Klassens Tid: l’ora dell’empatia nelle scuole danesi
Di Enza Petruzziello
In un momento storico in cui il bullismo nelle scuole riempie le pagine dei nostri giornali, l’iniziativa che stiamo per raccontarvi sembra quasi una carezza al cuore. Siamo in Danimarca, il paese conosciuto per il suo stile di vita Hygge e dove la felicità è ormai la mission (possible) dei suoi abitanti: da ricercare in casa, a lavoro, e persino – anzi soprattutto – a scuola! Sui banchi dei bambini danesi, infatti, è arrivata una nuova materia scolastica.
Niente quaderni o libri, il loro compito è di abbracciarsi con i rispettivi compagni. Attenzione, non si tratta di un gioco o di un semplice esercizio, abbracciarsi è entrato a far parte a tutti gli effetti del programma scolastico del Paese da diversi mesi.
L’obiettivo è dimostrare ai ragazzi quanto sia bella e importante l’empatia, senza vivere l’ansia della competizione e tenendoli lontani dal bullismo. E secondo gli esperti migliora anche i voti in pagella.
Il metodo ha un nome impronunciabile: “fællesskab” e vuol dire comunità. È proprio questo il segreto per stare bene con gli altri e per imparare più in fretta. Ne è convinta la psicologa Jessica Joelle Alexander che nel libro “Il nuovo metodo danese per educare i bambini alla felicità a scuola e in famiglia” esamina una didattica fatta di empatia.
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Per la studiosa connettersi con gli altri porta i ragazzi a stare insieme in maniera serena difendendoli da bullismo e ansie. «Dai 6 ai 16 anni nelle scuole danesi i ragazzi partecipano a una lezione in cui si insegna l’empatia – spiega Alexander –.
Gli insegnanti che hanno provato a inserire queste lezioni all’estero sono stupiti dai risultati: gli studenti sono più sereni, felici e vanno meglio a scuola. La tranquillità degli allievi assicura un ottimo rendimento scolastico».
La ricercatrice si spinge oltre, sostenendo che il sistema scolastico degli altri Paesi è ormai superato, legato a vecchie metodologie ancorate troppo ai voti e al terrore delle interrogazioni. Questo va a discapito della sensibilità e dell’intelligenza emotiva.
Secondo la Alexander è necessario, invece, aiutare i giovani a studiare spensieratamente, senza imporre modelli competitivi.
In che modo? Dando loro autostima indipendentemente da quanto prendono a scuola. Può succedere ad esempio che un esame vada male anche se un ragazzo ha studiato tanto.
Questo non può e non deve mandarlo in crisi. Anzi bisogna insegnargli che si apprende più da un errore che da un successo. In sostanza va regalata a tutti gli allievi la fiducia nelle loro capacità, responsabilizzandoli e insegnando loro chi sono e non solo cosa possono fare.
Proprio per questo nelle scuole della Danimarca un’ora la settimana si insegna la “Klassens tid”: la capacità di comprendere a pieno ciò che sentono gli altri bambini, sia esso un sentimento di gioia che di dolore.
Durante quei sessanta minuti, i bambini parlano dei loro problemi personali o di quelli che riscontrano nel rapportarsi con i compagni di classe o con il gruppetto di amici.
Nessuna competizione, dunque, soltanto un momento dedicato agli abbracci e persino ai massaggi. Alla fine gli alunni affrontano anche il test della felicità, perché lo star bene con se stessi viene prima di qualsiasi voto alto.