Stefano: sono partito per il giro del mondo con 3.000 Euro
A cura di Maricla Pannocchia
Stefano è una di quelle persone che, sin da giovanissima, non ha mai avuto paura di lavorare. Cresciuto con un padre molto severo, che di mestiere faceva l’artigiano falegname, lavorare in quest’ambiente – ma non nella bottega di famiglia – è stato un passo naturale per Stefano.
A un certo punto, egli ha sentito il desiderio di assecondare il suo spirito nomade e, lasciando una situazione sicura dal punto di vista lavorativo, è partito per un giro del mondo con soli 3.000 Euro e la certezza che avrebbe dovuto trovare dei lavori strada facendo. E così è stato. Ambizioso e determinato, Stefano ha vissuto importanti esperienze lavorative all’estero per poi approdare in Thailandia, precisamente a Krabi, dove, dopo varie vicissitudini, ha avviato la sua azienda.
Stefano è innamorato del mondo e ci ricorda che chiunque può cambiare la sua vita. Ci sono dei passi consigliati per farlo al meglio ma il limite siamo noi stessi.
Il futuro che avremo, infatti, è quello che ci creiamo con le nostre mani.
Ciao Stefano, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Ciao, sono Stefano, vengo da Cabiate, un piccolo paese della provincia di Como. Esso è conosciuto come il “triangolo d’oro del mobile” compreso tra Meda, Seregno e Lissone. Sono figlio di un artigiano falegname e scultore molto severo e intraprendente. Sin da piccolo ho avuto a che fare con i mobili e il design. Da bambino, infatti, ho passato la maggior parte del tempo nella bottega di mio padre. Ricordo che, subito dopo aver finito i compiti di scuola, mi divertivo a costruire qualsiasi cosa con legno e materiali riciclati. A quel tempo, dalle mie parte vi erano più falegnamerie che case, si parlava solo di fiere, mobili ed export e il lavoro non mancava proprio, anzi, continuare gli studi dopo le superiori era considerato quasi un peccato!
Ai tempi della scuola, ho sempre lavorato in estate, però mai nella bottega di mio padre. Egli diceva che lavorare in famiglia non mi avrebbe fatto prendere il lavoro seriamente quindi, già al secondo giorno di vacanza estivo, ero in una qualche bottega a imparare ‘il mestiere’. Sono cresciuto sentendomi dire dagli anziani, “impara l’arte e mettila da parte!”
Sono sempre stato molto orgoglioso e indipendente, infatti, dopo solo 2 anni di superiori, decisi d’invertire le mie attività per lavorare a tempo pieno di giorno e dedicarmi agli studi serali. Lavorare a tempo pieno mi dava la libertà e l’indipendenza per non dover seguire totalmente le ferree regole dettate da mio padre, inoltre avevo trovato un lavoro che mi piaceva tantissimo. Lavoravo in una bottega che, in pochi anni, era diventata una media impresa. Si trattava di creare dal nulla automazioni atte al levigaggio di mobili di alta classe. Potevo dare sfogo alla mia creatività ed è stato un passo importante per me, non solo perché ho avuto modo d’imparare un mestiere, ma anche perché il mio vecchio capo, che era anziano, mi fece capire il concetto del lavorare e non solo del lavoro. Passavamo la maggior parte del tempo a pensare nuovi concetti prima di passare al banco di prova e, infine, al lavoro in sè. Ancora oggi devo ringraziare il signor Angelo che ha sempre creduto in me, fino al punto in cui un giorno mi disse: “ Stefano, non ti fermare qui, noi siamo una realtà piccola e tu puoi fare ancora tanta strada.”
Lo studio è sempre stato una costante della mia vita, Infatti, appena passato al lavoro a tempo pieno durante il giorno, mi dedicai a vari corsi serali come scuola d’arte, disegno tecnico su computer (auto cad) e programmazione di macchine a controllo numerico. Nei weekend, invece, mi divertivo a fare il barman per club e discoteche. Non che mi mancassero i soldi con il mio lavoro principale, ma non sono mai riuscito a trascorrere troppo tempo nei bar o a fare qualcosa di poco produttivo. Da sempre sono ambizioso, iperattivo e workaholic.
A 20 anni ho ascoltatoi il consiglio del signor Angelo e sono andato a lavorare per una grossa industria del mobile. Ho iniziato come tecnico di macchinari e programmatore dei centri a controllo numeric e, dopo 5 anni e dopo aver fatto il jolly nei vari reparti, sono diventato responsabile dell’ intera produzione. Contemporaneamente al cambio di lavoro m’iscrissi ad un corso serale di design del mobile della durata di 5 anni. Una volta finite, avrei ricevuto un diploma (dopo l’esame di maturità). Non è stato facile perchè dovevo dividermi tra le 8 ore di lavoro e le 6 di scuola serale, inclusi i sabati mattina. I weekend non li passavo più a lavorare nelle discoteche ma a studiare e disegnare, divenni rappresentante d’istituto e finii a far parte anche del consiglio scolastico. Il carico di lavoro era tanto ma a me piaceva e avevo passione per materie che, negli anni precedent, addirittura odiavo! L’esperienza è andata benissimo. Ho fatto l’esame di maturità con un anno di anticipo e sono passato con il massimo dei voti,un bel 100/100. Inoltre, la mia ricerca di maturità è stata scelta per essere presentata alla Fiera di Milano, dove ho ricevuto varie offerte di lavoro e, infatti, ho lasciato l’azienda di mobili per mettermi in proprio e lavorare full time come arredatore d’ interni.
Prima di trasferirti in Thailandia hai vissuto in Svizzera. Cosa puoi raccontarci di quell’esperienza?
La Svizzera ha rappresentato, ai tempi, il mio cambiamento radicale. Dopo aver trascorso un mese di riflessione in Irlanda, ho capito che avrei dovuto viaggiare e soddisfare il bisogno di scoperta che mi portavo dentro fin da bambino. L’idea di vita che mi ero creato mi stava portando a un vicolo cieco. Lavoro-carriera- mutuo -pensione era un’idea di vita prestabilita che mi terrorizzava. Vita, lavoro e guadagni andavano molto bene ma decisi di mollare tutto e prendermi un periodo sabbatico. Mio padre non mi parlò per dei mesi e il mio direttore di ufficio non voleva accettare le mie dimissione ma io ero deciso a cambiare vita. L’idea iniziale era di stanziare per qualche mese in Paesi europei e imparare altre lingue. Cominciai con la Svizzera tedesca, precisamente a Lucerna. Iniziai a studiare tedesco e a lavorare la sera in un bar per il primo anno, poi trovai lavoro come project manager d’interni. A quell punto, sono andato a Dublino per 6 mesi per studiare l’inglese ed è stato lì che ho maturato l’idea di allargare gli orizzonti di viaggio. A Dublino mi sono reso conto di quanto la mia vita fosse arricchita dai miei amici, che provenivano da ogni parte del mondo. Siccome sono ambizioso e testardo ho fatto una scommessa con me stesso. Ho vincolato i miei risparmi in banca e ho deciso di partire per un giro del mondo a tempo indeterminate con soli 3.000 Euro in tasca. Ovviamente avrei dovuto lavorare strada facendo, infatti, prima di partire mi sono assicurato un Working Holiday Visa australiano. Ho deciso di partire direzione Est, con un piano più o meno stabilito. È uno dei momenti più eccitanti della mia vita. Ovviamente famigliari e amici mi hanno dato del “pazzo”, ma ormai c’ero abituato.
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Come mai hai sempre cercato esperienze all’estero?
Credo che il mondo sia pieno di possibilità e che in ogni angolo di mondo ci sia qualcosa d’insostituibile che merita di essere visitato e vissuto. Adoro l’Italia e lìho girata quasi tutta prima di partire per l’estero ma credo che passare tutta la vita in un unico Paese sia un limite. Inoltre, l’avere più di una base in giro per il mondo mi fa sentire più tranquillo.
Cosa ti ha spinto a scegliere la Thailandia, e in particolare Krabi, per avviare la tua azienda?
La Thailandia è venuta un po’ per caso. Ho trovato un volo di sola andata per Bangkok a 99 euro con Blue Panorama e, avendo un budget molto limitato, ho deciso di non fermarmi in India e di dirigermi direttamente nel cuore asiatico. Sono arrivato a Krabi dopo qualche mese, viaggiando via terra e con soli trasporti publici. In questo modo ho girato il Laos, il Vietnam e la Cambogia prima di attraversare la Thailandia e fermarmi a Krabi. Sono stato subito attratto da questo villaggio sul mare, con le montagne che davano su spiagge d’acqua cristallina, le persone sempre sorridenti e un costo della vita basso, se comparator a quello europeo. Ho deciso d’investire i miei pochi soldi e di riprendere gli allenamenti di thai boxe. Non ero a un livello alto ma fare qualche incontro mi avrebbe fatto guadagnare quanto basta per prolugare il mio soggiorno. Nel frattempo continuavo a cercare lavoro e tenevo come sicurezza l’opzione degli incontri di thai box. Fortunatamente, dopo sole due settimane, la conoscenza della lingua tedesca si è rivelata utile perché ho trovato lavoro come rappresentante in lingua tedesca di un tour operator. Questo ha cambiato significativamente il mio soggiorno a Krabi! Ricordo che, appena arrivato dalla terra ferma, vedevo le isole di Phi Phi e che non potevo permettermi di pagare un viaggio organizzato per visitarle. Dopo 2 settimane venivo pagato per andare sulle stesse isole che sognavo per settare e organizzare tour per la compagnia. Ho passato il primo mese a fare ispezioni, dovendo rivendere tour per conto del tour operator dovevo testare tutte le attività dei vari fornitori e quindi ebbi occasione di perlustrare la provincia e provare tutte le attività possibili e immaginabili. In pratica, venivo pagato per fare quello che poco tempo prima sognavo ma non potevo permettermi di pagare.
Il lavoro è durato 6 mesi. Quello è stato un periodo fantastico che mi ha anche aiutato a integrarmi in quel Paese che sarebbe diventato poi la mia prima casa. Ero comunque al limite di età per usufruire del visto australiano e ho deciso, quindi, di proseguire il mio viaggio in direzione Darwin non prima, pero’, di aver passato 10 giorni in crocerà diving nel mare delle Andamane. Lì ho avuto un colpo di fortuna in quanto cercavano un interprete che seguisse un gruppo di spagnoli, in grado di tradurre dall’ inglese. (ho imparato lo spagnolo durante un Inter Rail di 2 mesi, prima dell’esperienza svizzera). Questa è stata un’altra esperienza spettacolare, 10 giorni e 40 immersioni nell’arcipelago che si trova tra la Birmania e Phuket. Non percepivo stipendio ma era tutto pagato e sapevo che I miei client stavano pagando migliaia di Euro per quella stessa gita che io stavo vivendo gratuitamente.
Sono arrivato in Australia con 50 dollari e due notti di pernottamento ospitato da una couch surfer. Entro 24 ore ho aperto un conto in banca, ottenuto un numero di telefono australiano e stampato una cinquantina di curricula da distribuire nelle varie agenzie di collocamento… Il terzo giorno ho trovato lavoro come cameriere (mi presentai a lavoro con il mio zaino, non avendo soldi e neanche un posto in cui dormire, ma fortunatamente il mio nuovo college mi ha offerto ospitalità). Il lavoro è durato solo per 2 settimane ma mi ha permesso di partire per l’putback australiano con una Toyota del 1982… Sono rimasto ancora senza soldi e questa volta ho trovato lavoro con un gruppo di costruzioni che girava i deserti australiani per costruire parchi giochi per comunità aborigene. Durante il mio viaggiare per deserti, ho ricevuto un’offerta di lavoro per Krabi. Essa consisteva nell’avviare una nuova start up per importare mobili dall’Italia e aprire uno show room a Krabi. Non ci ho pensato su ma ho colto la palla al balzo e sono tornato in Thailandia. Dopo soli 3 mesi, ho creato questa nuova start up, l’ho resa operativa e, dopo appena 1 anno, mi sono licenziato e ho aperto il mio business. Il lavoro mi piaceva ma il mio sogno era quello di essere indipendente e, visto che credevo molto sul futuro sviluppo di Krabi, ho investito tutti i miei soldi per aprire un ufficio ad Ao Nang, dove tuttora vivo e continuo a operare.
Che consigli daresti a chi sogna di fare lo stesso?
Il consiglio è di non smetter mai di sognare e lottare per creare la vita che vuoi ma anche quello di osare e non avere paura di sbagliare o dei giudizi esterni. La vita e’ nostra e dobbiamo viverla in tutto e per tutto. C’è una frase che mi porto dentro fin da ragazzo… ”se morissi domani, sarei contento di come ho passato la mia vita? Cosa voglio fare prima di morire?” Il resto, poi, viene da solo, basta seguire il proprio cuore e lottare per quello che si vuole, rispettando tutto e tutti ma mettendo sempre al primo posto le proprie necessità.
Qual è lo scopo della tua azienda?
Ho esordito i nel 2011 proponendo progettazioni d’interni e ristrutturazioni, dopo 1 anno ho assorbito la stessa azienda che avevo aperto 2 anni prima conto terzi quindi ho iniziato anche a importare mobili Italiani. Dopo poco tempo ho cominciato a coordinare tutto l’iter che concerne la costruzione di nuovi edifici, nello specific delle ville. In pochi anni ho aggiunto al mio organico architetti, ingegneri e tecnici. Ho iniziato una stretta collaborazione con commercialisti e avvocati e ho cominciato anche a seguire progetti offrendo un servizio complete che includeva la parte finanziaria, quella amministrativa, di progettazione e costruzione e così continuo a fare oggi. Nel corso degli anni ho avuto anche modo di comprare terre che sviluppo da me e vendo quindi proprietà già pronte in cui vivere.
Dal 2020 sei vicepresidente della Camera di Commercio del Sud della Thailandia. Di cosa si tratta e di che cosa ti occupi in questi frangenti?
La camera di commercio Italo Thailandese è un’organizzazione no profit, riconosciuta sia dal Ministero degli Esteri italiano sia dal Ministero dell’Economia thailandese, che si occupa di creare relazioni economiche tra Italia e Thailandia con la creazione di eventi, facilitando il networking tra gli iscritti e le varie imprese. Essa è il primo supporto per gli italiani che vogliono espandere le proprie attività in Thailandia oppure crearne di nuove. Come Vice Chairman del Sud Thailandia mi occupo di espandere il networking nelle mie aree oppure di supportare tutti quelli che vogliono fare business nel Sud della Thailandia. La Camera di Commercio, inoltre, esegue analisi di mercato e produce dati necessari ai business plan.
Dal 2019, invece, fai parte della no-profit Thai Honest. Cosa puoi dirci al riguardo?
Thai Honest è un’altra organizzazione no profit e non governativa che si occupa di diffondere la cultura dell’anticorruzione e dell’onestà. Come in molti Paesi, purtroppo, anche in Thailandia la corruzione è il motivo del fallimento dello sviluppo e della prosperità. Noi c’impegniamo a tenere corsi di formazione per personale governativo e per grosse multinazionali su come prevenire i fenomeni di corruzione, su come strutturare sistemi di controlli organici e manteniamo collegamenti con associazioni del genere in altri Paesi del mondo. Nel mio caso specifico cerco di relazionarmi con enti internazionali e attrarre sovvenzioni e finanziamenti a fondo perduto da associazioni e ambasciate
Il tuo sembra un percorso in salita, costellato di successi, come hai fatto ad arrivare dove sei ora?
Sicuramente è stato un percorso in salita nel senso che vedo davanti a me ancora tanta strada da fare, ma non di particolare successo perché mi farebbe perdere quel senso di umiltà che mi serve quotidianamente per interagire con le varie persone. Con il tempo ho imparato a interagire allo stesso modo con tutti, indipendentemente dal ruolo che occupano, senza incollare etichette e senza avere pregiudizi. Sicuramente ho sempre lavorato tanto e ho sempre cercato di cogliere il meglio da ogni occasione, anche da quelle negative. Studiare, imparare e crescere internamente sono le chiavi che regalano il giusto bilancio tra lavoro e vita privata. Lo studio, come dicevo, prima è una mia costante di vita, infatti sono attualmente iscritto alla facoltà di economia.
Quali consigli daresti a chi vorrebbe fare un percorso simile?
Crederci, porsi un obiettivo e perseverare, godendo però ogni giorno della sacralità della vita senza mai perdere di vista affetti e relazioni interpersonali. Molti fallimenti derivano dalla mancanza di obiettivi, oppure perché accettiamo la vita per come ci viene posta, senza avere il desiderio vero e profondo di cambiare le cose. Siate testardi, ambiziosi, gentili e altruisti. il resto poi verrà da sé. Credo molto nel Karma e nel potere del subconscio. Siamo noi che ci creiamo il futuro tramite le preghiere (non necessariamente religiose) e la convinzione.
Hai mai avuto paura di non farcela? Che cos’è il fallimento per te?
La paura di non farcela c’è sempre e il modo migliore per prevenire gli errori è organizzarsi tramite problem setting. Il fallimento arriva ogni volta in cui ci diamo per vinti oppure in cui non abbiamo dato il massimo per raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati.
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Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere stabilmente e lavorare in Thailandia?
Esiste una lista di lavori proibiti ai cittadini non thailandesi. La lista è lunga e praticamente si può lavorare solo per posizioni manageriali per medie- grandi imprese oppure bisogna aprire il proprio business (SRL). Per lavorare serve un permesso di lavoro ed esso è vincolato all’assunzione di 4 thailandesi per ogni permesso rilasciato.
Cos’hai imparato in tutti questi anni di vita in Thailandia?
Ho imparato che la famiglia viene prima del lavoro. C’è un detto molto famoso in Asia che dice: “l’uomo bianco spende tutta la vita per fare i soldi e poi spende tutti i soldi per aggiustare la salute dai danni del lavoro”. Credo che questa frase dica molto sulla mentalità dei thailandesi. A differenza dell’Italia, dove pensavo solo ed esclusivamente al lavoro, in Thailandia ho imparato a dedicare tempo ai miei hobbies, ma anche alla crescita personale. Pratico lo Yoga e la meditazione, oltre che immersioni e rock climbing, oppure passo le domeniche con gli amici a fare grigliate in spiaggia. Senza queste ultime attività non potrei mai sostenere lo stress degli impegni lavorativi.
Come sei stato accolto dalla popolazione locale?
La Thailandia viene chiamata le “terra del sorriso”, e fatta eccezione per città’ oramai prese d’assalto dai turisti, i rapport fra thailandes e persone straniere sono generalmente molto buoni. I thailandesi sono persone di grande cuore, ricambia un sorriso e sarai trattato benissimo. A Krabi posso ancora permettermi di entrare in un negozio per fare shopping e lasciare le chiavi inserite nell’auto. Sicuramente ci sono le eccezioni, ma in linea di massima la Thailandia e’ un Paese sicuro, le ragazze possono viaggiare da sole senza pericolo e trovano sempre supporto dai locali.
Hai dovuto affrontare delle difficoltà (per esempio, nel capire la lingua)? Come le hai superate?
Le principali difficoltà che ho dovuto affrontare all’inizio sono state quelle burocratiche. Ero in un Paese straniero e dovevo capire come muovermi, soprattutto dovendo aprire un’azienda. Agli inizi è stata dura, ho passato notti a tradurre siti governativi per capire le leggi! Sicuramente città sviluppate come Bangkok o Phuket 15 anni fa erano molto più evolut, ma io ho scelto Krabi e ho dovuto aprire precedenti su molte situazioni che ai tempi sembravano assurde per gli uffici pubblici e governativi. Oggi è diverso. Esistono avvocati o persone come me che possono agevolare il processo di trasferimento senza dover incappare in truffe oppure errori che poi fanno perdere soldi e passione. La lingua sicuramente non è facile, ma oggi la maggior parte delle persone parla l’inglese (o, nel caso, si può sempre usare Google Traduttore). Quando sono arrivato io non esistevano ancora gli smartphone.
Come hanno reagito i tuoi famigliari, amici e parenti davanti alla tua scelta di vita?
I famigliari e gli amici mi hanno sempre considerato un ribelle e tutti un po’ si aspettavano qualche “pazzia” da parte mia, come partire per fare il giro del mondo. Con gli anni, però, ho ricevuto parecchi complimenti per la mia scelta tanto che molti di loro, poi, mi hanno seguito in Thailandia! I miei genitori oggi sono molto orgogliosi di me e vengono a trovarmi ogni anno e quando sono qui stanno molto bene. Perfino mio padre concorda che io abbia preso la scelta migliore. In Italia si vive un po’ come una rana in una pentola di acqua fredda su un fuoco acceso… abbiamo perso diritti e qualità di vita senza nemmeno notarlo. Ce la prendiamo continuamente con le persone piu’ deboli e abbiamo perso di vista la natura dei veri problemi. Purtroppo gli Stati sono stati messi sotto scacco da banche e multinazionali, i quali detengono oramai potere assoluto. Ma questa è un’altra storia….
Quali pensi che debbano essere i requisiti per riuscire nel tuo settore o, semplicemente, nell’avviare un business in Thailandia? Come svilupparli?
Se non si vuole “soffrire” come ho fatto io suggerisco di partire con un minimo di capital dopodiché bisogna fare un’analisi del settore o del business che si vuole sviluppare e non accontentarsi di fare bene ma pretendere di diventare i migliori!
Pensi mai di tornare a vivere in pianta stabile in Italia?
Adoro l’Italia e sono orgoglioso di essere italiano, mi piace tornare a trovare amici, parenti e luoghi in cui sono nato e cresciuto ma non credo che l’Italia faccia più per me, se non per turismo. Siamo andati troppo oltre, malumore ed egoismo oramai regnano sovrano… tornerei solo se il mio paese dovesse avere bisogno di me, ma non credo che succederà
Il tuo motto e’:
“Vivi come se fosse oggi fosse l’ultimo dei tuoi giorni, progetta come se non dovessi morire mai”. Non so chi lo abbia scritto ma trovo che mi si addica molto.
Progetti futuri?
Niente in particolare se non continuare a fare quello che faccio, vorrei arrivare ad avere una libertà finanziaria entro i 50 anni in modo da dedicarmi poi completamente a progetti sociali.
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