Trasferirsi a vivere in Senegal
La chiamano “Teranga”, l’arte di accogliere e ricevere qualcuno nella propria casa. Molto più della semplice ospitalità così come siamo abituata a concepirla. Tra le numerose virtù del popolo senegalese, la Teranga è forse una delle più famose ed è proprio seguendo questa filosofia dell’accoglienza che Vanessa Conti, 28enne bolognese, nel 2015 ha aperto “Sama Africa”, una proposta di vacanza alternativa in Senegal che predilige un turismo responsabile: gli ospiti lasciano a casa la maggior parte delle loro quotidiane abitudini per tuffarsi a capofitto in situazioni di vita comunitaria in un Paese e in una popolazione completamente diversa. È scegliere di non prenotare lussuosi villaggi turistici, ma mangiare, dormire e lavarsi ospitati da famiglie locali. Un approccio diverso dalla solita idea di vacanza che è il fulcro su cui poggia “Sama Africa”, il progetto che per la giovanissima Vanessa è la realizzazione di un sogno, nato dall’amicizia tra italiani e senegalesi.
Operatrice di processi informatici e contabili d’ufficio, Vanessa lavora stagionalmente in un’azienda agricola, ed è proprio grazie al suo lavoro stagionale che all’età di 18 anni, nel 2007, ha intrapreso questa fantastica avventura: poter andare in Africa ogni anno nel suo periodo libero. «Dieci anni fa ho avuto la possibilità di realizzare un sogno che avevo fin da bambina: vedere coi miei occhi un mondo diverso – ci racconta -. Appena arrivata in Senegal fu amore a prima vista. Era proprio come lo avevo immaginato. Il primo anno ci sono rimasta tutto l’inverno con parecchie difficoltà, ma con una grande voglia di scoprire e conoscere la terra che mi faceva sentire a casa. Quando torni da un viaggio in Africa, la nostalgia non si può spiegare a parole. La mia ormai era diventata una sorta di dipendenza: lavorare in Italia per poi andare in Senegal, un Paese che mi ha fatto crescere molto in tanti aspetti. Una terra che mi ha regalato più di quanto sperassi, compreso l’amore».
☞ Leggi la nostra Guida per andare a vivere, lavorare o investire in Africa ☜
Nel 2010, infatti, dopo 3 anni di “andate e ritorni” Vanessa incontra Khalifa, autista a Mbour, un paesino di pescatori. Si innamora perdutamente, ma è costretta a tornare in Italia per lavoro. Il suo cuore però è sempre in Senegal, come non lo era mai stato prima. Appena finita la vendemmia, con una valigia piena di entusiasmo, torna subito là. Risultato? Il matrimonio. In dolce attesa parte insieme con suo marito per l’Italia. «Lasciare parenti, amici e la terra rossa è stata molto dura – continua – ma, consapevoli che presto sarebbe arrivato il nostro bambino, siamo partiti pieni di speranze e di progetti. Tornavamo in Italia per lavorare, ed era l’unica soluzione per realizzare qualcosa insieme. Adesso siamo a Mordano da 7 anni, entrambi facciamo gli operai, e tra andate e ritorni in Senegal, Nico, nostro figlio vive una vita a “colori”».
Nel 2014 poi la grande occasione. Vanessa e Khalifa comprano un bungalow vicino al mare, «un sogno che un tempo ci sembrava impossibile, ma che con 3 anni di sacrifici in Italia siamo riusciti a realizzare». Nel 2015 il bungalow diventa “Sama Africa”, situato nella Petite Côte (costa senegalese a sud di Dakar) che rivela molte sorprese. Immersa nel verde tra Ngaparou e Somone, questa casa vacanza è davvero un luogo confortevole per passare delle tranquille e, perché no, economiche villeggiature. Dispone di 2 camere, un angolo cucina e un bagno, oltre a 400mq2 di giardino super confortevole. Ma in realtà ciò che stupisce è la storia che si nasconde dietro questa piccola capanna. Il team che lo guida è infatti formato da ragazzi giovanissimi, parenti e amici che lavorano tutti insieme in qualità di autisti, guardiani, cuochi e domestici.
La casa è gestita dal loro migliore amico senegalese, Elhadji, un ragazzo di 28 anni proveniente dal villaggio Sereer, poco lontano da Mbour destinazione balneare vicinissima all’Europa. Con un sole che brilla quasi tutto l’anno, siti naturali di grande bellezza, parchi e riserve, ricchezza di fauna e flora, 700 km di spiagge di sabbia fine dal nord al sud e soprattutto l’accoglienza calorosa della sua popolazione, il posto è davvero un piccolo angolo di felicità.
«Elhadji abita a fianco al bungalow – ci spiega Vanessa -. Fa l’autista, il giardiniere, l’animatore e a volte si improvvisa idraulico, tecnico, babysitter. Un “goorgoorlou” che tradotto in lingua wolof significa tuttofare». È lui a seguire i viaggiatori per tutta la durata del loro viaggio, con autentica disponibilità e semplicità. Insieme a Elhadji ci sono Aida, sua moglie, che cucina gustosi piatti locali e Nogaye, la sorella di Khalifa, che si occupa dei lavori domestici. Insomma un luogo che unisce giovani amici e parenti senegalesi in un unico grande abbraccio. «Una realtà all’inizio molto dura da coordinare, dal momento che nessuno di noi aveva esperienza in merito. Ma, si sa, l’unione fa la forza e, tra risate e anche qualche discussione, abbiamo deciso di crescere insieme», dice orgogliosa Vanessa.
Il risultato è “Sama Africa”: «una casina senza troppe pretese ma con tutti i piccoli comfort di chi vuole fare un viaggio in Africa e con qualcosa che sappia di casa». Insomma una piccola esperienza eco-solidale, per chi desidera abbandonare i grandi alberghi facendosi coccolare dalla Teranga senegalese. «Accoglienza, attenzione, rispetto, gentilezza, allegria e il piacere di ricevere un ospite nella propria casa – precisa – sono i nostri cardini. L’ospite accolto in casa è coccolato e vezzeggiato, gli sono concessi diritti straordinari, per lui vengono cucinati i piatti migliori, con gli ingredienti più pregiati».
→ Vuoi far fruttare i tuoi risparmi all'estero? Leggi la nostra guida per investire in Senegal! ☼
Sama Africa è anche un sito web e una pagina Facebook con cui Vanessa vuole condividere con gli altri l’amore per questo Paese, per diffondere la cultura e la tradizione senegalese e mostrare ai viaggiatori quanto può essere bella questa terra, ammirando la natura di un posto mistico e magico. Chi visita il Senegal, d’altronde, non può che rimanerne colpito. Il Paese è un autentico mix di paesaggi floridi e di interminabili superfici cosparse di baobab centenari. Dalla città cosmopolita di Dakar all’isola gioiello di Gorèe, sono tanti i posti che vale la pena scoprire.
«Alla nostra età non possiamo che continuare a lottare e a guardare avanti, perché di cose in comune ne abbiamo tante, ma una in particolare: il Senegal – conclude Vanessa -. Certo, è una terra difficile che non può offrire tanto. Si tratta di un Paese dove la maggior parte dei giovani, soprattutto chi non ha avuto possibilità di studiare, fa fatica a trovare lavoro, e se lo trova lo stipendio è davvero basso, così come lo stile di vita. Anche in Italia è dura per i giovani operai soprattutto se vuoi costruirti un futuro, una casa. Abbiamo capito che la vita non te la cambia nessuno, ma che solo insieme, rimboccandoci le maniche, potevamo davvero cambiare qualcosa. È come se ci avessero dato un foglio bianco e insieme, adesso, stiamo disegnando i nostri sogni».
Per contattare Vanessa potete visitare il sito
http://samaafrica.weebly.com/.
Questa la pagina Facebook di “Sama Africa”
https://www.facebook.com/SamaAfrica/.
Di Enza Petruzziello