Vivere in Martinica
Lasciare tutto a 50 anni e partire…mollare il lavoro, la casa, gli affetti e prendere un volo per la Martinica. Sicuramente una scelta del genere comporta una forte determinazione ed una “piccola dose di incoscienza”, oltre ad un lavoro di attenta pianificazione. E’ quel che hanno fatto Gina e Simone a gennaio del 2017. Come è cambiata la loro vita? Radicalmente. Finalmente ora hanno più tempo per se stessi e riescono a godere il più possibile di ogni momento della loro quotidianità.
Gina, a 50 anni, tu e Simone avete deciso di lasciare l’Italia per trasferirvi a Sainte Luce, Martinique, pur avendo entrambi un lavoro. Cosa c’è dietro questa scelta?
Abbiamo deciso di lasciare l’Italia perché covavamo da tempo la voglia di cominciare una vita diversa: meno stressante e più soddisfacente. Prendersi il tempo per se stessi e godere di ogni momento il più possibile. Naturalmente per noi è stato più facile, perché non abbiamo figli e siamo abituati a viaggiare.
Avete valutato altri Paesi prima di optare per la Martinica?
Sì, nel momento in cui abbiamo iniziato a cercare informazioni su internet avevamo valutato fortemente il Costarica, bellissimo Paese attento all’ecologia, allo sviluppo sostenibile e con un alto livello medio di scolarizzazione della popolazione. Purtroppo però, il Costa Rica degli ultimi anni ha fatto delle scelte legislative che salvaguardano molto i cittadini costaricani (giustamente), ma rendono più difficile il trasferimento nel Paese per uno straniero. Siamo capitati per caso nel 2014 in Martinica, grazie ad una promozione Air France, e abbiamo scoperto un pezzetto di Europa ai Caraibi. Questo ci ha intrigato molto, perché restare all’interno dello spazio europeo (qui siamo a tutti gli effetti in Francia), significava semplificarsi molto la vita per i documenti da fare.
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Quanto tempo avete impiegato per organizzare questo trasferimento?
Dal momento in cui abbiamo preso la decisione definitiva, ci sono voluti circa dieci mesi per vendere il più possibile, impacchettare tutto il rimanente e partire. Avevamo comunque pianificato già mentalmente molti passaggi, anche perché eravamo tornati in Martinica nel 2016, per un secondo sopralluogo con occhi diversi dal turista, cercando di capire un po’ di più della vita sull’isola.
Lasciare tutto a 50 anni e partire è stata sicuramente una scelta difficile. C’era qualcosa che vi spaventava in questo cambiamento di vita? Cosa invece era più forte della paura dell’incognito?
Forse dietro c’è anche una piccola dose d’incoscienza; la determinazione mia e di mio marito nel voler partire, nel voler mollare tutto e ricominciare è stata superiore alle paure o ai ripensamenti. Naturalmente c’è stato dietro anche un certosino lavoro di pianificazione: informarsi sulle leggi fiscali e bancarie in Francia (aprire un conto corrente in Francia non è semplice), cosa comporta l’iscrizione all’AIRE, valutare che tipi di progetti fossero possibili con le nostre disponibilità finanziarie. Partire a cinquant’anni non è come farlo a venti. Comunque, essendo abituati a viaggiare in modo autonomo, ci piaceva molto l’idea di immergerci in una nuova società, nuove abitudini, nuove attitudini sociali e culturali.
Qual è vostro il primo ricordo all’arrivo?
Fortunatamente per noi, avendo fatto già delle conoscenze e amicizie a marzo del 2016, quando siamo arrivati a gennaio 2017 c’erano due care amiche che ci aspettavano all’aeroporto per accompagnarci al nostro primo domicilio sull’isola. E già qui viene il bello per noi: le due amiche, molto care e disponibili, erano una francese metropolitana, cioè della Francia europea, ed una francese antillese o martinichese che dir si voglia. Il bello della Martinica è questa bella, amichevole, pacifica commistione delle razze. Il colore qui non identifica una persona in quanto tale.
Ormai vi siete trasferiti da quasi un anno. Raccontateci come e in cosa è cambiata la vostra vita.
Non esiste paragone! La nostra vita è cambiata radicalmente. All’inizio avevamo dei progetti, volevamo aprire un piccolissimo B&B, ma vivendo in questa meravigliosa isola ci siamo resi conto che il passo sarebbe stato più lungo della gamba, finanziariamente parlando (la Martinica è molto cara). Abbiamo cercato di conoscere meglio il posto e le possibili prospettive, abbiamo iniziato a conoscere le persone e tutto è venuto da sé.
Io ho trovato lavoro in una piccola azienda profumiera, mi occupo di una delle Boutique e aiuto nella creazione dei profumi personalizzati. Ho scoperto un nuovo mondo, prima facevo tutt’altro e mi diverto tantissimo. Anche gli orari di lavoro li ho scelti in modo da lasciarmi dei giorni liberi per godermi il mare e le mie passioni.
Mio marito, quando è arrivato, non conosceva affatto il francese, a differenza mia, ma il fatto di abitare all’inizio con altri francesi e di frequentare francesi piuttosto che solo i pochi italiani che vivono sull’isola, lo ha aiutato molto a progredire nella lingua. Anche lui per caso, tramite nuovi contatti, ha iniziato a lavorare stagionalmente come guida in italiano per i croceristi, italiani naturalmente, che sbarcano sull’isola. Lavora per una grande agenzia di viaggi locale, con tanto di autobus e autista per portare in giro i turisti. Si è specializzato soprattutto nelle visite guidate alle distillerie di rhum: nell’isola ce ne sono ben 12 attive.
Anche per lui i ritmi sono molto tranquilli, lavora solo pochi mesi all’anno e non si ammazza certo di fatica.
Vi manca qualcosa dell’Italia? Cosa invece vi siete lasciati alle spalle?
Certo che dell’Italia ci manca qualcosa, le nostre famiglie e gli amici, ma anche il cibo (MOZZARELLA!!!) e la possibilità di andare al cinema, al teatro, al museo, ecc, ma abbiamo guadagnato talmente tanto che solo raramente ci assale la voglia. Comunque quando possiamo, circa una volta all’anno, prendiamo l’aereo per fare una full immersion in tutto quello che ci piace in Italia.
D’altro canto l’evoluzione politica e sociale in Italia di questi ultimi mesi ci spaventa e ci allontana un pochino.
A chi consigliereste la Martinica e a chi no?
La Martinica offre molto, ma è solo per coloro che hanno la mente aperta al cambiamento, perché qui i ritmi e la mentalità sono diversi. I tempi sono rarefatti, bisogna saper rallentare in tutti i sensi, anche nel quotidiano non esistono gli aspetti compulsivi ed esasperati della vita europea, specie delle grandi metropoli. Tanti giovani sono arrivati qui, dalla Francia soprattutto, e sono ripartiti dopo qualche tempo, perché insoddisfatti di quello che l’isola offriva loro.
Quali sono i pro e i contro del vivere in Martinica?
Come si è già capito dalle risposte precedenti, il bello del vivere qui è la qualità della vita più rilassata, più tranquilla, con il sole e il caldo tutto l’anno, il mare quasi sotto casa e una natura fantastica. Inoltre le infrastrutture come strade, reti idriche ed elettriche sono di standard europeo, grazie alla Francia, così come l’assistenza sanitaria. Gli aspetti negativi sono soprattutto la necessità d’importare la quasi totalità dei beni, e questo fa aumentare i prezzi, anche nel settore alimentare, ed il fatto che comunque non si trova tutto, qualche volta bisogna accontentarsi.
Secondo la vostra personale esperienza, con che spirito andrebbero affrontati simili cambiamenti di vita?
Bisognerebbe soprattutto essere consapevoli che, quando si vuole cambiare Paese e iniziare una nuova vita, bisogna essere aperti a molteplici possibilità. Non è detto che ciò che ci eravamo prefigurati sia in realtà fattibile, ma nello stesso tempo non si può partire all’avventura. Un minimo di conoscenza degli usi sociali, delle leggi e soprattutto della lingua del Paese dove ci si trasferisce, aiutano nel trasferimento e ad evitare spiacevoli sorprese.
A cura di Nicole Cascione per Voglio Vivere Così Magazine