Il Mondo Secondo Silvano Taormina

A cura di Nicole Cascione

Seguire le proprie passioni, alternando periodi di intenso lavoro in cui mettere da parte dei risparmi e periodi in viaggio alla scoperta di nuove terre e culture. E’ quel che fa Silvano Taormina da oltre dieci anni. La sua vita? “Normale, consapevole, ricercata”, ma soprattutto sempre in viaggio perché “il viaggio ci insegna ad adattarci, a capire gli stati d’animo altrui, a comprendere il punto di vista di chi ha una cultura diversa dalla nostra, a smorzare l’egocentrismo che ci caratterizza nella nostra società. Il viaggio potenzialmente ci arricchisce di tanti aspetti caratteriali ed esperienze da portare con noi nella nostra terra e contribuire a costruire una società migliore”.

Silvano Taormina

Silvano, viaggi da solo? Come ti organizzi alla partenza?

Viaggio da solo ma, alla fine, non sono mai da solo perché ho l’opportunità di trascorrere del tempo e condividere il mio percorso con altri backpacker e con tante persone del luogo che mi accolgono nelle loro case grazie al Couchsurfing. Inizio a pianificare i miei viaggi con qualche mese di anticipo. In genere individuo un’area che desidero esplorare e stabilisco un budget. Nella pianificazione non vado mai troppo nel dettaglio. Traccio un itinerario di massima, mantenendo una certa flessibilità che mi permette di plasmare il viaggio in corso d’opera a seconda delle opportunità (ma anche degli impedimenti) che si presentano lungo il percorso.

In quali posti sei stato?

Da dodici anni a questa parte, da quando progressivamente ho abbracciato questo stile di vita, ho avuto l’opportunità di esplorare diverse aree geografiche del mondo. Prevalentemente ho viaggiato a medio-lungo termine in Asia e America Centrale. Diversamente l’Europa l’ho visitata con una serie di viaggi brevi nelle principali capitali, ad eccezione dei Balcani che li ho attraversati per intero via terra in circa undici settimane. Ho anche avuto l’opportunità di visitare un paio di Paesi africani (Egitto e Marocco), un paio in Oceania (Australia e Nuova Zelanda) e alcune isole dei Caraibi. Al momento ho visitato circa 95 Paesi, ma si tratta solo di un numero. Più che alla quantità, do molta importanza alla qualità dei miei viaggi, senza contare il numero di nazioni in cui ho messo piede.

Cosa ti porti dietro in ogni viaggio? E cosa invece lasci volutamente a casa?

Relativamente alle cose materiali, sono un minimalista. Cerco sempre di viaggiare il più leggero possibile, evitando di portare con me ciò che non utilizzo tutti i giorni. Metto nello zaino il minimo indispensabile: vestiti, due paia di scarpe leggere, costume e telo da spiaggia, un asciugamano in microfibra per la doccia, un piccolo laptop, qualche farmaco di base e una catena a spirale (tipo quella per le biciclette) per legare lo zaino al letto in ostello (se necessario). Nei viaggi a medio-lungo termine porto con me un backpack da circa cinquanta litri, uno zainetto piccolo (max quindici litri) da tenere a portata di mano sul bus o in aereo e uno di quei zainetti pieghevoli per la spiaggia o per le gite giornaliere. Evito volutamente di portare con me beni di valore. In ogni caso, credo che sia molto più importante ciò che portiamo con noi a livello interiore: le aspettative, la curiosità, le domande a cui trovare una risposta.

Qual è il posto più bello che hai visto fino ad ora?

Non è mai facile rispondere a questa domanda. Mi è piaciuto molto il Messico per la varietà dei paesaggi, l’alternarsi di culture diverse e per la facilità negli spostamenti. In Nuova Zelanda mi ha impressionato molto la natura mentre, per quando riguarda lo stile di vita, Thailandia e Australia sono un gradino sopra tutti gli altri. Il senso di pace interiore e di relax che riescono a trasmettere difficilmente è riscontrabile in altri Paesi. Talvolta anche lo shock culturale contribuisce a garantire un’esperienza di viaggio molto intensa. In questo caso Cuba, Jamaica, Corea de Sud e Giappone sono i Paesi che mi hanno colpito di più. Anche Paesi non proprio a misura di backpacker o lontani dalle principali rotte turistiche, in molti casi, riescono ad appagare chi ci mette piede. In questo caso mi vengono in mente l’Egitto, il Bangladesh e Timor Leste.

Come vivi ogni volta il rientro a casa?

Lo vivo sempre in maniera positiva. I viaggi, così come i ritmi della vita quotidiana a casa propria, li considero come parti integranti di un tutt’uno, di uno stile di vita in cui bisogna trovare un equilibrio tra questi due aspetti. Viaggiare non sarebbe così appagante senza la possibilità di poter tornare in un luogo familiare e viceversa. Non si può viaggiare sempre ma, allo stesso tempo, non si può stare sempre a casa e lavorare. Credo fermamente che bisogna impostare la propria esistenza alternando questi due aspetti. Non c’è un momento da dedicare esclusivamente al lavoro, come la giovinezza e l’età adulta, e uno per viaggiare, come potrebbe essere la pensione. Bisogna trovare il giusto compromesso nel corso degli anni.

Silvano Taormina

Seguire le proprie passioni, come viaggiare, ha sicuramente i suoi costi. Come riesci a sostenerli?

Semplicemente lavorando. Non ho altre entrate dovute ad eventuali sponsor sul mio blog, derivanti dal possesso di beni immobili da affittare o di titoli in borsa. Faccio un lavoro normalissimo, il cameriere, che mi garantisce uno stipendio nella media, in grado di accumulare il budget necessario per i miei viaggi e al contempo di mettere da parte dei risparmi per il futuro e per altri progetti di vita.

Viaggiare continuamente ti porta a stare lontano dagli affetti più cari. Come anche a non creare dei legami duraturi. Come affronti questo aspetto?

Sinceramente questo aspetto non ha mai rappresentato una problematica. Sono dell’idea che i legami non vanno ricercati, ma sorgono e si presentano spontaneamente, spesso in momenti inaspettati, nella vita quotidiana così come durante i viaggi. Inoltre, al giorno d’oggi, non mancano i mezzi di comunicazione in grado di accorciare la distanza fisica e tenere vivi i rapporti interpersonali.

Se dovessi descrivere la tua vita in tre aggettivi?

Normale, consapevole, ricercata. Cerco di avere sempre ben in mente ciò che voglio e di costruirlo giorno dopo giorno, senza sacrificare il presente con la speranza di un eventuale futuro più appagante. D’altronde si vive nel “qui e ora”. Credo fermamente che la serenità quotidiana sia più importante della ricerca della felicità. È importante saper accontentarsi e godere di ciò che la vita ci offre ogni giorno, anche quando accade qualcosa di spiacevole, così come raggiungere un proprio equilibrio: non bisogna mai disperarsi quando le cose vanno male o gasarsi quando vanno bene. La maggior parte degli avvenimenti che si susseguono nella propria esistenza hanno una loro ragione e quasi sempre non sono sotto il nostro controllo, pertanto bisogna accettarli serenamente per come vengono. Il viaggio insegna anche questo.

Cosa ti piacerebbe trasmettere con la tua esperienza di vita?

Provenendo da un Paese alquanto conservatore come l’Italia e per di più da un piccolo paesino di provincia del Meridione, spesso mi ritrovo a confrontarmi con persone che coltivano numerosi stereotipi relativi ai viaggi. Stereotipi che, condividendo le mie esperienze e ciò che ho visto ed esperito in giro per il mondo, spero in qualche maniera di poter spezzare. Spesso mi ritrovo a confrontarmi con gente che confonde il viaggio con la vacanza, che non viaggia perché pensa che sia dispendioso, pericoloso o talvolta noioso. In realtà sappiamo bene che non è così. Il viaggio è innanzitutto dentro noi stessi, è un investimento su ciò che siamo e saremo. Non c’è scuola di vita migliore. Il viaggio ci insegna ad adattarci, a capire gli stati d’animo altrui, a comprendere il punto di vista di chi ha una cultura diversa dalla nostra, a smorzare l’egocentrismo che ci caratterizza nella nostra società. Il viaggio potenzialmente ci arricchisce di tanti aspetti caratteriali ed esperienze da portare con noi nella nostra terra e contribuire a costruire una società migliore.

Silvano Taormina

Chi era Silvano ieri? Chi è Silvano oggi? Chi sarà Silvano domani?

Ieri ero semplicemente una persona curiosa, con limitate possibilità di sfamare questa curiosità, ma con tanta determinazione. Oggi sono ancora una persona curiosa ma più consapevole, che si è costruita la possibilità di vivere le proprie passioni e decidere con molti margini di libertà come impostare la propria vita. Chi sarò domani è difficile stabilirlo a priori. Sicuramente sarò una persona in grado di ricercare la propria serenità nella vita quotidiana, indipendentemente dalle proprie passioni, dallo stato di salute o dai traguardi raggiunti fino a quel momento.

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