Matteo, “Vi racconto la mia vita in una cittadina di provincia del Canada
A cura di Maricla Pannocchia
Dopo un’esperienza a Sofia, Bulgaria, che gli ha permesso d’incontrare Beatrix, la donna che è diventata sua moglie, Matteo è partito con lei alla volta del Canada. Dopo aver vissuto un’esperienza unica, anche se difficile sotto vari aspetti, a stretto contatto con le persone che vivono in una First Nation Community nel Nord del Paese, adesso la coppia è tornata a vivere in una cittadina di provincia.
“Qui i costi sono molto più ridotti rispetto a città come Toronto, dove gli affitti partono da 3000 dollari il mese”, spiega Matteo, “E lo stile di vita è più rilassato”. La zona lascia a bocca aperta per i laghi, la natura e, specialmente nel mese di ottobre, questi spettacoli naturali permettono a Matteo di godersi la pace della zona che ha scelto di chiamare “casa”.
Con una nuova vita ormai ben organizzata in Canada, Matteo ci ricorda che cambiare vita è possibile ma che per farlo non bisogna necessariamente andare dall’altra parte del mondo.
Lui, ad esempio, ha lasciato l’Italia alla volta della Bulgaria: “In quanto europei, abbiamo tanti altri Paesi in cui possiamo vivere e lavorare senza i visti e i permessi richiesti da tanti Paesi al di fuori dall’Europa. Perché non approfittarne?”. E, infine, mette in guardia i sognatori.
Se è vero che cambiare vita, con organizzazione, preparazione e impegno, è qualcosa alla portata di tutti, bisogna stare attenti a non sognare troppo a occhi aperti, perché lasciare l’Italia non significa trovare l’Eldorado, ma doversi mettere in gioco, adattare e rimboccare le maniche.
Ciao Matteo, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
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Ciao, sono Matteo, sono nato a Roma e cresciuto in una cittadina del viterbese, Civita Castellana. Nel 2014 ho ottenuto un’offerta di lavoro in Bulgaria ( Sofia). È da lì che partono la mia storia e la mia avventura in giro per il mondo. Infatti, dopo 3 anni, per caso incontro la mia futura moglie Beatrix (cittadina bulgara- canadese), insegnante d’inglese in una scuola privata a Sofia ed io nel frattempo che lavoravo in IBM Bulgaria come tecnico IT. Dopo un anno siamo andati a vivere insieme e nel giugno 2020, nel mezzo della pandemia da Covid-19, ci siamo sposati. Lei, infatti, aveva trovato lavoro di nuovo in Canada come insegnante nel Nord del Paese in una First Nation Community, Nelson House, a 70 km a Est di Thompson, così, nel luglio del 2020, siamo partiti per questa nuova avventura. Avevamo la casa della mamma di Bea come appoggio nella ridente cittadina di Peterborough (ON) nella regione di Kawarta Lake, a 180 km a Est di Toronto. La cittadina si trova sul medesimo lago di Peterborough famoso per sport come il canottaggio.
Da qua ad agosto siamo partiti con la macchina e abbiamo viaggiato per circa 3000 km da Sud a Nord, passando per il lago superiore e per le cittadine di Sault Ste. Marie, Thunder Bay, Winnipeg e Nelson House.
Nelson House o Cree Nation Community, riserva nativa indiana, dove la vera storia del Canada ancora vive e cerca di sopravvivere all insaputa del mondo intero, recentemente venuta a galla per la vicenda delle ‘ Residential Schools‘ in varie cittadine del Canada ( Manitoba e Saskatchewan ) dove i figli delle famiglie native venivano presi e mandati a scuola in quese strutture. Venivano infatti educati con la nostra cultura ed era imposto loro d’imparare la lingua inglese. In questo anno di permanenza in Nelson House abbiamo avuto esperienze come la pesca sul ghiaccio con le reti, andare a caccia, imparare a saper riconoscere le varie ‘ erbe ‘ , chiamate da loro le ‘ medicine’, conoscere le loro tradizioni dalla tiratura della pelle di Moose alla Louge, la piu antica chiesa del Canada che, tradotto dalla lingua nativa, significa ‘ Villaggio’ .
Come si vive in Canada e come sei stato accolto dalle persone del posto?
Alla domanda come si vive e come sono stato accolto da queste persone, posso rispondere ‘ benissimo’, esperienza che rifarei un’altra volta, messa in calendario con mia moglie, in un paio di anni. La loro vita oramai si sta normalizzando secondo i tempi nostri ma molte delle persone ancora vivono seguendo le loro tradizioni. In inverno si focalizzano sulla pesca sul ghiaccio nel lago dove sorge la località, in primavera e in autunno si focalizzano sulla caccia di alci, la cui carne viene essiccata e distribuita alle persone del posto per essere consumata durante il lungo inverno. L’inverno è molto lungo e va, di solito, da ottobre a maggio con punte di 40-45 sotto lo zero con neve da ottobre a maggio.
Sfortunatamente molte di queste persone hanno problemi di alcolismo o abusano di droghe, molte famiglie vivono alla soglia della povertà con situazioni molto complicate. Per molti di loro la scuola all’interno della riserva è l’unico punto di salvezza dove possono essere ‘sfamati’ e supportati dal corpo insegnanti. Sfortunatanamente siamo stati ‘bloccati’ per molti giorni a casa causa ‘ pandemia’ Covid e molte attività che avevamo pianificato sono saltate. Naturalmente questa è una First Nation Community chiusa e solo i residenti o le persone autorizzate possono entrare all’interno (alcol e cannabis sono limitati).
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Nonostante tutto le persone del posto sono molto ospitali, con alcuni ancora ci sentiamo via telefono, ci invitavano per 2 giorni a caccia per il weekend, oppure il venerdì ci si ritrovava con altri insegnanti il dopo cena per una partita a carte.
Quali difficoltà hai dovuto superare e come sei riuscito a farlo?
Sicuramente stare in una località remota per 1 anno non è così facile e anche l’adattamento in un Paese come il Canada non è immediato, ti ritrovi davanti a tante differenze rispetto a ciò a cui sei abituato come la lingua, la cultura, i modi di fare e di pensare della gente del posto, che sono completamente differenti da quelli europee.
Nel giugno 2021 avete affrontato un altro cambiamento…
Sì, nel giugno del 2021 siamo tornati da dove eravamo partiti a Peterborough( ON), per via del troppo freddo e della location troppo remota. Diciamo che siamo tornati in quella parte del Canada dove si concentra il 60% della popolazione. Cittadina di 100.000 abitanti, sorge sul lago di Peterborough. È una cittadina coloniale inglese che si può definire di provincia dove tutto scorre lento e tranquillo, fuori dal traffico e dalla frenesia di Toronto. La zona di Kawarta è una regione dove si concentrano più di 100 laghi di medie e piccole dimensioni e ci sono anche riserve indiane ( ce ne sono 2 nella zona).
Consiglieresti alle persone di visitare questa cittadina?
Sì, per una vacanza fuori Toronto. Diciamo che qui le persone possono trovare il vero Canada, piccoli business, pub, mercatini e, cosa più importante, essa è famosa per il canottaggio e per i moltissimi sentieri che l’attraversano. Ci sono tantissime cittadine che sorgono su parecchi laghi come Linzie , Kawarta Lake, Lakefield e poi, per un’esperienza naturalistica, consiglio il Conquin Park a circa 150 km a Nord. Come meta di viaggio consiglierei anche l’Algonquin Park, a circa 200 km Nord di Peterborough, ma nella mia regione in estate è possibile affittare cottage fronte lago e godere la bellezza dei laghi canadesi ( cittadine come Buckhorn, Sandy Lake e Bobcaygeon fino ad arrivare nella capitale, Ottawa). In generale qui nella mia zona si può ammirare la natura dell’Ontario, specialmente nel mese di ottobre, durante il quale si possono godere le meraviglie dell’autunno ( il mese più bello dell’anno).
Questa zona sta diventando sempre più un luogo d’incontro fra persone provenienti da vari Paesi…
Le persone del posto si stanno adattando al continuo flusso di migranti che arrivano da differenti parti del mondo attirati dalla Trent University e dal Fleming college ( India e Pakistan). Ovviamente ci troviamo in una cittadina con abitanti che sono attaccati alle loro tradizioni molto inglesi. Qua certamente non è facile integrarsi, non come può esserlo a Toronto o a Vancouver, dove la multiculturalità la fa da padrona. Molte persone scelgono di venire qua a Peterborough anche per i costi ancora contenuti, infatti qua la vita costa la metà di Toronto. Per me ovviamente è stato differente in quanto mia moglie è rientrata nel corpo insegnanti del County e così pian piano ci stiamo integrando anche con l’acquisto della casa . Per me ovviamente trovare lavoro non è stato facile, le aziende qua non sono tantissime e sei molto limitato, ma fortunatamente, dopo mesi e mesi, sono riuscito a trovare un opportunità nel campo dell‘ Information Tecnology .Vivere in una cittadina di provincia dell’Ontario da un certo punto di vista ti limita per le opportunità lavorative ma dall’altro ti evita i costi eccessivi di città come Toronto ( diciamo che per un affitto a Toronto si parte dai 3000 dollari mensili) e lo stile di vita qui non è altrettanto frenetico.
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Quali caratteristiche deve avere una persona, secondo te, per riuscire a vivere con successo al di fuori dall’Italia?
Deve avere delle competenze che in quel momento il Paese sta cercando e poi non deve pensare che fuori dall’Italia sia tutto più semplice. È necessario sapersi adattare, specialmente all’inizio, a qualsiasi cosa capiti ( l’esperienza si fa nel Paese dove si lavora) , e capire sempre dove si parte e dove si deve arrivare dal punto di vista professionale. Ovviamente qua in Canada le professioni mediche e nel campo della ricerca biologica sono quelle con una carenza di personale e il Paese cerca molto personale estero.
Cosa diresti a chi vorrebbe cambiare vita ma non sa da che parte iniziare?
È molto complicato dare dei suggerimenti perché talvolta le cose succedono e basta. Cambiare vita è possibile. Fortunatamente, in quanto italiani, noi siamo un Paese europeo e si può cominciare proprio da un altro Paese dell’Europa, in cui risiedere e lavorare non è come complicato come può esserlo fuori Europa. Naturalmente bisogna avere capacità linguistiche e competenze dal punto di vista professionale. Diciamo che l’Europa del dopo pandemia ti permette anche di trovare offerte di lavoro che possono essere svolte da remoto e di vivere in città senza nessun problema di visti o permessi di lavoro come richiesto in Canada o in USA.
Progetti per il futuro?
Per il futuro, vedremo! Mia moglie ed io ci stiamo abituando a questa vita, tutti e due abbiamo un lavoro oramai fisso e pressoché stabile e un appartamento di proprietà. Progetti futuri non ne abbiamo ancora fatti, vedremo cosa succederà di qui a un paio di anni, ma l’intenzione per ora è di rimanere qua in Canada.
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