I vulcani di Auvergne – Francia
Se non fosse davvero così, si stenterebbe a crederlo. Eppure si trova in Francia, più esattamente nella regione centrale chiamata Alvernia, Auvergne alla francese, l’area vulcanica più estesa d’Europa, protetta con lungimiranza dal governo locale con l’istituzione di un parco naturale tanto bello quanto misconosciuto. Quattromila chilometri quadrati sparsi lungo il Massiccio Centrale, a mezz’ora di auto da Lione, caratterizzati dal continuo alternarsi di pinnacoli arrotondati e laghetti più o meno balneabili, centri termali fra i più noti e frequentati del Paese e torrenti spumeggianti.
Fu qui intorno che il mitico Vercingetorige organizzò la più sofisticata forma di resistenza che l’esercito romano conobbe nel corso della sua inarrestabile campagna di conquista del continente europeo. Di quell’epoca eroica si conservano pochissime vestigia, come il santuario gallo-romano in vetta al Puy de Dome, considerato a ragione il più alto al mondo, scoperto durante i lavori di realizzazione del vicino osservatorio astronomico. Ed è il Puy de Dome, ad una ventina di chilometri da Clermont-Ferrand, uno dei vulcani spenti che meglio si presta ad una ricognizione sul territorio per rendersi conto di persona della particolarità del panorama, non fosse altro che per raggiungerne la cima è possibile accomodarsi sui sedili della futuribile cremagliera Panoramique des Dômes, inaugurata nel 2012.
Da lassù la vista è incantevole e permette di farsi un’idea precisa sui vulcani d’Alvernia. Se il colpo d’occhio non fosse stato sufficientemente eloquente, si può fare allora riferimento a Vulcania, una via di mezzo fra un parco dei divertimenti per bambini e un museo scientifico: realizzato a Saint Ours les Roches grazie alla passione di due famosi vulcanologi francesi, Maurice e Katia Krafft, permette ai bambini di imparare divertendosi grazie ad attrazioni di grande impatto e agli adulti di approfondire le loro conoscenze sulla terra e sui suoi fenomeni fisici. Per dare invece un’occhiata alla morfologia di un vulcano vero, basta attraversare la strada ed entrare al Volcan de Lemptegy, dove un trenino conduce nel bel mezzo di un’ex miniera a cielo aperto scavata proprio dove un tempo lapilli e lava la facevano da padroni.
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Altro punto straordinariamente panoramico è il Puy de Sancy, la più alta montagna del Massiccio Centrale con i suoi 1886 metri di altitudine: la fatica di raggiungerne la vetta è mitigata da una veloce funivia, che conduce alla base di un sentiero ben curato percorribile anche con passo turistico fino al punto di osservazione ricavato sulla sommità. Da lassù i vulcani spenti circostanti balzano alla vista come piccoli panettoni verdi, sparsi scenograficamente a 360 gradi. Un panorama simile lo si gode pure dal colle Du Capucin, sul quale si può salire lungo un agevole sentiero o tramite la più antica funicolare elettrica di Francia: una volta in cima, ci si può disperdere per le decine di sentieri che solcano il piccolo altopiano oppure si può fare una sosta al parco avventura realizzato pochi anni fa nel bosco. Numerosi i piccoli borghi dalla tipica aria montana che punteggiano il territorio: il più affascinante è senza dubbio.
Le-Puy-en-Velay, costruito alle pendici di tre pinnacoli di origine vulcanica su cui sono state edificate nei secoli una chiesa, una cattedrale e un’imponente statua della Vergine col Bambino. Da non perdere è la chiesetta del X secolo, la Chapelle di Saint-Michel d’Aiguilhe, che si raggiunge tramite una ripida scalinata di 268 gradini: la struttura venne realizzata seguendo il profilo naturale della roccia, tanto che una volta varcato il portale policromo sembrerebbe di entrare in una grotta se un magnifico ciclo di affreschi non certificasse che di chiesa effettivamente si tratta. Non è da meno la Cattedrale, patrimonio dell’umanità Unesco dal 1998, con una facciata realizzata su più livelli in modo da adeguare le architetture alle asperità naturali del luogo e un chiostro tra i più spettacolari di Francia. Capolavori da ammirare quanto prima: i vulcani della regione infatti, per quanto inattivi da millenni, non sono stati considerati estinti…
Gianluca Ricci