Il ricercatore Massimo Zeviani: l’Italia che rifiuta i suoi talenti
La storia di Massimo Zeviani, 56 anni, direttore dell’Unità di neurogenetica molecolare dell’Istituto neurologico Besta di Milano è di quelle che fanno riflettere. Professionista e ricercatore stimatissimo nel suo campo a livello internazionale, ha ottenuto il premio «Brain» per la ricerca neurogenetica, ed ha più volte pubblicato articoli sulle sue ricerche su importanti riviste come Science and Medicine , sulle cui pagine scrive praticamente il Gotha della scienza.Dalla fine degli anni ’80 Massimo Zeviani ha fatto ricerca sulla disfunzione dei mitocondri, gli organuli delle cellule che forniscono l’energia indispensabile a tutti i processi vitali (come il battito cardiaco, le contrazioni dei muscoli e le connessioni dei neuroni). È grazie alla sua ricerca se si è riusciti ad identificare i principali geni patogeni, ad individuare i meccanismi che inducono malattie ed a sperimentare nuove terapie per la loro cura.
Massimo Zeviani era alla ricerca di una cattedra universitaria: insegnare per tramandare il suo sapere. Perchè, come lui stesso ammette, “In Italia c’è bisogno di ricambio, di lasciare il passo ai giovani”.
Eppure diverse sono state le università che l’hanno rifiutato, e due le esperienze che ricorda con più amarezza: la prima volta per un posto di professore associato di Patologia generale, la seonda – cinque anni dopo – per un posto come professore ordinario di Biologia molecolare. Ogni volta è stato come ricevere uno schiaffo: non è “figlio di, parente di..” ed in un mondo accademico estremamente chiuso su se stesso poco è lo spazio lasciato a chi, invece, quel posto lo cerca per trasmettere passione, determinazione e conoscenza.
Basti pensare che nella graduatoria degli scienziati migliori del mondo, pubblicato dalla Virtual Italian Accademy, dei 188 nomi sedici sono italiani, ma soltanto cinque lavorano in Italia.
Così, amareggiato per non aver potuto accedere a questa possibilità, decide di mandare un curriculum alla Mitochondrial Biology Unit dell’Università di Cambridge. A gennaio è stato chiamato per un primo colloquio davanti ad una commissione composta da 15 scienziati, con a capo Sir John Stewart Savill, presidente del Medical Reasearch Council.
Zeviani si presenta al colloquio solo con una penna ed un computer: quasi a definire una linearità di comportamento. Il pc contiene tutti le ricerche, i programmi ed i progetti di ricerca di Zeviani, e la commissione rimane oltremodo impressionata.
Zeviani torna in Italia, e ce lo immaginiamo sì galvanizzato per aver toccato con mano un mondo che si basa sulla meritocrazia, ma forse anche un po’ sfiduciato nei confronti conmunque di un mondo accademico che già lo aveva rifiuato. Eppure, non appena a casa, il suo prezioso pc gli cambia la vita: il colloquio è stato superato, ed il posto sarà suo a partire da gennaio 2013, dove avrà a disposizione 50 milioni di euro per i prossimi 5 anni, da dedicare al suo lavoro ed alla sua ricerca.
Massimo Zeviani, si trasferirà a Cambridge come capo della Mitochondrial Biology Unit, diretta negli ultimi 14 anni dal premio Nobel per la chimica John Walker, che a 71 anni andrà in pensione.
Walker, non appena ricevuta la notizia, ha detto: “Sono entusiasta che il MCR (Medical Reasearch Council) abbia scelto Massimo Zeviani come mio succesore. È un ottimo ricercatore, un esperto nello scoprire l’ origine e nel definire la diagnosi delle malattie generate dalla disfunzione dei motocondri. Le sue richerche apporteranno completezza alle scoperte già fatte dalla Mitochondrial Biology Unit, e permetteranno di capire meglio la produzione energetica e cellulare dei mitocondri e la riproduzione del loro genoma” (ndt).
A cura di Diletta Fraizzoli