Abbiamo mollato tutto per ricominciare una nuova vita a Miami

A cura di Nicole Cascione

Sono passati nove anni da quando Floriano e sua moglie hanno lasciato l’Italia per trasferirsi a Miami. Una decisione dettata dal fatto che ormai in Italia con la loro età e con due lavori precari non vedevano un futuro roseo. La scelta è ricaduta su Miami perché conoscevano delle persone sul posto che avrebbero potuto aiutarli inizialmente in tutto. Così, dopo una vacanza nel 2015, rientrati in Italia hanno deciso di mollare tutto e trasferirsi con tanta tristezza e con altrettanta voglia di affermarsi e crearsi un futuro.

Floriano quali sono state le tue prime impressioni arrivato a Miami?

Mi ha colpito la grandezza di tutto e in tutto. Ma soprattutto sono stato pervaso da una sensazione di speranza. Speranza per un futuro più sereno. Miami è una città multietnica, ci sono tanti latini, tanti italiani, tanta altra gente venuta da molte città del mondo, è anche vero però che, come tutte le grandi città, anche Miami ha i suoi problemi, tra questi il traffico, decisamente snervante. Tutto sommato però, chi non sognerebbe di vivere qui, dove è caldo tutto l’anno e con il mare a pochi passi? E’ anche vero che per chi come noi lavora nella ristorazione, è poco il tempo libero che rimane a disposizione. Ma, nonostante tutto, in quei pochi momenti liberi un salto al mare o in piscina lo si fa sempre.

Avete avuto difficoltà a trovare un lavoro sul posto?

Onestamente, appena arrivati non abbiamo avuto nessuna difficoltà nel trovare lavoro, perché appena scesi dall’aereo avevamo già un lavoro entrambi a South Beach nel ristorante di un noto chef italiano ANDREA FADDA, nonché nostro amico, il quale ci ha aiutato moltissimo ad inserirci. Mia moglie, essendo cubana aveva già i documenti in regola, ed ha cominciato a fare la busser per poi diventare dopo qualche mese cameriera, io invece ho fatto tirocinio in cucina e in pizzeria, perché non avevo ancora un permesso di lavoro. Quindi quel periodo di tirocinio mi è servito per fare training su cose che non avevo mai fatto, dato che in Italia mi occupavo di altro.

Successivamente il ristorante in cui lavoravate è stato venduto e da quel momento in poi vi siete ritrovati a svolgere diverse mansioni. E’ dinamico il mercato del lavoro? E’ facile trovare un posto dopo averne lasciato un altro?

Dopo aver lavorato un anno come cameriere, il ristorante è stato venduto e noi siamo stati costretti a cercare altri lavori, ma in America funziona così. Qui è molto differente dall’Italia. Qui si chiude una porta e si apre un portone a qualsiasi età, basta solamente avere tanta volontà e voglia di migliorare e mettersi in gioco. Abbiamo cambiato molti lavori e accumulato tanta esperienza, abbiamo lavorato con italiani, cubani, americani e perfino con thailandesi,  sempre nell’ambito della ristorazione. Quando poi c’è stato il covid, per ben un anno e mezzo ci siamo dedicati a fare consegne di cibo a domicilio per tutta la zona di Miami Beach. Non siamo mai stati fermi perché a Miami se stai fermo per qualche mese sei travolto dalle spese. È tanto bella come città, ma anche tanto, ma tanto cara. Basti pensare che un locale, che qui viene chiamato studio e in Italia monolocale, in zona South Beach non lo trovi a meno di 1800$ al mese. Anche il cibo è caro, pensa che in un ristorante per una pizza, una birra e un dolce puoi arrivare a pagare anche 50$.

Dopo 7 anni vi siete trasferiti da South Beach a West Palm Beach. Di cosa vi occupate ora?

Dopo 7 anni a Miami Beach ci siamo trasferiti a West Palm Beach, nel nuovo ristorante dello chef Fadda. Io lavoro come pizzaiolo (mai fatto in vita mia, però ho imparato subito), mia moglie invece come food/runner cameriera. Ci troviamo molto bene perché a differenza di Miami, West Palm è più americana, più tranquilla e hai a che fare maggiormente con residenti del posto e poco con i turisti. Qui il turismo è più che altro americano. Mi spiego meglio, quando in inverno al nord c’è freddo e neve, tante persone che hanno casa qui, vengono per godersi il caldo della Florida e anche per partecipare alle molteplici scuole e corse dei cavalli che si svolgono nella zona di Wellington, nel periodo da novembre ad aprile.

Dal punto di vista professionale, quali differenze hai potuto notare rispetto all’Italia?

Professionalmente, come dicevo prima, l’America è totalmente differente dall’Italia. Questo è il paese delle molteplici opportunità, basta solamente avere tanta, ma tanta voglia di lavorare, anche perché se non lavori non puoi vivere qui. Bisogna avere lo spirito giusto per venire e non lasciarsi prendere dalle tentazioni. Miami non è per tutti, questo lo dico sempre. Per chi ha voglia di rimettersi in gioco, per chi ha voglia di migliorarsi e di crearsi un futuro, l’America è il posto giusto, con la testa ben salda sulle spalle si va molto lontano.

Come si vive la quotidianità? In modo più frenetico o più tranquillo rispetto al Bel Paese?

Qui si vive molto meglio rispetto all’Italia, anche se dipende sempre dal posto in cui vivi, perché l’America è tanto grande, ma anche tanto pericolosa. Anche qui bisogna sapersi muovere, bisogna sapersi comportare, seguire delle regole, rispettare le leggi. Però lo stress dell’Italia qui non esiste, la vita è completamente differente, io poi vengo dal sud, vengo da una città come Napoli che è tanto ma tanto bella, ma esattamente l’opposto di dove ora vivo.

Sei admin di un gruppo facebook che al momento conta più di 3mila followers. Quali sono gli argomenti più discussi? e le domande più frequenti?Sì, sono admin di ben due gruppi di Italiani a Miami. Il primo è COMUNITÀ D’ITALIANI A MIAMI che conta più di 3mila followers, il secondo invece è ITALIANI CHE VIVONO A MIAMI che conta più o meno altri 2mila followers.La finalità del gruppo è promuovere la comunità di italiani che vivono a Miami o nel resto della Florida in generale, attraverso attività di marketing, organizzazione di eventi sociali, istituzionali e di business.

Tornerai prima o poi in Italia?

Rientrare in Italia? La vedo molto dura. Forse un giorno, quando sarò vecchio chissà, mai dire mai, anche se tutti i giorni mi manca sempre di più la mia bella Napoli. Comunque torno in patria due volte l’anno in vacanza, perché ho ancora la mia famiglia lì, mia madre anziana e i miei fratelli, oltre ai miei amici di infanzia. Quelle per me sono le più belle vacanze, momenti unici.

Quando ti sei trasferito lo hai fatto pensando che saresti ritornato presto in Italia o avevi intenzione di rimanere fuori a lungo?

Quando mi sono trasferito avevamo già l’intenzione di rimanerci. In conclusione, il bilancio di questa nostra esperienza è molto positiva. Sono cresciuto molto qui. L’America ti educa moltissimo, ti responsabilizza, anche se, nonostante tutto, mi manca giorno dopo giorno Napoli e lo dirò per sempre: l’Italia, nonostante i suoi problemi, è sempre il Paese più bello del mondo, ricco di storia e di cultura e dove si mangia meglio. Mi rattrista molto dire questo, perché a livello lavorativo si potrebbe fare molto di più soprattutto per i giovani e per quelle persone che, avendo una età avanzata,  purtroppo non riescono più a trovare un lavoro dignitoso.

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