La Francia pronta a restituire la Corsica all’Italia
Di Gianluca Ricci
Può sembrare una classica boutade di quelle che raccolgono migliaia di click, ma si tratta di una faccenda paradossalmente seria, serissima: la Francia potrebbe essere costretta a restituire la Corsica all’Italia.
A richiamare l’attenzione dei media è stata una petizione on line pubblicata qualche settimana fa in cui si chiede di aderire alla richiesta di sospendere il pagamento dei tributi all’Unione Europea se i francesi non metteranno in pratica quanto previsto dal Trattato di Versailles del 1768: in quel documento era infatti scritto che sull’isola contesa sarebbe stata mantenuta la sovranità giuridica da parte della Serenissima Repubblica di Genova, successivamente entrata a far parte della Repubblica Italiana con tutte le pertinenze giuridiche.
Il documento
Un documento di fine Settecento dunque inchioderebbe la Francia alle sue responsabilità e, ad analizzare gli sviluppi normativi e legislativi degli anni successivi non risulterebbe nulla che avesse inficiato gli effetti di quella firma.
A poco importa che la Corsica non abbia mai fatto parte dell’Italia, a meno che non si possa considerare un embrione di avvicinamento al nostro Paese l’occupazione che l’esercito italiano operò per pochissimo tempo durante la seconda guerra mondiale.
Ci sono poi altri aspetti burocratico normativi che avvalorerebbero le tesi esposte nella petizione: innanzitutto il fatto che la cessione dell’isola alla Francia da parte della Repubblica di Genova non sarebbe mai stata registrata all’Onu, esattamente come il passaggio ai francesi di Nizza e della Savoia.
Il recupero dell’isola da parte dei Genovesi, e dunque degli italiani, era vincolato dall’articolo 4 del Trattato al pagamento dei debiti ai francesi da parte di Genova.
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Insomma, con un modesto versamento, pur reindicizzato sulla base dei 250 anni trascorsi, sarebbe possibile fare il colpaccio e attaccare la Corsica a quella che morfologicamente dovrebbe essere la sua madrepatria naturale.
La posizione dei Corsi
Ma i corsi difficilmente ci staranno, visto che da decenni ormai mal sopportano la stessa presenza dei francesi, nonostante le numerose concessioni autonomiste fatte dai governi di Parigi pur di disinnescare malumori e inutili tensioni.
Ma c’è di più: pare infatti che l’annessione della Corsica alla Francia, avvenuta nel 1789, sia irregolare dal punto di vista del diritto internazionale poiché non sarebbe mai stata sottoposta al necessario plebiscito né ratificata da apposito referendum popolare.
Un aspetto sul quale le spinte autonomiste degli isolani potrebbero puntare per invalidare duecento anni di storia e rendere quella terra libera, a meno che gli italiani non si spingano a sostenere istanze diverse.
Ovviamente ai corsi l’idea di passare dal governo francese a quello italiano non convince, ma gli aspetti legislativi sullo status dell’isola non autorizzano a pensare positivo.
Il paradosso
Il paradosso è che proprio grazie ad un intervento dell’Italia su questa controversa vicenda gli abitanti della Corsica potrebbero puntare alla tanto agognata autonomia: se il nostro Paese infatti si rivolgesse alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, avrebbe buone speranze di portare a casa un risultato favorevole, con il quale poi provare a gestire la nuova situazione da un punto di vista privilegiato.
Difficilmente però i corsi accetteranno aiuti dall’esterno: da secoli fanno da soli e da soli continueranno a fare, anche se l’indipendenza rimane un miraggio sempre meno trasformabile in realtà.