Trasferirsi in Uruguay
A cura di Nicole Cascione
“La vita è una e abbiamo l’obbligo di viverla totalmente. A volte serve un pochino di egoismo e pensare che se alcune cose non le fai oggi…Quando le fai?” Questo il messaggio di Luca ai lettori di Voglio Vivere Così Magazine.
A 45 anni Luca, da consulente di marketing e comunicazione, per colpa della crisi si è ritrovato senza clienti e ha deciso di seguire il suo istinto che l’ha portato in Uruguay.
Luca, perdere il lavoro a 45 anni e rimettersi in gioco in un altro Paese. Sicuramente ci vuole una buona dose di coraggio per affrontare un passo del genere:
Sei l’ennesima persona che mi definisce coraggioso. Io non mi sento e non mi sono mai sentito così. Va detto che l’estero mi ha sempre attratto, a 18 anni guardavo al nord Europa come un buon posto dove vivere. Poi la vita, il lavoro, la famiglia mi hanno portato a chiudere nell’ultimo cassetto in basso l’idea di andarmene dall’Italia e fino ai 42/43 anni quel pensiero mi ha lasciato stare. Successivamente, complice la situazione italiana in caduta libera, la pressione fiscale al 74% e le poche opportunità professionali hanno risvegliato quel desiderio e ho seguito il mio istinto.
Come hai maturato la decisione di andare via? Avevi valutato altri Paesi oltre all’Uruguay? Perchè la scelta è poi ricaduta su quest’ultimo?
Come accennavo prima, da consulente di marketing e comunicazione, mi sono trovato senza clienti per colpa della crisi e delle leggi scellerate emanate dallo Stato. Di fatto senza lavoro e con un figlio all’epoca minorenne da mantenere, arrivare a fine mese diventava difficile. Grazie alla mia famiglia abbiamo stretto i denti e ho bussato a mille porte senza trovare nulla. A questo punto l’idea di andartene è qualcosa che scatta automaticamente nella tua testa. La mia prima scelta è stata l’Estonia, poi un amico mi ha parlato molto bene di Montevideo al punto da incuriosirmi ed approfondire il più possibile questa nuova ipotetica meta. La scelta è stata quasi naturale. Noi italiani ignoriamo cos’è e come si vive in Sud America. L’Uruguay è un Paese che potremmo definire più europeo che sudamericano. Possiede leggi e costituzioni più vecchie delle nostre, visione dei diritti sociali, umani, lavorativi che in italia ci sogniamo. Stile di vita europeo ma senza quelle frenesie nevrotiche e consumistiche tipiche di noi italiani (ancora per poco, temo). Una vita a misura d’uomo che forse stavo cercando.
Hai riscontrato qualche difficoltà all’arrivo sul posto?
Va detto che mi sono spostato da solo. Nel senso che non avevo nessun appoggio qui, non conoscevo nessuno e l’unica parola spagnola conosciuta era “hola”. Fortunatamente qui ci sono italiani che aprono le braccia e accolgono, aiutano, suggeriscono come muoverti e poco alla volta, buttandomi, ho imparato a “nuotare”. Penso che le difficoltà dipendano molto da come uno si approccia alla nuova avventura che sta vivendo, se lo fa in modo positivo o negativo. Mi sono innamorato dell’Uruguay prima di arrivarci e da 4 anni vivo questa storia d’amore. Forse un giorno come tutte le passioni finirà, intanto mi godo questo splendore.
Ormai vivi da quattro anni in Uruguay, cosa puoi raccontarci del posto?
L’Uruguay ha un piede nel 1950 e l’altro nel 2080, con tutto il bello e il meno bello che questa affermazione esprime. Ha i migliori allevamenti di carne al mondo e quindi una struttura rurale fortemente antica e stabilizzata. All’interno del Paese, il cavallo è ancora il migliore mezzo di trasporto e di lavoro possibile, non è raro vedere un bambino di 10 anni andare a scuola a cavallo, ma nello zaino ha un computer che lo Stato offre a tutti gli alunni per la carriera scolastica. Tutto il mondo cerca di conoscere il sistema “plan ceibal” per importarlo perchè innovativo e funzionante. C’è da da dire che l’Uruguay ha radici italiane e spagnole (45% della popolazione ha origini italiane) e l’italianità che ritrovi nelle città, nello stile di vita o nella cucina quasi commuovono.
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Il territorio è affascinante, una costa che offre luoghi unici al mondo (Cabo Polonio, Punta del Diablo, Piriapolis, ecc.); un interno dove la natura ha tutto maiuscolo, il rio, gli sterminati campi d’allevamento ed una città, Montevideo, che offre di tutto con una “movida” culturale ed artistica di primissimo livello, dal tango alle arti cinematografiche passando per la musica ed il teatro. Credo di avere poco spazio per parlare di tutto. Quello che dico sempre è di venire qui 3 settimane e scoprire l’Uruguay.
Quali sono i pro e i contro del viverci?
Non amo il pro e contro, perchè ciò che a me piace magari ad un altro non piace. Per esperienza diretta, parlandone con altri italiani che vivono qui, ci siamo resi conto delle diversità. E’ chiaro che siamo in un paese latino, anche se fortemente europeizzato, quindi la vita ha ritmi e stili differenti da quelli italiani, ma tutto sommato basta avere un minimo di voglia di adeguarsi ed essere flessibili e magicamente integrarsi diventa facilissimo.
Professionalmente, cosa può offrire in più rispetto all’Italia? Può dare prospettive migliori?
Dunque, scordatevi di venire qui e trovare un posto fisso da dipendente. Piuttosto è preferibile avviare una piccola impresa, anche con capitali minimi. Qui le opportunità non mancano, aiuti statali, pressione fiscale minima nei primi 3 anni di attività (poi al 30-35%), facilità burocratiche (un’impresa la apri in un giorno via internet). Qui puoi costruirti il tuo futuro e quello dei tuoi figli, non solo io ma anche altri hanno e stanno facendo così con ottimi risultati. Tutto questo puoi farlo in Italia?
Di cosa ti occupi al momento?
In Italia la cosa che più si avvicina è “l’affittacamere”, ma qui è totalmente differente, qui si condividono le case. Come esiste il noleggio auto a lungo termine, lo stesso faccio io, ma con le case. Conoscendo il mercato immobiliare Montevideano, parallelamente offro opportunità ad italiani che vogliono investire nel mattone qui in Uruguay.
Tuo figlio di 23 anni ha deciso di venir via con te. Come e in cosa è cambiata la vostra vita in questi 4 anni?
Difficile dirlo, perchè lo vivi tutti i giorni e quindi spiegare il quotidiano non è facile. Oltretutto veniamo da avvenimenti che hanno colpito duramente la nostra famiglia, ma sul lungo periodo fortunatamente hanno lasciato un legame molto forte tra noi due, siamo padre e figlio, ma anche amici, confidenti, un tutt’uno che dà forza. Forse senza tutto questo e senza di lui non avrei avuto la forza di fare questo grande passo per cambiare radicalmente la mia vita ed anche la sua ovviamente.
A chi consiglieresti l’Uruguay e a chi invece no?
l’Uruguay è per tutti. Qui puoi trovare la tua dimensione e il mondo così come lo desideri, sicuramente non lo consiglio ai disfattisti, a chi nega sempre tutto, a quelli che non gli va mai bene niente.
Un messaggio a tutti i lettori di Voglio Vivere Così Magazine:
La vita è una e abbiamo l’obbligo di viverla totalmente. A volte serve un pochino di egoismo e pensare che se alcune cose non le fai oggi…. Quando le fai?
Buona vita.