Michela: Tenerife è l’isola ideale per chi lavora da remoto

Michela, 29enne originaria di Cesena, ha deciso di lasciare l’Italia nel 2018, dopo aver conosciuto dei ragazzi che si erano trasferiti in Australia con il Working Holiday Visa. La donna ha fatto la stessa esperienza e, poi, si è trasferita a Barcellona, avendo trovato un lavoro da svolgere da remoto che però richiedeva la residenza in Spagna. “Non sono mai stata fatta per le grandi città. Ho pensato, quindi, di venire a vivere a Tenerife, anche se non l’avevo nemmeno mai visitata prima!” ricorda Michela.

Michela lavora da remoto per una multinazionale e mi occupo di assistenza b2b (business to business) e, nel tempo libero, organizza eventi, partecipa a iniziative locali, va in spiaggia e a cena con gli amici. “Faccio più cose qui di quante non ne facessi in Italia ma sono molto più rilassata” dice Michela che, al momento, ha preso un periodo di pausa dal lavoro per dedicarsi al suo progetto di creare un blog di viaggi che aiuti le persone a capire sia la bellezza e l’importanza di viaggiare in solitaria sia le varie opportunità che ci sono per fare dei veri viaggi e non delle vacanze.

A chi sogna di trasferirsi sull’isola, Michela consiglia di andarci con qualche soldo da parte e di mettere in conto di avere risparmi sufficienti per viverci i primi mesi, durante i quali dovranno fare i documenti e cercare lavoro. “C’è anche da fare attenzione perché, a volte, la paga è bassa e non permette di arrivare a fine mese” dice Michela, “ma, una volta trovato il lavoro giusto e in cui si hanno i documenti in regola, è possibile iniziare a godersi l’isola!”

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Ciao Michela, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, sono Michela, ho 29 anni e vengo da Cesena. Ho iniziato a viaggiare qualche anno fa, nel 2018, con un viaggio sola andata per l’Australia. Da lì è nata la passione per i viaggi e per nuovi modi di vivere, che mi ha portata a trasferirmi a Tenerife nell’ottobre del 2021.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho deciso di lasciare l’Italia un po’ per caso, nel 2018, dopo aver conosciuto alcuni ragazzi che si erano trasferiti in Australia con il Working Holiday Visa, che ti permette di viaggiare, lavorare e studiare lì per un anno e, volendo, è rinnovabile.

Ho fatto questa scelta sei mesi prima della mia laurea. In quel periodo, in Italia avevo una vita molto frenetica, lavoravo tanto, studiavo e avevo un bel gruppo di amici però mi sentivo sempre un po’ fuori da tutto. Ero sempre quella che pensava in un modo diverso dagli altri e avevo sempre voglia di fare cose nuove e di conoscere nuovi modi di vivere.

Ora vivi a Tenerife da circa un anno. Dove, precisamente? E cosa ti ha spinta a trasferirti proprio lì?

La scelta di venire a Tenerife è nata grazie a un’opportunità di lavoro che trovai in Spagna. Era un lavoro da remoto ma era necessario risiedere in Spagna, così decisi di trasferirmi a Barcellona. Tuttavia, non sono mai stata fatta per le grandi città. Ho pensato, quindi, di venire a vivere a Tenerife, anche se non l’avevo nemmeno mai visitata prima! L’isola mi è piaciuta tantissimo sin da subito. Tenerife ha tanto da dare e ha un’atmosfera molto internazionale.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Sono rimasti molto sorpresi, alcuni hanno detto che era una scelta folle, che non sapevo la lingua, che non conoscevo nessuno, chissà se avrei trovato un lavoro… Altri, invece, mi hanno sostenuta tanto, dicendomi che ce l’avrei fatta.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Ho parlato con molte persone che vivevano a Tenerife, ho usato molto i gruppi Facebook d’italiani che vivevano già qui e mi sono connessa con tante persone che avevano fatto un esperienza sull’isola o si erano trasferite qui. Ho fatto tanta ricerca da sola sui documenti necessari per vivere qui, sul costo della vita, su quello degli affitti e sulla vita sociale.

Di cosa ti occupi?

Lavoro per una multinazionale e mi occupo di assistenza b2b (business to business). Mettiamo in contatto i business con l’azienda e gestisco l’assistenza ai business che utilizzano i servizi dell’azienda.

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Pensi che Tenerife sia idonea a chi, come te, lavora da remoto?

Penso che Tenerife sia uno dei miglior posti in Europa in cui vivere lavorando da remoto. Abbiamo una bellissima community di nomadi digitali, composta da persone semplici, che mi hanno fatta sentire da subito la benvenuta. Da qualche mese, ho iniziato a organizzare eventi con un bel gruppo di persone, con chi vive qui da tempo e chi si è trasferito da poco. Abbiamo tanti gruppi WhatsApp per beach volley, padel, aperitivi e meet up.

Ci sono tanti co-working in cui lavorare, in più, molte compagnie telefoniche offrono la fibra per il Wi-Fi, quindi internet è molto veloce, e a prezzi contenuti.

È facile fare amicizia anche se lavori da casa, perché subito dopo il lavoro puoi andare in spiaggia, ai vari eventi oppure puoi organizzarti su Whatsapp e conoscere altri nomadi digitali o persone che si sono trasferite qui e che, come te, vogliono conoscere gente nuova.

È facile, per un italiano, trovare lavoro come dipendente a Tenerife?

Io ho molti amici che lavorano a Tenerife e posso dire che il lavoro si trova molto facilmente. Ho amici che fanno i camerieri, gli animatori, i fotografi in hotel, i venditori di escursioni, come altri al nord dell’isola che fanno lavori di ufficio. L’unica cosa da valutare bene, secondo me, è che la paga a volte puo’ essere bassa, non sufficiente per vivere qui e mettere via qualcosa. Bisogna cercare un datore di lavoro o un’azienda che siano seri e che ti paghino uno stipendio corrisposto allo stile di vita e alla tua esperienza. Trovare questo tipo di opportunità può richiedere un po’ di tempo, soprattutto all’inizio, ma penso che questa sia una problematica comune a molti altri posti in Europa. Una volta in cui trovi un lavoro serio, poi ti trattano bene, si fanno 40 ore a settimana con 2 giorni liberi e la paga è buona. Questa, sommata alle mance, ti dà un buon stipendio.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Ristorazione, animazione e fotografia in hotel. In questi settori, anche se si ha poca esperienza, sono disposti a insegnarti. Direi anche vendita escursioni, pulizie negli hotel, case vacanze e Airbnb.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Penso che dipenda molto dal lavoro che svolgi e dall’azienda per cui lavori.

Ci sono alcuni che, facendo i camerieri, guadagnano molto bene e possono mantenersi senza troppi problemi, mentre altri prendono poco e faticano ad arrivare a fine mese. La stessa cosa vale per altri settori. Dipende un po’ da dove lavori.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

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La benzina costa 1,20 – 1,30 Euro, quindi è molto più economica che in Italia.

In generale, l’Iva è al 7% per molti bene e servizi, quindi, i prezzi in alcuni casi risultano più bassi.

Per esempio, il taxi parte da 3,80 Euro e poi costa circa 1,50 Euro al km.

Per una cena in un ristorante locale guachince puoi spendere 20 Euro e sentirti sazio.

Come valuteresti servizi come sanità, burocrazia e mezzi pubblici?

Io mi sono trovata molto bene all’ospedale privato Hospiten, che è gratuito per i residenti. Penso che questo sia un punto a favore, il poter utilizzare alcuni servizi gratis in un ospedale privato.

I mezzi pubblici sono apprezzabili perché in molte aree funzionano 24 ore su 24 e sono molto frequenti, anche se in zone meno turistiche e più fuori dal centro possono subire ritardi eccessivi e, se non sei residente, i bus sono molto cari.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

È necessario avere il NIE, il tuo identificativo spagnolo per poter lavorare qui. Inoltre, devi avere la Seguridad Social, che ti permette di accedere al servizio di previdenza sociale spagnolo. Oltre a questo, per poter diventare residente è necessario avere l’empadronamiento, che è il certificato di domicilio nella casa in cui si vive in Spagna.

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Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Ho trovato il mio primo alloggio temporaneo su Airbnb e, successivamente, su Facebook Marketplace. Sono stata molto fortunata perché, anche se ai tempi non lo sapevo, la maggior parte degli annunci pubblicati lì sono truffe. A me, per fortuna, è andata più che bene. Successivamente, avendo creato un bel gruppo di amici, ho sempre trovato tramite contatti.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Bisogna partire dal fatto che i prezzi sono triplicati negli ultimi 2-3 anni, dopo il Covid. Molte più persone hanno deciso di trasferirsi sull’isola o di comprare una casa vacanza qui e questo ha fatto aumentare il costo degli alloggi in modo esorbitante.

Ci sono ancora zone in cui è possibile vivere bene spendendo il giusto, tuttavia, bisogna sempre sacrificare qualcosa. Per esempio, vivendo a San Isidro o alla Chafiras, non possiamo avere la stessa vicinanza ai servizi, alla spiaggia, alla vita sociale e agli incontri internazionali di Los Cristianos.

Se si ha una famiglia e si vuole avere una vita tranquilla vicino ai servizi ma più lontano dal mare, le zone dietro Los Cristianos, dall’altro lato dell’autopista, o zone come San Isidro e quelle a nord dell’isola, sono preferibili.

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Anche la zona di Costa del Silencio, che è vicino al mare, ha ancora costi più contenuti di quelli di Los Cristianos. Las Americas, per esempio, offre una zona tranquilla e con molti servizi, abbastanza collegata con i mezzi.

Spesso le zone più economiche non sono collegate tanto bene con i mezzi pubblici, anche se sul mare, per cui serve un’auto.

Il nord in generale, a parte la capitale Santa Cruz, ha prezzi più contenuti per gli affitti e per la vita di tutti i giorni, almeno un 20-30% in meno rispetto a zone turistiche come Los Cristianos.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Ho trovato i locals molto amichevoli e aperti fin da subito. Venivo da Barcellona, dove le persone del posto erano molto più chiuse e riservate, quindi, è stato bellissimo sentirmi subito così accolta. Nel tempo, ho potuto poi confermare che i locals sono molto solari, ti sorridono spesso e mi è capitato più di una volta che mi vedessero con la spesa e mi aiutassero o, ancora, che dei ragazzi o degli adulti mi facessero passare per prima sull’autobus. Mi sono trovata bene sin da subito anche dal punto di vista della sicurezza, non mi sono mai sentita in pericolo o guardata con malizia e non ho mai avuto paura tornando a casa da sola la sera. Questa per me è una delle caratteristiche più importanti per vivere in un posto.

Come descriveresti le loro vite?

Ho alcuni amici canari e direi che la loro vita quotidiana dipende molto da dove vivono, da che lavoro fanno e dal loro stile di vita. Ho amici al nord che vivono a Santa Cruz e hanno uno stile di vita molto da capitale, da città direi, vestirsi eleganti, uscire nei bar la sera, andare al ristorante o agli eventi.

Chi vive al sud, invece, è un po’ più island vibe diciamo, magari escono più spesso per giocare a beach volley, andare al mare e la sera vanno a bere qualcosa. In generale hanno una vita molto più lenta e rilassata rispetto a quelli che vivono al nord. Anche se, un po’ in tutta l’isola, si respira un’aria di relax e tanta siesta.

Com’è una tua giornata tipo?

Di solito mi sveglio, faccio colazione e lavoro fino alle 16 circa, poi vado dritta in spiaggia a giocare a beach volley con gli amici o magari a prendere un caffè con un’amica. Dopo aver giocato, di solito andiamo a mangiare tutti insieme da qualche parte, ormai i ristoranti ci conoscono, siamo quelli che prentano per 10 e si presentano in 25 o che arrivano all’ultimo e, in qualche modo, ci trovano quasi sempre posto, ci vogliono bene, dai. A volte organizziamo serate di giochi di società, cene internazionali o di qualche Paese in particolare, a casa di amici. La giornata qui inizia dopo le 16 o le 17, quando abbiamo finito di lavorare e c’incontriamo in spiaggia.

Il week-end organizziamo qualche escursione in montagna, pic-nic o partecipiamo a qualche evento locale.

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In generale, la giornata passa tra lavoro, sport e amici. È tutto molto lento e rilassato e si finisce sempre ad andare a cena per le 21.30 – 22.00.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

C’è una cosa che dicono di Tenerife, ‘E’ lei che decide se accoglierti oppure no’. Io mi sono sentita accolta sin da subito. Sì, è vero, i primi tempi è stato molto difficile con l’alloggio, sono arrivata a ottobre, nel periodo in cui tutti arrivano sull’isola, appena finita l’estate in Italia. Ci ho messo un paio di settimane per trovare un posto in cui stare. Appena arrivata, non conoscevo nessuno e così ho deciso di scrivere su un gruppo Facebook d’italiani a Tenerife e da lì ho iniziato a trovare le prime amicizie, che mi hanno poi portata a conoscere altre persone e a creare la mia rete di amici.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Poter dire ‘Io vivo a Tenerife’ è sicuramente una soddisfazione, nel senso che posso dire di aver lottato tanto, essermi ricostruita tutta la vita qui più di una volta e ogni volta essere più felice di quella precedete per aver trovato questo posto. Qui ho avuto tante possibilità, costruito tante amicizie profonde e vissuto tante esperienze che non avrei mai fatto da altre parti. Qui tutto il mondo si connette.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Sì, ci sono tantissimi italiani qui, io tendo a non uscire con grandi gruppi di soli italiani, preferisco uscire con gruppi internazionali in cui ci sono anche italiani. Ho alcuni amici a cui tengo molto che sono italiani e che ho conosciuto in varie occasioni.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Consiglierei di non arrivare senza soldi e di pianificare bene il trasferimento. Se si lavora da remoto io non ci penserei due volte a venire qui. C’è una bellissima community e ci sono tante cose da fare. Se si arriva senza un lavoro e senza documenti, bisogna avere qualche amico a cui appoggiarsi inizialmente, qualche contatto che ci vuole assumere o conoscere qualcuno che cerca. Gli affitti costano molto, quindi, bisogna arrivare con dei risparmi. All’inizio sarà complicato con i documenti:, il NIE, la seguridad social e l’empadronamiento. È meglio avere soldi a sufficienza per poter stare sull’isola qualche mese prima di poter lavorare e avere tutti i documenti in regola. Non è come in Australia dove, con un visto studio/lavoro, vai lì e aspettano te con un lavoro e i documenti. Qui si arriva e bisogna lavorare sodo per fare i documenti, trovare un buon lavoro e una buona casa. Una volta fatto questo, poi le cose diventano facili e ci si può godere il relax sull’isola.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Direi di non fermarsi soltanto nella zona Los Cristianos – Las Americas – Costa Adeje. C’è così tanto da visitare sull’isola. È un posto tutto da esplorare. Direi anche di noleggiare una macchina per una settimana e visitare tutta l’isola, di cercare ristoranti davvero locali e di farsi consigliare dalle persone del posto o da chi vive sull’isola da qualche tempo.

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Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

In un anno e mezzo non ho ancora visitato tutta l’isola e già ho una lista di posti del cuore che potrebbe coprire 10 pagine. Consiglio la camminata fino a Playa Punta de Teno, passando dal Pasaje Lunar. Molto bello anche il villaggio di Bocacangrejo, un paesino di pescatori affacciato sull’oceano, pieno di murales colorati. Suggerisco anche le montagne di Anaga, che si trovano al nord dell’isola, e offrono trekking spettacolari con vista sull’oceano, o nella foresta. Molti dicono che ricordano le Hawaii.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Io sono una persona che pensa sempre mille volte prima di fare una cosa, quindi, quando la faccio significa che ne sono abbastanza sicura, pertanto, direi di no. Anche se volessi cambiare qualcosa, non avrebbe senso, perché quando ho preso quelle decisioni per me erano le scelte giuste in quel momento.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che la vita è bella, che non ha senso correre, che perdiamo troppo tempo seduti in macchina a macinare chilometri e stressarci. Ho imparato anche che, alla fine, qui faccio più cose di quante non ne facessi in Italia e corro molto di meno ma anche che i 1000 problemi che ci facciamo in realtà non esistono. Ho appreso che le persone si aiutano, sono aperte tra loro, si alimentano l’una con l’altraa, parlando dei propri sogni. Infine, e non per importanza, ho imparato che esistono ancora posti come questo, in cui le persone possono sognare.

Progetti futuri?

Ho preso qualche mese di pausa dal lavoro per concentrarmi su dei nuovi progetti. Sto studiando social media marketing, perché amo molto il mondo del marketing ma anche quelli della psicologia e della comunicazione. Sto lavorando a un blog di viaggi in cui voglio far capire alle persone che viaggiare da soli è un’esperienza bellissima, che insegna tanto e che può essere fatta a ogni età e con budget diversi. Vorrei dire loro che ci sono opportunità per viaggiare nel vero senso della parola (che è diverso dall’andare in vacanza), anche senza essere milionari o farsi mantenere.

Inoltre, sto capendo sempre di più che mi appassiona organizzare eventi e far connettere le persone. Sto lavorando anche in questa direzione con i miei progetti. Un passo alla volta, si arriva lontano.

Per seguire e contattare Michela:

E-mail: ritramiki@gmail.com

Instagram e TikTok: Mikismilee