati e in silenzio,mi voltai a mio fianco e vidi il mio amico con i lacrimoni e mi disse:"Vedi lo so che un uomo vive meglio ed é piu' libero in mezzo a quelle palme,ma io non posso,io sono padano maledizione!"Non scordero' mai quel tramonto e neanche il mio amico che non rividi piu'.Questa fu la mia fonte d'ispirazione riguardo la teoria "la maledizione dell'appartenenza".
Grazie Pablo per il tuo invito ne sono onorato,ho letto quanto hai scritto sui tuoi ragazzi,la ritrovata  libertà, i rapporti umani con i locali ,il parallelo di quando eravamo piu' giovani(io ne ho 46 portati benissimo!!!) e anche piu' liberi di giocare in strada e di esprimerci senza la fretta di diventare adulti...Pura poesia,pura realtà,parole che vengono dal cuore.
Fino a oggi ho visitato una trentina di paesi,ho vissuto e lavorato 3 anni in america latina e sei in polinesia  ho cercato tanto quello che hai trovato tu  é vero,poi per caso sono capitato qui in costa azzurra in Francia e qui sono.E' vero sono in europa con le sue mille regole ma almeno qui le cose funzionano un  po',non vivo in mezzo al verde ma sono a due passi dal mare e le montagne qui dietro dove vado spesso a camminare sono  stupende.Vado a lavorare a piedi,uso pochissimo la macchina,lavoro in propio e decido i miei tempi a parte in estate dove devo lavorare duro,in inverno ho quattro mesi per me  e la mia famiglia,da un mese sono diventato padre di una bellissima bambina.Insomma questo per dirti che ho avuto le mie chances in passato,io sono uno di quelli che il biglietto di sola andata lo ha comprato veramente, ed é andata come é andata se mi volto indietro lo faccio con un sorriso ripensando a quanto fatto e sento di non aver sprecato la mia vita.Oggi non mi sento un  frustrato.Trovo che questa regione é un buon compromesso tra i tropici e il ritmo oppressivo delle metropoli,anche se pure qui non sono tutte rose e fiori.Questo non significa che non verro' a trovarti ma  da li a riiniziare tutto....Non ne ho gli stimoli per il momento,ma viaggiare e conoscere e continuare a crescere quello si,e poi chissa se un giorno le cose dovessero andarmi male ho ancora le valigie e le armature nell'armadio...
Credo che volere bene alla propia compagna significhi anche amare di piu' il suo paese,capirlo piu' profondamente,integrarsi meglio quindi ma anche essere accettato con piu' spontaneità dai locali,insomma riuscire meglio a cambiare vita e luogo,come é successo a te e come succede alla nostalgia di Sergio.
Sono abbastanza d'accordo con te rotailater,molti sono stressati e forse gli basterebbe spostarsi un po' e cambiare lavoro e ritmi che già si sentirebbero meglio,il problema é che questo stress ti fa fare delle scelte affrettate a volte,e gli sbagli si pagano,nel mio caso io partii per scelta non per necessità,la voglia di scoprire e di mettermi in gioco era piu' forte delle piccole sicurezze quotidiane che oggi a distanza di anni sono quasi diventate un lusso per la maggior parte,vista la situazione economica.
Ciao e a presto

Vedo che hai una storia molto interessante alle spalle ;)

Secondo me le persone che hanno quasi sempre vissuto in un paese occidentale, con ritmi, mentalità e obbiettivi occidentali fin dalla nascita, molto difficilmente potranno adattarsi a un completamente nuovo approccio alla vita.
O c'è qualche spinta fortissima che ci porta a un cambiamento radicale, oppure non si riuscirà mai ad integrarsi con una cultura differente. Fortunatamente, come ho detto prima, molto spesso basta cambiare "poco" per migliorare la propria vita. Un lavoro diverso, un lavoro che ci piace di più, che ci stimola ad esempio. Ma non solo: ritmi di vita più leggeri, mentalità diversa, maggiore cura di sé.

Per fare un esempio, che magari può sembrare apparentemente ridicolo: Se tutti gli italiani curassero la loro forma fisica e mentale in maniera adeguata, facendo molta attività fisica e meditazione... già questo secondo me basterebbe a moltissimi per godersi nuovamente la vita dopo anni di stress frenetico lavorativo senza fine e senza tregua. La gente cerca nel lontano quello che potrebbe, con un po' di cura e impegno, trovare vicino. Non è tanto come una cosa è in realtà... conta tutto come noi la vediamo e la viviamo.
Poi ovviamente ci sono delle differenze insormontabili come scarse possibilità di lavoro, clima, ecc... però non si può dire che la cosa che ho detto sopra influisca poco. In fondo anche quando andiamo in un altro paese non ci troviamo di fronte poche difficoltà... eppure riusciamo a superarle perché riacquistiamo la nostra serenità e speranza che avevamo perso nel grigiore delle metropoli...

L'europa in fondo è un luogo meraviglioso dove vivere, è solo più difficile trovare il proprio posto qui che in altre zone del mondo.
Un esempio sono le Canarie: Il clima è semplicemente il migliore al mondo, la vita è abbastanza tranquilla, le tasse sono limitate, ci sono buone possibilità di investimento/lavoro... eppure conserva tutto il meglio dell'Europa: stabilità, sicurezza, protezione, vita notturna, divertimenti, libertà personale... diciamo che è un buon compromesso. Adatto a chi vuole avere sia il meglio dell'europa, sia un po' del meglio dei "paesi in via di sviluppo" (non intendo paesi di serie B!).

Poi ci sono altre realtà parallele, come l'Argentina: in particolare Buenos Aires, metropoli cosmopolita e meravigliosa, dove la vita per noi europei è assai facilitata economicamente anche con una pensioncina che viene dall'Italia.


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Beh vi ringrazio entrambi per le vostre riflessioni. Sono contento che la discussione abbia preso piede... Mi sembra di capire che stiate entrambi dicendo che da un lato le filippine non hanno nulla o poco da invidiare ai paesi occidentali, e dall'altro sono paesi dove si vive bene con meno.
Io non volevo intendere necessariamente che le filippine siano un paese inferiore dove vivere, infatti ho detto che ci sono due tipi di paesi... e ognuno ha i propri pro e i propri contro.

Boh secondo me l'emigrazione delle filippine rivela ancora una volta una profonda differenza fra questi paesi (occidente e oriente): i primi sono paesi dove uno può cercare di sfondare economicamente, più evoluti finanziariamente e industrialmente. I secondi invece sono paesi dove si vive mediamente più serenamente (minore stress, vita meno frenetica), però la popolazione (i singoli individui) hanno minori disponibilità a "sfondare".

Però queste differenze sono diventate sempre più sottili negli ultimi anni, al giorno d'oggi infatti il sistema occidentale sta entrando in crisi e le grandi potenze, una volta terre del "sogno americano", ora sono in pieno declino sociale ed economico.
In poche parole: Il mondo muta sempre e lo sta facendo tuttora in modo particolare. In questo momento i paesi sviluppati hanno perso gran parte dei "vantaggi" che avevano (lavoro per tutti, poca criminalità, salari alti, possibilità di sfondare), mentre i paesi in via di sviluppo conservano ancora i loro vantaggi: vita tranquilla, basso costo della vita, vita serena. Ecco perché siamo qua: Perché noi ci siamo accorti di questa perdita di valore "nel complesso" dei paesi occidentali. Insomma, vivere in un paese occidentale non vale più la pena.

Quanto mi avete detto sulle filippine mi rassicura un po'. Più cose mi potete dire, buone o brutte, e più mi sento sicuro. Il problema non sta nei difetti di un paese, ma nei suoi lati sconosciuti, perché se lo conosci a fondo e decidi comunque di viverci vuol dire che lo hai accettato e non potrai avere poi particolari sorprese in negativo. Se invece non conosci un paese fino in fondo allora decidere di viverci vuol dire fare una scelta non consapevole.

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Se leggi i miei commenti in diversi luoghi di questo forum  ti renderai conto che invito sempre alla prudenza e qui ti do ragione :non é mai troppa,perché a volte si ha una sola carta da giocare, l'unico errore é stato citare il loro nome come esempio in negativo.Il problema é che non ci sono mai garanzie assolute perché già di natura certi paesi a quelle latitudini(non so le Filippine ma da quanto  ho capito si) vedono la vita in un altra dimensione rispetto alla nostra,vivere alla giornata ma veramente, avere meno in senso materiale ma avere grandi famiglie  e aiutarsi l'uno con l'altro,quindi anche la burocrazia e le sue regole sono piu' elastiche ,in fondo é quello che ci attira a noi occidentali,la loro semplicità nel vivere.Ma spesso mi chiedo:quanti di noi riuscirebbero ad abituarsi all'infinito ai ritmi di questi paesi?Voglio dire a volte non ci rendiamo conto ,ma siamo soggetti  a una maledizione che io chiamo la "maledizione dell'appartenenza" cioé sappiamo che in quel dato paese si puo' vivere meglio,é migliore il clima,si puo' vivere con poco etc.Ma non riusciamo a sradicarci culturamente dalle nostre abitudini e pian piano in questi paesi fequentiamo solo connazionali,cerchiamo quei piccoli confort che avevamo in patria e se le cose vanno male diamo la colpa alla popolazione locale.
Va beh mi sono dilungato troppo ma spero serva a calmare gli animi ciao

Certamente non era una cosa delicata da dire (nel modo con cui l'ho detta), però io non volevo fare di loro un esempio negativo, ma solo come esempio e basta!  :-[
Comunque ho già cercato di chiarire che le mie intenzioni non erano né accusatorie né insinuati verso Paolo e la sua attività... ho già chiesto scusa, quindi non c'è più niente che possa dire  :-X

Anche io condivido il tuo sentimento. Esistono due "tipi di paesi e di stili di vita": L'occidente, progredito e con stili di vita frenetici ed esigenti e gli altri paesi, dove la vita è più semplice e più tranquilla. Insomma più "alla giornata".
Secondo il mio parere uno stile di vita "alla giornata" può andare bene, ma non a tutti e al massimo per un tempo relativamente limitato di tempo. Dopotutto molti che vivono in quei paesi vorrebbero vivere in occidente (Europa, USA, etc..) per vivere come noi, mentre paradossalmente noi vorremmo vivere come loro. Come mai? Perché le cose viste da fuori sono sempre migliori, poiché si tende a vederne i vantaggi e non gli svantaggi.

Io credo poi che molti italiani vogliano scappare in paesi "esotici" solo perché qui da noi vivono 10 ore al giorno in ufficio e il loro stress li ha ormai portati a un disprezzo incondizionato per i ritmi occidentali. In realtà questa gente ha forse solo bisogno di trovarsi uno stile di vita più adatto a loro (downshifting) e godersi di più la vita. In definitiva si potrebbe dire che non esiste un paese perfetto, ma soltanto uno stile di vita ideale per ognuno di noi. E questo non va cercato necessariamente via da casa propria.
Non credo che in un paese come le filippine si viva meglio, credo soltanto che si viva meglio con meno ma fino a un certo punto. In questi paesi con il nostro gruzzoletto possiamo costruirci il nostro stile di vita ideale, cosa che in Italia non potremmo fare, per economicità.

Quindi Brasile, Argentina, Filippine, Kenya: questi sono tutti paesi dove la vita costa decisamente meno che in Italia e dove il signor XXXX può costruirsi il suo locale/attività/azienda con i suoi pochi risparmi potendosi permettere finalmente di mandare al diavolo lavoro dipendente e paure di non arrivare a fine mese. E' questo che spinge il signor XXXX a emigrare, molto più che apparenza, freddezza, cultura "distorta" (tutte cose discutibilmente negative o positive a seconda dei punti di vista).

Rimane il fatto che abbracciando questa strada si perdono certi vantaggi che non andrebbero dati per scontato...

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Beh, che dire...
Io non ho mai pensato di essere infallibile e sì, ci sono andato abbastanza pesante con Pablo. Però bisogna anche guardare le intenzioni dietro l'azione: io non ho mai messo in dubbio la serietà di spiaggefilippine.com, mi sono semplicemente chiesto quali siano le garanzie che si possano ricevere quando si compie un passo così azzardato.
Sarò stato sicuramente sgarbato, ma non si può dire che le mie richieste e i miei timori fossero ingiustificabili.

Sottolineo che il mio era un dubbio generale e non rivolto esclusivamente a Paolo e alla sua attività. L'ho preso come esempio pratico, infatti avrei potuto anche dire (e avrei fatto meglio): Quali garanzie si possono avere contro le truffe? Quali metodi ci sono per evitare di essere fregati? Cosa differenzia una truffa camuffata da un servizio serio? e simili...
Ma ho preferito essere più chiaro e diretto.

Anche se fossero paure infondate o mal espresse, una buona dose di prudenza e insicurezza mi sembrano più un bene che un male quando si parla di qualcosa che non si conosce e che è dall'altra parte del mondo.

Anche se forse non è quello che ho trasmesso a primo impatto, io provo grande ammirazione per quello che si è fatto e si sta facendo con spiaggefilippine.
Sia qui, che in altre sedi sono stato in grado di provare la professionalità di Paolo e della sua grande disponibilità ad aiutare le persone. Mi dispiacerebbe -che io sia interessato alle filippine o no- lasciare un segno così negativo su qualcosa che ammiro personalmente.

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Ciao, io come te sono molto giovane, ho 24 anni e, dopo aver finito gli studi universitari, mi sono trasferito per un breve periodo a Londra, con l'intenzione di migliorare l'inglese.
Leggendo alcuni dei commenti, credo di poter riscontrare un errore di fondo; la scelta non è rappresentata dal vivere in Italia in una città grigia e fredda piuttosto che all'estero in una città con mare e spiaggia a portata di mano.
Se così fosse, io, ad esempio, ritornerei nella mia terra natìa (Sicilia) lasciando la caotica Roma dove vivo attualmente.
Il punto fondamentale è molto più ampio; è una questione di "società moderna". La società occidentale, negli ultimi 30-40 anni sembra aver perso di vista alcuni aspetti fondamentali del viver bene, entrando in una logica che ha puntato tutto sull'affermazione professionale, sulla "carriera" come unica via per una vita qualitativamente elevata. Probabilmente, i nostri nonni, negli anni '60, riuscivano ancora a coniugare lavoro e vita sociale; ma negli ultimi decenni l'impostazione è chiara; studi, entri nel mondo del lavoro, cominci a far carriera, crei una famiglia....e così fino alla pensione.
Probabilmente è arrivato il momento di mettere in discussione non il modello in sè, ma i ritmi che ne scandiscono l'evoluzione. Perchè è impensabile programmare una vita in cui quotidianamente si passano 10 ore al lavoro, 1 in un abitacolo imbottigliato nel traffico, 8-9 a dormire, e soltanto il tempo rimanente viene dedicato a noi stessi, alla nostra famiglia, in defiitiva, a VIVERE!.

Quindi, per chiudere, Siviglia o la Costa Azzurra, così come Londra o New York non possono rappresentare scelte di rottura; trattasi comunque di società occidentali e fortemente industrializzate dove la logica predominante è quella del vivere lavorando. Bisogna tornare al lavorare per vivere!
Vincenzo C.


Sono d'accordo.

Infatti sono convinto che non è tanto il luogo in cui si vive, ma il modo con cui si vive un luogo che lo rende accogliente o meno.
Ovviamente le differenze fra stati e città ci sono: costo della vita, clima, società. Ma fatto sta che molti lasciano l'italia (o vorrebbero farlo) per lo stile di vita che loto vivono (casa-lavoro) piuttosto che per il luogo in sé.

Quindi la soluzione ideale è quella di cambiare il proprio stile di vita, e se proprio questo è impossibile, allora si può pensare ad andare in un paese straniero dove con di meno ci si può permettere più tempo per vivere

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Ragazzi, essere tirato in ballo cosi' non mi piace. Innanzitutto Spiaggefilippine.com e' un sito di persone pulite che lavorano con trasparenza, tanto che ci mettiamo la nostra faccia. Rotailaiter, privatamente te l'ho scritto e qui lo ribadisco pubblicamente: non siamo persone che puntano a convincere nessuno, quindi se invece di venire nelle Filippine vuoi andare anche tu come molti a Santo Domingo o altrove va bene lo stesso. Io propongo, se uno poi non se la sente, non ci crede, non si fida a priori, ha paura di una truffa ... puo' non venire, puo' non contattarci. Perche' attaccarci cosi' senza motivo? Che sistema e' quello che uno {io} viene accusato gratuitamente colpevole perche' dimostri la sua innocenza? Cos'e' il mondo alla rovescia? Stai scherzando o l'Italia fa' cosi' male da farti sragionare? Rotailater, mi hai cercato tu non ti ho cercato io.
Sergio, dici che vuoi tanto tornare a vivere qui pero' il giudizio sul Paese che risulta dal tuo scritto e' assolutamente negativo. Mi spiace molto che ti sia fidato delle persone sbagliate per la tua societa' ma la tua situazione e i tuoi ex-soci non hanno nulla a che vedere con me. Gli NPA di cui parli, pur presenti in molte aree delle Filippine, non ci sono nelle zone che proponiamo {Busuanga e Tablas island} e non temo smentite giacche' in entrambe le zone vi risiedo per mesi durante l'anno. Quindi i rischi di quel genere non ci riguardano, scegliamo le zone con molta attenzione proprio perche' ci andiamo a vivere con i nostri figli prima di proporle ad altri. E' vero, le Filippine sono un Paese dove c'e' molta corruzione, come in gran parte del sud america e come in Italia.
Tornando a noi, abbiamo qui connazionali che hanno acquistato con Spiaggefilippine terreni e case, alcuni hanno costruito il proprio resort e ci stanno lavorando in questo momento, altri sono in procinto di costruirlo. Tutti finora possono testimoniare la nostra affidabilita'. Alcuni di essi ci hanno concesso di fare una video-testimonianza che mostriamo sul sito, altri per ragioni personali e di privacy hanno evitato. Ma anche chi e stato solo nostro ospite e sono molti, sono certo saprebbero intervenire in nostra difesa in qualsiasi momento.
Rotailater mi spiace ma a questo punto Spiaggefilippine non e' interessata ad aiutarti a realizzare il tuo progetto. Quindi il tuo dubbio di possibile fregatura e' cancellato alla base.
Se anche non mi trovo daccordo con cio' che Talofa dice nella prima parte del suo intervento, sono completamente in sintonia con lui per quel che riguarda lo scempio di muraglie e porti privati che non si addicono al luogo e che per nostri principi non potremmo comunque appoggiare {come si fa' a parlare di alte mura di cinta per un posto che non si conosce neppure, dove a casa mia ad esempio, su quella stessa isola la recinzione e' una staccionata di due bamboo in orizzontale}.
Mi auguro in futuro di non essere piu' tirato in ballo per simili questioni.
Ringrazio tutti per la pazienza nel leggermi.

Mi dispiace di averti tirato in causa così arrogantemente. Mi scuso se questa mia provocazione ti ha offeso in qualche modo, non era mia intenzione screditare te o il tuo sito.

Io sono certo che spiaggefilippine.com è un sito decisamente affidabile, genuino e sicuro, ma c'è sempre qualcosa, dentro di me, che mi preoccupa. Non che ce ne sia realmente motivo, il dubbio a volte è superfluo, ma in certi ambiti è meglio sembrare scortesi e sentirsi più sicuri invece di tralasciare e pentirsi dopo. Probabilmente tu hai ragione: queste sciocche preoccupazioni sono semplicemente il sintomo di paura verso qualcosa di completamente nuovo e sconosciuto. E' risaputo che l'ambiente che abbiamo in Italia non aiuta: qui dubitare di qualcosa o qualcuno è quasi la regola, e non penso sia lo stesso in paesi come le Filippine.
Ripeto poi, la mia intenzione era quella di ottenere una rassicurazione, qualcosa che mi facesse capire che non c'è motivo di essere così "paranoici". Io non volevo accusare nessuno a priori, ma richiedevo solo qualche considerazione in più, qualche sicurezza in più per far si che anche le più "innate" preoccupazioni potessero essere dissipate. Le mie "critiche" (se sentite come tali) non erano fini a se stesse, erano mirate a un certo tipo di "miglioramento" (rassicurazione).

Dopotutto, qui si sta parlando di cose che hanno un certo peso. Inoltre, anche se tu e il sito spiaggefilippine.com siete (come penso io) completamente sicuri e affidabili, considerando l'alto numero di truffe presenti in paesi come le Filippine, è secondo me "normale" richiedere qualche delucidazione in più, qualche sicurezza in più. I timori sono tanti, non lo si può ignorare. Ho guardato i video delle testimonianze sul vostro sito. Una vostra intervistata ribadisce, come altri hanno fatto, che tu e la tua famiglia siete persone fantastiche e che ce ne sono pochi come voi. Ed è proprio questo il punto. Forse conta molto l'influenza della cultura italiana, ma i dubbi sono più forti proprio quando ci si ritrova di fronte a qualcosa di insolito: persone apparentemente sincere, serie e affidabili. Paradossalmente, quando si trovano persone così "rare" si tende a dubitare eccessivamente.
Evidentemente però le mie richieste erano fuori luogo o sono state espresse in modo sbagliato. Mi rammarica il fatto che non abbiate più intenzione di aiutarmi in un mio ipotetico progetto futuro, di certo io non volevo arrivare a questo.
Per quanto riguarda l'aspetto "recinzione", io non ho mai detto di voler erigere enormi muri di cinta, ma semplice recinzione, quando possibile e necessaria (ma anche una staccionata di bambù potrebbe andare bene). Penso sia ovvio che non si vuole rovinare la natura incontaminata e i paesaggi, ma credo sia doveroso raggiungere un compromesso.

Detto questo, auguro sinceramente a te e alla tua famiglia tutto il bene possibile. Spero che con il tempo troviate sempre meno persone dubbiose come me e più persone fiduciose, perché a quanto mi sembra lo meritate.

 

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Potrei anche dire: Come faccio a sapere che spiaggefilippine.it sia un sito gestito da persone affidabili ed esperte e che il rischio di truffa sia minimo? Perché dovrei fidarmi di loro?

Dietro qualunque prospettiva si potrebbe nascondere una truffa, un raggiro. Perfino dietro controlli incrociati, contratti perfetti e assistenza impeccabile. Ci sono infiniti modi possibili per attuare una truffa, e la cosa non è strana in paesi come questo.

Ovviamente questa è una provocazione che non deve essere presa come un attacco.
Anzi, dicendo questo esorto chi ne ha la possibilità, a provare a dissipare questi dubbi.

Purtroppo in questi casi la sicurezza non è mai troppa. Non abbiamo altri mezzi per tutelarci che quello di essere sempre esigentissimi.


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