Giovanni: l’Australia mi ha trasformato

A cura di Maricla Pannocchia

Giovanni, stufo di candidarsi per delle posizioni lavorative in Italia senza mai ricevere risposta, aveva deciso di trasferirsi in un Paese europeo. Del resto, l’uomo ha frequentato l’università in Spagna e vi è rimasto anche dopo la laurea. Eppure, l’incontro con una cugina australiana e il supporto della sorella, lo hanno spinto verso una direzione diversa da quella pianificata.

“Decisi di trasferirmi a Sydney perché mia cugina mi avrebbe aiutato ad affrontare i primi passi del trasferimento” racconta Giovanni che, poco dopo aver inviato i primi curricula in Australia, è stato richiamato per delle prove. Il solo fatto che qualcuno lo avesse contattato lo ha riempito di gioia. Dopo aver lavorato per due anni in un ristorante, l’uomo ha preso le debite qualifiche e ora lavora nel settore dell’assistenza agli anziani.

L’Australia in generale e, soprattutto, le grandi città come Sydney, ormai sono diventate decisamente care, con i prezzi degli affitti alle stelle e anche comprare casa è diventata un’impresa titanica. “È significativo come neanche chi svolge la professione di medico riesca a comprare una casa o un appartamento”, racconta Giovanni.

Un aspetto sicuramente positivo dell’Australia, secondo Giovanni, è la possibilità di rialzarsi sempre e di rimettersi in gioco, a prescindere dall’età anagrafica, “Non esistono limiti per imparare un lavoro o per candidarsi a una determinata posizione. Non ci sono limiti di età massimi per poter lavorare in un’impresa privata o pubblica. Infatti, pubblicare limiti di età massimi in un annuncio di lavoro è un reato penale di discriminazione razziale, punibile anche con il carcere.”

Giovanni Maria Pontieri

Ciao Giovanni, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Mi chiamo Giovanni Maria ma tutti mi chiamano Giovanni. Vengo da Pieve Torina, un piccolo paese nelle Marche, in provincia di Macerata, situato nell’Appennino Umbro-Marchigiano, proprio al confine con l’Umbria. Mi sono laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Camerino, in provincia di Macerata. In Italia, ho svolto vari lavori saltuari, ho lavorato in un’impresa di assicurazioni e poi, pian piano, mi sono interessato al giornalismo. Ho provato ad arruolarmi nell’Arma dei Carabinieri e altre forze armate, senza riuscirci.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho vissuto in Spagna durante il periodo universitario e anche dopo la laurea. Ho deciso di lasciare l’Italia perché non riuscivo a trovare lavoro. Poi, nel 2016, arrivò il terremoto che distrusse l’intero Centro Italia e, di conseguenza, il tessuto economico e sociale. Era frustrante vedere che nessuno rispondeva alle mie candidature spontanee, tanto che arrivai al punto di smettere di cercare lavoro. Sono arrivato a Sydney nel settembre del 2018.

Come mai hai scelto di trasferirti proprio lì?

Ho dei parenti vicino a Sydney e mi ricordo che un wee-kend, mentre ero andato a trovare mia sorella, è venuta a trovarci anche una nostra cugina dall’Australia, che era in Italia per una vacanza. Come ho detto nella risposta precedente, non riuscivo a trovare lavoro ed entrambe mi dissero che la soluzione migliore sarebbe stata quella di trasferirsi all’estero, in particolare in Australia. Ammetto che all’inizio ero un po’ dubbioso perché sì, avevo intenzione di trasferirmi all’estero, ma in un Paese europeo. Tuttavia, non sapevo a chi avrei potuto rivolgermi se avessi deciso di trasferirmi in un Paese europeo, così decisi di andare a Sydney perché mia cugina mi avrebbe aiutato ad affrontare i primi passi del trasferimento. Devo ringraziare soprattutto mia sorella, oltre che mia cugina, per la scelta di vivere qui.

Quali cambiamenti hai visto nella città, sia positivi sia negativi, da quando sei arrivato a oggi?

Sydney è una città in continuo movimento e ogni anno si vede sempre qualcosa di nuovo. Attualmente, il comune sta costruendo nuove linee della metropolitana che renderanno il centro di Sydney sempre più accessibile, riducendo così il traffico automobilistico. Le spiagge di Sydney sono meravigliose: ben attrezzate e sorvegliate dai bagnini per oltre 12 ore al giorno, dall’alba al tramonto. È proibito per legge aprire lidi privati, e quasi tutti i bagnini sono dipendenti comunali, supportati anche da volontari, ma quelli comunali sono la maggioranza. I bagnini comunali sono considerati pubblici ufficiali quando sono in servizio.

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Ci sono molti parchi con giostre per bambini, tavoli da pic-nic e barbecue elettrici pubblici. I parchi da pic-nic vicino al fiume Parramatta, nella zona di Inner West, sono incantevoli, e vedere il tramonto da lì è meraviglioso. Sydney è una città veramente multiculturale, dove puoi incontrare le culture di tutto il mondo. È una città piena di eventi e di vita, quasi come una piccola Barcellona dell’Oceania, anche se qui la vita serale del week-end inizia presto e finisce presto, ma è comunque qualcosa di bello. Non si può certo dire che Sydney sia una città noiosa: ci sono sempre concerti ed eventi imperdibili. Chi dice il contrario probabilmente non vive a Sydney o non si è mai integrato.

Il lato negativo di Sydney è che è una città molto cara: gli affitti sono altissimi e, in generale, tutto è diventato costoso. A Sydney, come nel resto dell’Australia, è molto difficile trovare una casa in affitto. Quando si va a un’ispezione organizzata dall’agenzia immobiliare, se va bene, ci si trova di fronte a una fila di 25 persone o più. Spesso non basta dire all’agente immobiliare che si vuole affittare la casa e pagare un affitto anticipato di parecchi mesi, perché molte persone fanno richiesta e l’agenzia immobiliare prende poi la decisione insieme ai proprietari della casa. Comprare casa è impossibile di questi tempi, soprattutto se l’immobile si trova in un quartiere vicino alla città. Più ci si allontana dal centro, più i prezzi delle case diminuiscono, ma il problema è che nelle aree rurali non c’è tanto lavoro quanto ce n’è nelle città.

Proprio per questo si dice che a Sydney, come nel resto dell’Australia, è molto più facile trovare un lavoro ben pagato che una casa. Il problema delle case sta causando preoccupazioni a livello politico e sociale, perché rischia di diventare un problema di ordine pubblico molto serio. In Italia, problemi di questo tipo portarono agli anni di piombo (negli anni ’70). Qualche mese fa, in un quartiere di Sydney, alcuni agenti immobiliari sono stati malmenati e feriti gravemente da persone che non accettavano l’aumento dell’affitto ed erano persone sempre in regola con i pagamenti. Un tempo, una rabbia di questo tipo era inesistente in Australia, ma ora che questi fenomeni si verificano molto spesso, tutto ciò desta preoccupazione.

Di cosa ti occupi?

Io lavoro nel settore della terza età, precisamente come wellbeing assistant in una casa di riposo per anziani. Il wellbeing assistant è una figura professionale dedicata al benessere fisico, emotivo e sociale degli anziani residenti. Tra le responsabilità del wellbeing assistant ci sono l’organizzazione di attività ricreative e sociali, il fornire supporto emotivo e compagnia, il monitoraggio della salute e del benessere dei residenti, la collaborazione con il personale sanitario e il coinvolgimento delle famiglie dei residenti. Il nostro obiettivo principale è migliorare la qualità della vita degli anziani, promuovendo autonomia e partecipazione.

Inoltre, lavoro anche in un community service come social support worker, dove fornisco supporto pratico ed emotivo ad anziani in difficoltà. Il social support worker offre assistenza nelle attività quotidiane come fare la spesa e andare dal medico, fornisce ascolto e supporto emotivo, offre orientamento sui servizi sociali e sanitari disponibili, organizza attività di gruppo per ridurre l’isolamento e valuta le esigenze degli anziani per realizzare piani di assistenza personalizzati.

In Australia, sono diventato anche giornalista e lavoro come freelance per il bisettimanale italo -australiano “La Fiamma”, un punto di riferimento per la comunità italiana in Australia. La mia attività principale consiste nel redigere articoli riguardanti la comunità italiana e le storie di vita degli anziani italiani.Giovanni Maria Pontieri

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Tutto dipende dal settore in cui si vuole lavorare, dall’esperienza professionale pregressa, dalle qualifiche che si hanno e, soprattutto, dal livello di conoscenza della lingua inglese.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Il settore dell’assistenza agli anziani, noto come “aged care“, è costantemente alla ricerca di personale qualificato come wellbeing assistants, operatori socio-sanitari e infermieri. Tuttavia, per lavorare in questo settore in Australia, è necessario ottenere le qualifiche specifiche nel Paese.

L’aumento della popolazione anziana in Australia è evidente, soprattutto considerando che molti di questi anziani sono immigrati che sono arrivati nel Paese negli anni ’50 e ’70. Molti di loro affrontano malattie neurodegenerative come la demenza, il che li porta a perdere la capacità di parlare in inglese e a comunicare solo nella loro lingua madre.

Anche coloro che non soffrono di malattie neurodegenerative potrebbero non essere più in grado di parlare in inglese, nonostante vivano in Australia da più di 50 anni. Questo accade perché non hanno avuto il tempo di studiare la lingua, poiché lavoravano duramente. Un tempo, la vita in Australia era estremamente difficile.

Per questo motivo ospedali, case di riposo e servizi comunitari cercano prevalentemente individui stranieri con le qualifiche adeguate nel settore dell’assistenza agli anziani. Queste persone sono in grado di comunicare nelle lingue degli anziani immigrati, garantendo loro una migliore assistenza e comprensione.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

In Australia, chi lavora generalmente riceve lo stipendio settimanalmente oppure ogni due settimane. Un tempo, gli stipendi erano in linea con il costo della vita, ma ultimamente questo non è più il caso. Recentemente, il costo della vita in Australia sta aumentando sempre di più, rendendo la vita nelle grandi città come Sydney, Melbourne, Brisbane e Perth più difficile.

L’aumento del costo della vita sta causando gravi problemi anche per chi svolge professioni ben pagate. Nei servizi comunitari, spesso ci sono file di persone che chiedono cibo gratuito o a basso costo e visite mediche gratuite da medici specialisti volontari. Molte persone si rivolgono a questi servizi per chiedere aiuto nel pagamento delle bollette e delle rette scolastiche dei propri figli. Purtroppo, anche un lavoro ben pagato potrebbe non essere sufficiente per coprire le spese quotidiane. È significativo come neanche chi svolge la professione di medico riesca a comprare una casa o un appartamento.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Chi vive nello stato del New South Wales deve affrontare un costo della vita molto elevato. Una famiglia o una singola persona può spendere tra i 250 e i 350 dollari a settimana solo per la spesa al supermercato. Il prezzo della benzina recentemente è stato di circa 1,770 dollari al litro ma nelle ultime settimane è arrivato a circa 2,534 dollari il litro. In questo periodo, vivere in una grande città australiana non è facile, e ciascuno si adatta come può.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Prima di tutto, è necessario avere un visto per venire in Australia. Oltre ai più noti Working Holiday Visa e Student Visa, esistono molti altri tipi di visti, ma sarebbe troppo lungo elencarli tutti. L’importante è ottenere un visto che permetta di lavorare. Lo Student Visa, per esempio, permette di lavorare solo 24 ore a settimana, mentre altri visti consentono di lavorare a tempo pieno. Per avere informazioni dettagliate, consiglio di contattare agenti d’immigrazione o agenzie che offrono consulenza gratuita per il trasferimento in Australia.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Ho fatto tutto da solo, cercando su Internet. Per le stanze singole, ho utilizzato flatmate.com.au, mentre per case, appartamenti o monolocali mi sono affidato al sito Domain.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Più il quartiere è vicino al centro, più gli affitti sono alti, specialmente nei quartieri vicini alla spiaggia come Bondi, Coogee, Bronte e le Northern Beaches ma anche Manly, Dee Why e Brookvale. Le zone dell’Inner West costano un po’ meno ma anche lì i prezzi degli affitti sono aumentati significativamente, soprattutto per case o appartamenti vicino al fiume Parramatta. Ultimamente, affittare una stanza con bagno privato può costare fino a 450-500 dollari a settimana, mentre una stanza senza bagno può costare fino a 400 dollari a settimana, ma i prezzi variano a seconda della zona. Le zone occidentali di Sydney sono un po’ più economiche per quanto riguarda gli affitti, ma hanno il problema di non avere molti servizi, come stazioni ferroviarie e autobus urbani che portano direttamente in città.

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Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Gli australiani sono abituati all’arrivo di tanti immigrati da tutto il mondo, poiché l’Australia è sempre stata una terra d’immigrazione sin dall’arrivo di Capitan Cook e Arthur Phillip ai tempi delle colonie. Molti australiani hanno origini britanniche ma molti altri provengono da altre parti del mondo. Ho conosciuto vari australiani di origine italiana e di diversi Paesi europei e posso dire che gli italo -australiani hanno una mentalità simile alla nostra per quanto riguarda uscire con gli amici, frequentare eventi sociali e conoscere nuove persone. Gli australiani di Sydney, i cosiddetti “Aussie” britannici, sono gentili ma allo stesso tempo molto riservati. Invece, gli australiani dei piccoli paesi delle aree rurali sono persone alla mano e abbastanza socievoli. Tuttavia, ogni persona è diversa e mi è capitato d’incontrare australiani molto socievoli anche qui a Sydney. In generale, posso dire di essere stato accolto molto bene.

Come descriveresti le loro vite?

Gli australiani sono molto mattinieri. Molti di loro vanno ad allenarsi in palestra o in piscina la mattina presto prima di andare al lavoro. L’attività fisica è un valore fondamentale per gli australiani. Durante la settimana, molti di loro si concentrano principalmente sulla casa e sul lavoro e non incontrano spesso gli amici. Nella maggior parte dei casi, si vedono nei pub o nei ristoranti durante il week-end. Noi europei, invece, abbiamo la tendenza a incontrarci molto più spesso anche durante la settimana e a conoscere sempre nuova gente, cosa che gli australiani delle grandi città non fanno altrettanto frequentemente.

Com’è una tua giornata tipo?

Come molti australiani, mi sveglio abbastanza presto tre volte a settimana per andare in palestra. Dopo l’allenamento, vado subito al lavoro e, una volta finito il mio turno, torno a casa per cenare e seguire dei corsi online. Tuttavia, mi piace anche uscire e spesso partecipo a meet-up durante i quali è possibile conoscere persone interessanti, sia australiane sia provenienti da varie parti del mondo. Sono una persona che ama socializzare ma apprezzo anche la tranquillità di casa. Non disdegno gli incontri con gli amici e ammetto che mi piacerebbe vederli un po’ più spesso. Con alcuni di loro abbiamo creato una chat di gruppo chiamata “La Familia”, e questo mi rende davvero contento perché è bello sentirli.

La mia ragazza ed io andiamo spesso a fare delle passeggiate nei parchi vicino al fiume Parramatta. Prima di andare a dormire, leggo sempre un libro e limito fortemente l’uso dei social network.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Quando sono arrivato in Australia, il mio inglese era molto limitato. Mi sentivo frustrato per la difficoltà di esprimermi e, soprattutto, per la ricerca di un lavoro, viste le brutte esperienze che avevo avuto in Italia. Alla fine, ho riflettuto e mi sono detto che potevo solo contare su di me per affrontare le difficoltà e cercare di superarle. Mi presentavo nei bar e nei ristoranti consegnando il curriculum e, se qualcuno non rispondeva subito, continuavo a distribuirne altrettanti in altri posti.

Ricordo che erano passati due mesi dal mio arrivo in Australia e uscivo con un gruppo d’italiani molto simpatici ma desideravo anche conoscere persone provenienti da altre parti del mondo, anche per poter praticare l’inglese il più possibile. Mi rendevo conto che conoscere gente a Sydney non era così facile come in Europa ma poi scoprii sui social network l’esistenza dei meet-up, che hanno lo scopo di far incontrare gente da tutto il mondo e di farti fare nuove amicizie. Mi ci sono precipitato subito.

Per quanto riguarda l’inglese, ora, a distanza di cinque anni dal mio arrivo, posso dire di parlarlo abbastanza bene ma, come ogni lingua straniera, non solo va praticata ma anche studiata. Mi sono iscritto a un corso online che mi permette di praticare la conversazione, oltre che l’ascolto e la grammatica, e devo dire che mi sta aiutando molto. Una lingua straniera va sempre migliorata, anche se si vive in un Paese straniero da molti anni. Come giornalista freelance guardo i telegiornali australiani, leggo i quotidiani australiani e anche libri in inglese.

Le difficoltà ci saranno sempre ma io mi ripeto spesso una frase del film “Le ali della libertà” con Morgan Freeman, che è diventata il mio motto di vita: “O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire”. Io ho scelto di vivere. Non sono ancora residente permanente ma non me ne faccio un problema perché ho imparato a rialzarmi ogni volta che cado. Prima di venire qui, non ero una persona molto sicura di me. Ricordo che, soprattutto al lavoro, avevo molto timore di dire ciò che pensavo ed evitavo spesso situazioni del genere. Poi, però, alcune esperienze negative al lavoro e fuori mi hanno rafforzato come persona e ora non ho più timore di dire ciò che penso e di sostenere ciò che va bene e ciò che non va bene per me.

Sono diventato abbastanza assertivo e non ho paura di dire ciò che non va, anche ai miei manager. Molto spesso mi è capitato di scrivere lettere di reclamo abbastanza dure agli uffici HR. Essere più sicuri di sé e assertivi non significa affatto essere arroganti ma, anzi, vuol dire tutelare la propria dignità.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Ricordo con gioia il momento in cui consegnai i primi curricula nell’ottobre del 2018. Dopo soli due giorni dalla consegna, ricevetti una chiamata per una prova presso un ristorante a Darling Harbour, nel centro di Sydney. Ero estremamente felice perché finalmente qualcuno aveva risposto, e per di più dopo un breve periodo dall’invio del curriculum, mentre in Italia le risposte non arrivavano mai.

Era un sabato sera di ottobre 2018 quando feci la prova come runner in quel ristorante. Appena terminata la prova, ricordo che iniziarono i consueti fuochi d’artificio del sabato sera a Darling Harbour. Li presi come un segno del destino, quasi come se qualcuno si stesse congratulando con me per aver ottenuto almeno una possibilità di dimostrare le mie capacità. Anche se non fui assunto, ero comunque contento e questo mi motivò a continuare a cercare altre opportunità, continuando a inviare curricula.

Dopo due settimane, ricevetti una chiamata da un ristorante a Leichhardt, dove ho poi lavorato per due anni. Ancora oggi, ripensandoci, mi rendo conto di quanto fossi felice che qualcuno mi avesse contattato per un’opportunità lavorativa, così poco tempo dopo aver inviato il mio curriculum.

Tra le altre gioie, ricordo quando ho ottenuto le qualifiche necessarie per lavorare nel settore dell’assistenza agli anziani e una casa di riposo mi ha contattato appena una settimana dopo la fine del corso. Inoltre, non posso dimenticare il momento in cui ho iniziato a lavorare per il bisettimanale “La Fiamma” e come speaker radiofonico per la radio “Rete Italia”. La soddisfazione che ho provato nel diventare giornalista è indescrivibile.

Aggiungo che la più grande soddisfazione è quella di continuare a imparare qualcosa di nuovo e contemporaneamente conoscere persone che mi trasmettono energia positiva.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Partecipo a una chat WhatsApp nella quale ci sono altri italiani, dove ci scambiamo informazioni riguardanti le offerte di lavoro, consigli su come affrontare le pratiche burocratiche e condividiamo eventi. Ogni tanto ci ritroviamo anche per un barbecue o per una birra. La comunità italiana a Sydney è molto vasta e devo dire che anche le giovani generazioni di connazionali stanno dando un ottimo contributo allo sviluppo economico e sociale dell’Australia.

Il gruppo d’italiani a cui appartengo è ben integrato in Australia e, soprattutto, non si limita a frequentare solo ambienti italiani, evitando così la mentalità italiana sbagliata che ha contribuito a rovinare l’Italia. Tuttavia, ammetto che, purtroppo, ci sono connazionali, non solo anziani ma anche giovani, che vivono in Australia da tempo ma non si sono mai integrati nel tessuto sociale di questo Paese, continuando a mantenere quella mentalità italiana che impedisce il progresso economico e sociale della nostra nazione. Per fortuna, la maggior parte dei nostri connazionali in Australia non è cosi. Ci sono tantissimi italiani che s’impegnano molto per rendere l’Australia un grande Paese.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

✎ Approfondimento: tutte le info utili per andare a studiare in Australia

Per trasferirsi in Australia, oltre ad avere i soldi necessari, è fondamentale avere un obiettivo preciso, soprattutto a livello professionale. È importante anche possedere una buona conoscenza dell’inglese, poiché senza una padronanza della lingua è difficile trovare lavoro, anche come cameriere. È necessario studiare attentamente il settore in cui si desidera lavorare, verificando se la professione scelta è molto richiesta in Australia e se le aziende sono disposte ad assumere immigrati con le competenze richieste.

Quando sono arrivato in Australia, ho frequentato un corso d’inglese della durata di sei mesi e, subito dopo, mi sono dedicato allo studio per ottenere le qualifiche necessarie per lavorare nell’assistenza agli anziani, e così ho fatto. Per raggiungere questo obiettivo, ho consultato sia società di consulenza gratuite che offrono assistenza per il trasferimento in Australia sia agenti immigratori. Nel caso in cui non si sia sicuri, consiglio sempre di parlare con degli advisors di queste società di consulenza gratuita e, soprattutto, con agenti immigratori, che possono fornire i consigli necessari.

Senza avere un obiettivo chiaro, si rischia di trovarsi in una situazione precaria. Inoltre, è importante tenere presente che l’Australia di oggi è molto diversa da quella degli anni ’60 e ’70, quando milioni d’immigrati arrivarono nel Paese senza avere competenze specifiche.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

In Australia ci sono numerosissimi luoghi da visitare e nemmeno due mesi sarebbero sufficienti per esplorare tutti i posti più belli dell’intera nazione. Oltre a Sydney, consiglio di visitare le Blue Mountains, la Grande Barriera Corallina, Kangaroo Island, il Nord Queensland, Il Western Australia e il Northern Territory, dove si trovano spiagge e parchi fluviali ricchi di coccodrilli marini. In particolare, c’è Uluru, un monolite di arenaria rossa situato nel cuore dell’Australia, che riveste una grandissima importanza culturale e spirituale per il popolo aborigeno. Quello è un luogo intriso di leggende e tradizioni millenarie delle popolazioni indigene. Ci sono anche zone costiere e interne dell’Australia poco conosciute ma che consiglio vivamente di visitare. L’Australia non è composta solo da spiagge, oceano e surfisti.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Forse avrei potuto iniziare il mio periodo in Australia prima, chissà, ma ho imparato a non rimanere ancorato al passato e a non concentrarmi sui miei errori precedenti. Ho compreso che è normale sbagliare ma che da questi sbagli si può imparare qualcosa. Pertanto, ho deciso di guardare sempre avanti anziché indietro. Il miglioramento della propria vita non avviene rimuginando sui rimpianti, bensì focalizzandosi sul presente. Non rimpiango il passato ma mi concentro principalmente sul presente, perché è da qui che si costruisce il futuro.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato a credere di più in me stesso e, soprattutto, a dire di no quando serve. Ho capito che in un paese come l’Australia nessuno ti regala niente ma, se t’impegni al massimo, puoi sempre reinventarti. C’è sempre la speranza di ricominciare. Seguendo corsi professionali specifici si può sempre imparare una nuova professione o un nuovo mestiere. Non esistono limiti per imparare un lavoro o per candidarsi a una determinata posizione. Non ci sono limiti di età massimi per poter lavorare in un’impresa privata o pubblica. Infatti, pubblicare limiti di età massimi in un annuncio di lavoro è un reato penale di discriminazione razziale, punibile anche con il carcere.

In Australia, un’azienda sceglie un candidato in base alle sue capacità e qualifiche, non in base alla sua età anagrafica o alla sua vita privata. Ho conosciuto persone che si sono arruolate nelle polizie australiane e nelle forze armate a più di 40 anni, perché non esistono limiti di età massimi. Nei tirocini puoi trovare anche cinquantenni che hanno deciso d’imparare una nuova professione, e neanche in questi casi ci sono limiti massimi di età.

Ho imparato a dare molta importanza al mio tempo libero, trascorrendolo con le persone a me più care e dedicandolo a me stesso. Sono diventato assertivo nel lavoro e non ho timore a dire ciò che penso e se c’è qualcosa che non condivido, pur rispettando i miei interlocutori.

Quando ascolto la canzone dei Negrita “Ho imparato a sognare”, capisco sempre più che in Australia, una volta che si cade al tappeto, c’è sempre un’occasione per rialzarsi.

Progetti futuri?

Ce ne sono davvero tantissimi e sarebbe impossibile elencarli tutti ma è proprio questa voglia di fare progetti che mi aiuta a vivere bene e a stare in pace con me stesso. Grazie al mio lavoro, ho avuto il piacere di conoscere persone tra gli 80 e i 90 anni che ancora continuano a progettare e a mantenere lo spirito di un giovane alle prime esperienze, con una grande voglia di scoprire il mondo. Non si è mai troppo vecchi per fare nuove esperienze e imparare qualcosa di nuovo.

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