Vivere a Sarasota, Florida

Oscar, di cosa si occupa precisamente la tua Società?

La mia società, American Boy LLC, con sede a Sarasota, è specializzata nel fornire servizi e consulenze, a imprese e professionisti che desiderano affacciarsi al mercato estero e in particolare statunitense. Che si tratti di investimenti o di un vero e proprio piano di sviluppo aziendale, grazie a una solida rete di partner e un network di professionisti locali, la mia società è in grado di offrire un “ponte” per l’America, a professionisti e imprese che guardano con interesse al di là dei confini italiani chiedendosi “come fare”. Sono molte le aziende Italiane (e non solo) a cui interessa, anche in questa fase economica, il mercato nordamericano. Oggi, con l’Euro molto forte sul dollaro, tutto ciò ha dei costi di accesso ancora più abbordabili rispetto al passato. Fra i miei clienti ho alcuni nomi noti del panorama imprenditoriale italiano e molte piccole-medie imprese con prodotti e servizi innovativi: la creatività italiana si sposa molto bene con le opportunità a stelle e strisce.

L’iter burocratico per l’apertura di una società, è uguale a quello italiano o cambia? Ed eventualmente, in cosa è diverso?

Non sono molto incline a dare consigli generali su questo tema, perchè ritengo che ciascuna situazione vada valutata in maniera specifica, senza lasciare nulla al caso. Diciamo comunque che, aprire una società qui in Florida è molto molto più semplice, economico e veloce rispetto all’Italia. Tutto il sistema è creato per fare in modo che tu possa iniziare a lavorare (e quindi fatturare!) il più velocemente possibile, senza perdite di tempo inutili. E’ un sistema chiaramente molto diverso rispetto all’Italia, ed è, ovviamente, figlio di una mentalità e di una cultura differente: comprenderne a fondo i meccanismi, apre le porte a opportunità che da noi non esistono, perchè numericamente non possibili.

Perché e quando hai deciso di spostarti dall’Italia?

Il desiderio di girare il mondo l’ho sempre avuto. Sin da piccolo sono cresciuto in un ambiente internazionale. Mio padre è pastore della Chiesa Valdese in Italia e, per questo, ci siamo trasferiti molte volte in diverse città italiane, addirittura anche a New York, quando avevo 9 anni. Una volta maggiorenne poi, ho iniziato a girare l’Europa sia per lavori stagionali, sia da studente, grazie ad una borsa di studio Erasmus che mi ha portato in Germania. Il desiderio di viaggiare, unito alla mia passione per le lingue straniere e alle competenze che ho sviluppato in ambito professionale, ha avuto come naturale conseguenza, quella di fornire servizi e consulenze alle imprese italiane in cerca di uno sbocco all’estero. Così è nata la American Boy LLC.

Vivere a Sarasota, Florida

In Italia lavoravi?

In Italia ho sempre lavorato come libero professionista con una mia attività di servizi alle imprese, dapprima concentrandomi sull’interpretariato e la traduzione, poi estendendo la gamma di servizi.

Ci sono più sbocchi professionali in Florida?

Secondo me, chi ha le giuste competenze relazionali e professionali, difficilmente resta disoccupato al giorno d’oggi, ovunque si trovi. Detto in soldoni, se ci sai fare, cadi in piedi ovunque ti trovi. Gli Stati Uniti rimangono comunque, a mio modo di vedere, una nazione ricchissima di opportunità per chi ha il coraggio, la volontà e la forza necessaria per mettersi o ri-mettersi in gioco.

Come sono visti gli italiani in Florida?

Direi che sono visti molto bene. La comunità italiana in Florida è numerosa: a Sarasota ne abbiamo una buona rappresentanza, anche se i numeri più grossi sono sicuramente nei centri maggiori come Miami, Orlando e Tampa. C’è una grande tradizione di immigrazione italiana negli USA, quindi molte persone hanno conoscenti, parenti o mezzi parenti di origine italiana e questo costituisce sempre un primo punto di contatto e di conversazione. Proprio in questi mesi, ha preso forma proprio qui in zona un grande progetto, legato all’Italia e all’ “italianità”, qualcosa di molto particolare, per il quale abbiamo raccolto un grande supporto dalla comunità e dall’amministrazione locale.

Tra le due realtà, quella italiana e quella americana, che differenze ci sono?

Stiamo parlando di due mondi molto diversi: penso che l’Italia stia attraversando una fase di stanchezza economica, culturale e sociale, la vedo un po’ “imballata” su se stessa, mentre gli Stati Uniti sono un paese giovane, molto attivo e meritocratico. A mio avviso, l’America vive oggi una fase di ridefinizione della propria identità e proprio per questo, si tratta di un momento molto interessante e vivace.

E tu quale preferisci?

A me piace l’idea di fare da “ponte” fra i due Paesi e, ovviamente, fra le due culture: mi piacerebbe portare in Italia un po’ più della mentalità meritocratica che c’è qui e portare qui, il senso dei legami profondi che abbiamo in Italia quando si parla di famiglia e di amicizia, un aspetto che qui, viene messo spesso in secondo piano. Il mio stile di vita attinge dal meglio che ciascun Paese e cultura offre, è una grande ricchezza di cui voglio godere appieno, senza limitarmi nel dover necessariamente “buttare giù dalla torre” uno dei due Paesi.

Sarasota

Per chi volesse vivere in Florida, quali sono le difficoltà maggiori che potrebbe incontrare?

Difficoltà non ne vedo molte, se non quella di avere un piano d’azione ben definito e l’appoggio ad un legale specializzato in immigration law, che segua le pratiche legate ai visti (sono giustamente molto fiscali in materia). Conoscere l’inglese a un livello buono o molto buono non è strettamente necessario, anche se è innegabile che, conoscere la lingua, rende tutto più semplice e veloce. Per i “mammoni”, la difficoltà potrebbe essere nello stare lontano da casa, ma penso che chi medita seriamente di spostarsi a vivere all’estero, abbia già messo in conto questo aspetto tipicamente italiano!

E’ cambiato il tuo stile di vita?

Beh, sicuramente! Qui si sta in pantaloncini corti praticamente tutto l’anno e confesso che, essendo cresciuto con i telefilm di Magnum PI, Miami Vice e Baywatch, la cosa non mi dispiace affatto! Scherzi a parte, sono cambiate le persone con cui ho a che fare, è cambiato l’ambiente intorno a me, la natura è davvero uno spettacolo qui e sono cambiate le abitudini giornaliere. Qui si inizia tendenzialmente presto a lavorare, per poi finire verso le 5 del pomeriggio. Dell’Italia, oltre ad amici e famiglia, le abitudini che mi mancano di più sono sicuramente la colazione al bar con caffè e croissant e l’aperitivo serale con gli amici.

Sei soddisfatto delle scelte fatte, o c’è qualcosa che ti manca e che vorresti fare?

Sono molto felice di dove sono oggi e dell’attività che ho creato. Il mio obiettivo è quello di ampliare ancora di più le mie competenze e aumentare le attività legate alle relazioni di business internazionali. Penso che il grande regalo che abbia ricevuto la nostra generazione (io ho 33 anni), è quello di poter comunicare velocemente con il resto del mondo, sia viaggiando fisicamente, sia virtualmente grazie a internet: rispetto ai nostri genitori, viviamo in un mondo che si è fatto più “piccolo”. A mio avviso, sarebbe molto limitante avere come orizzonte solo l’Italia, perchè è proprio il mondo, il business e le relazioni sociali, che sono cambiati rispetto al passato. Penso che l’Italia possa essere orgogliosa di avere dei “figli” che la pensano in questo modo e vedo, dalle interazioni di networking personale e dai momenti di condivisione sulla Rete, che siamo in tanti a pensarla così, il che lascia aperta una grande speranza per il nostro “Bel Paese”.

Hai vissuto in altri Paesi oltre l’America?

Si, ho vissuto in Germania da studente e a Budapest, in Ungheria: quest’ ultima città mi ha colpito molto. Ricordo quegli anni con grande piacere, Budapest è davvero una grande metropoli europea molto dinamica e giovane, con una buona comunità internazionale e buone opportunità per chi ha voglia di fare.

Che consiglio daresti a chi vorrebbe trasferirsi in Florida?

Il consiglio che mi sento di dare a chi decide di fare un passo del genere, è sicuramente quello di venire a conoscere il posto: magari venendo qui per un breve periodo, in modo da capire come funzionano le cose, stabilendo delle relazioni con il luogo e le persone. Altro elemento, ripeto, che può avvantaggiare molto, è quello di avere una buona conoscenza dell’inglese, un forte spirito di adattamento e tanta voglia di rimboccarsi le maniche. Un altro importante consiglio che posso dare a tutti coloro che desiderano partire per la Florida, è sicuramente quello di dotarsi di una buona assicurazione sanitaria e di mettere in conto anche, di doversi spostare moltissimo in automobile: le distanze sono grandi e i mezzi pubblici ridotti al minimo… fortunatamente qui la benzina costa decisamente meno rispetto all’Italia! Il posto che consiglierei in primis è Sarasota, città davvero molto bella e cosmopolita. Qui abbiamo la spiaggia numero 1 degli Stati Uniti: Siesta Key. E poi, tutta la costa del Golfo compresa fra Tampa Bay a nord e Fort Myers a sud, molto bella e molto meno inflazionata rispetto alle classiche Miami, Fort Lauderdale e Orlando. Un’altra cosa importante da considerare è il clima. Chi intende trasferirsi qui, deve amare il clima tropicale, poichè in estate si raggiungono temperature molto elevate. Non a caso ci troviamo nel Sunshine State!.

Oscar Platone, Florida sarasota

Per scrivere ad Oscar:

oscar.platone@gmail.com

Intervista a cura di Nicole Cascione

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